Quotidiano fondato nel 1876 a Milano da E. Torelli-Viollier, che lo diresse per circa 20 anni. Appoggiato dalla borghesia lombarda (nel 1900 gran parte della proprietà era dell’industriale B. Crespi), seguì un orientamento liberale moderato, giungendo presto a distinguersi per la ricchezza dei servizi e la cura tipografico-editoriale. Con la direzione di L. Albertini (1900-21), che ne divenne comproprietario, il C. (grazie anche a collaboratori quali L. Einaudi, L. Pirandello, G. D’Annunzio, L. Barzini) si impose come il primo quotidiano nazionale (1912) e il più autorevole; politicamente, esso avversò G. Giolitti da posizioni conservatrici e sostenne l’interventismo. Ostile al fascismo (nel 1925, estromessi gli Albertini dalla direzione e dalla proprietà, prevalse la famiglia Crespi), il giornale, diretto, tra gli altri, da U. Ojetti (1926-27) e A. Borelli (1929-43), aderì al regime. Dopo la Liberazione furono sospese le pubblicazioni, riavviate nel maggio 1945 con la testata Corriere d’informazione (direttore M. Borsa), che dal 1946 divenne Il Nuovo Corriere della sera, per riprendere nel 1959 con il titolo originario. I direttori del dopoguerra – G. Emanuel (1946-52), M. Missiroli (1952-61), A. Russo (1961-68), G. Spadolini (1968-72) – conservarono sia il prestigio della testata sia l’orientamento moderato, mentre con la direzione di P. Ottone (1972-77) si ebbe un’apertura (non ostacolata dai Crespi) al clima politico presente nel paese e venne meno la pregiudiziale ostilità verso il PCI. Ciò alienò al giornale, già in difficoltà finanziarie, il sostegno delle forze politiche ed economiche più conservatrici. Fra il 1973 e il 1974 l’Editoriale Corriere della sera (cui afferivano il quotidiano Corriere d’informazione e vari periodici quali Amica, Il Mondo, Domenica del Corriere, Corriere dei piccoli ecc.) passò alla Rizzoli Editore. Seguì un periodo di grande travaglio: nel 1981, pubblicati gli elenchi degli affiliati alla loggia massonica segreta P2 (fra i quali esponenti della proprietà), vi furono ripercussioni negative sull’immagine del quotidiano, nonché difficoltà finanziarie, per cui nel 1982 il tribunale di Milano concesse l’amministrazione controllata. Nel 1984 il gruppo passò sotto il controllo di alcune società tra le quali la Gemina (con forte partecipazione della FIAT), che nel 1985 rilevò ulteriori quote azionarie del gruppo (dal 1986, Rizzoli-Corriere della sera). Nel 1986 il C. confluiva nella RCS Editoriale quotidiani (che faceva capo alla RCS Editori) e, sotto la direzione di U. Stille, subentrato nel 1987 a P. Ostellino, tornava a occupare il primo posto tra i giornali italiani grazie anche a iniziative editoriali, quali i supplementi settimanali Sette (1987), Corriere salute e Corriere economia (1989), cui si aggiunsero nel 1994, sotto la direzione di P. Mieli (1992-97), TVSette, Corriere lavoro, Corriere soldi e, dal 1996, il magazine Io donna. Dal 1995 si è aggiunta l’edizione on line del quotidiano. F. De Bortoli, assunta nel 1997 la direzione, proseguì sulla stessa linea editoriale. Il quotidiano Corriere del Mezzogiorno, lanciato con l’edizione di Napoli, venne in seguito esteso in Puglia. Tra il 2002 e il 2004 nascono il Corriere del Veneto, del Trentino, dell’Alto Adige e di Verona. Dalla fine del 2000 il C. dedica un fascicolo alla cronaca locale, alla cultura e allo spettacolo rispettivamente per le edizioni di Milano, della provincia lombarda e di Roma. Dopo un biennio di direzione di S. Folli (2003-04), la direzione del quotidiano è stata nuovamente assunta da P. Mieli fino al 2009, quando è passata nuovamente a F. De Bortoli fino al 2015, anno in cui è diventato direttore L. Fontana; dal 2005 viene pubblicato il supplemento mensile Style. Alle edizioni locali si sono aggiunte nel 2007 quella di Bologna e nel 2008 quella di Firenze.