Complesso di predisposizioni e disposizioni che un paese adotta per difendere il proprio territorio dalle offese aeree nemiche. L’evolversi e l’accrescersi della potenza delle offese dall’aria, specie con l’avvento dei velivoli a velocità supersonica, dei missili balistici intercontinentali, delle bombe nucleari e termonucleari, alle quali potranno aggiungersi in futuro offese da basi spaziali, hanno sconvolto i concetti su cui si era venuta evolvendo, durante il Secondo conflitto mondiale, la difesa antiaerea. I compiti fondamentali di essa non sono comunque mutati e restano sempre l’avvistamento, lo sbarramento, la difesa attiva e passiva (protezione a.), la difesa contro sbarchi aerei.
L’ avvistamento (o allarme) ha lo scopo non solo di avvistare ma anche di riconoscere, con il massimo anticipo possibile, qualunque formazione aerea che si avvicini al territorio nazionale. Mentre prima si usavano una cintura di posti di vedetta lungo le frontiere e una cortina di vedette al largo della costa, oggi le reti di difesa aerea si basano su una catena di radar mobili e fissi, distribuiti sul territorio nazionale. I radar fanno capo a centri di regione aerea che coordinano le attività di difesa aerea del settore sotto il controllo dei comandi nazionali. L’avvistamento può essere completato da radar volanti per l’allarme precoce oppure da sensori optronici per la difesa di punto.
Per lo sbarramento, nella Prima e nella Seconda guerra mondiale si sono usati tiri di sbarramento e anche ostruzioni a mezzo di palloni frenati.
La difesa attiva (contraerea, se con armi postate a terra; aerea, se condotta dall’aviazione) si basa su artiglieria, missili, caccia. Attualmente le artiglierie a. terrestri di grande potenza, adottate nell’immediato dopoguerra, sono state sostituite da missili teleguidati e autoguidati (sono rimaste solo le artiglierie automatiche a elevata celerità di tiro).
I mezzi della difesa passiva (protezione a.) possono consistere in mascheramento, decentramento, rifugi o costruzioni protettive, organizzazione degli enti civili e della popolazione.
Con il termine mascheramento si indicano sia l’occultamento ottenuto con sistemi di mimetizzazione, sia quello ottenuto con cortine di nebbia generate da posti nebbiogeni opportunamente distribuiti. Quest’ultimo mezzo fu largamente impiegato nel Secondo conflitto mondiale, specie quando si trattava di obbiettivi importanti o di grande estensione.
Il decentramento consiste in un opportuno diradamento degli aggregati industriali eccessivamente compatti.
Riguardo alle costruzioni protettive, già durante il Secondo conflitto mondiale l’aumentata potenza dell’offesa aerea dimostrò che la protezione assoluta avrebbe potuto ottenersi solo a costo di opere di tali proporzioni che neanche i paesi più ricchi avrebbero potuto realizzare; fu pertanto necessario limitarsi a provvedimenti più modesti, come quelli dei ricoveri, o rifugi.
L’ organizzazione degli enti civili e della popolazione in passato è stata generalmente affidata ad apposito dipartimento ministeriale, dipendente o dal Ministero per la Coordinazione della difesa (Gran Bretagna) o da quello dell’Aeronautica (Germania) con organi periferici regionali, provinciali, comunali. Tali organi peraltro, non disponendo, giuridicamente, di alcuna autorità né di una vera e propria autonomia amministrativa, hanno potuto funzionare soltanto in ragione della collaborazione offerta da cittadini e da vari enti civili.
Durante la Seconda guerra mondiale agli attacchi dal cielo, realizzati con il lancio con paracadute di reparti organici o lo sbarco a mezzo di alianti di intere unità con il loro armamento, si cercò di opporre un’organizzazione difensiva militare e civile a un tempo. Per es., agli sbarchi aerei effettuati a tergo degli schieramenti germanici durante l’invasione della Francia, i tedeschi reagirono con truppe regolari e con speciali reparti reclutati tra la popolazione civile, incaricati di cospargere di ostacoli le zone adatte all’atterraggio degli alianti.