Circostanza imprevista, accidente, e, sull'esempio dell'ingl. emergency, a particolare condizione di cose, momento critico, che richiede un intervento immediato, soprattutto nella locuzione stato di emergenza. L'espressione peraltro non ha un preciso significato giuridico nell'ordinamento italiano, che, in situazioni di tal genere, prevede invece lo stato di pericolo pubblico.
Gestione delle e. Attività svolta quando si verificano eventi non pianificati che possono produrre danni. Si basa su un insieme di regole, strumenti e procedure, volti a ridurre i possibili danni derivanti dalla situazione di e. (➔ rischio). Alcuni aspetti tipici di una gestione efficace delle e. sono: disponibilità di informazioni in tempo reale sulla situazione e sull’ambiente circostante (quindi, disponibilità di sistemi efficaci di rilevamento dati, di buoni sistemi informativi capaci di integrare informazioni provenienti dalle sedi più disparate, di buona capacità di elaborazione dati locale e centrale); capacità di comunicare fra tutti gli attori coinvolti; un buon sistema informativo, di comunicazione e di intervento, con procedure collaudate e affidabili per riportare la situazione alla normalità; capacità di valutare i possibili sviluppi della situazione nei diversi scenari (quindi, disponibilità di modelli di simulazione e di previsione affidabili, e disponibilità di esperti per le valutazioni del caso); capacità di modificare in modo il più possibile automatico la struttura decisionale (spostando, in genere, la responsabilità decisionale ai livelli operativi più bassi, presenti nei punti in cui le decisioni servono); capacità di valutare in termini tecnico-economico-sociali l’impatto delle diverse decisioni che possono essere prese (quindi ancora, necessità di esperti e di modelli di simulazione del contesto in cui si sta operando e di valutazione attraverso un insieme di indicatori completo e affidabile); disponibilità di una struttura operativa in grado di intervenire efficacemente ove ritenuto possibile e utile.
Protuberanza della superficie del fusto o delle foglie e organi omologhi, la quale si origina non solo dal dermatogeno, come i peli, ma anche dai tessuti sottostanti. Le e. hanno aspetto, caratteri morfologici e funzione diversi, secondo le specie: sono carnose (per es., quelle sui frutti dell’ippocastano e del ricino, e quelle ghiandolari delle Drosere), legnose e pungenti (gli aculei delle rose e dei rovi) ecc. Possono anche contenere fasci vascolari e perciò la loro natura morfologica è talora di varia interpretazione.
Termine (ingl. emergence) con cui alcuni pensatori inglesi (G. H. Lewes, S. Alexander, C. Lloyd Morgan ecc.) caratterizzano il fenomeno del sorgere di una cosa, con proprietà nuove, da un'altra, senza esserne un prodotto o effetto.