Tendenza di un corpo a non modificare il proprio stato di quiete o di moto.
Il principio d’inerzia, «ogni corpo persevera nel suo stato di quiete o di moto uniforme e rettilineo a meno che non sia costretto a mutare quello stato da forze impresse», è il primo assioma, o prima legge del movimento, dei Philosophiae naturalis principia mathematica di I. Newton. Questi per primo diede una lucida formulazione del principio, alla cui idea era giunto già G. Galilei. Il principio d’inerzia può infatti essere considerato come un corollario del principio di relatività galileiano, in base al quale se due sistemi si muovono di moto rettilineo uniforme l’uno rispetto all’altro, non può esistere esperimento che dia risultati diversi nei due laboratori. Il principio d’inerzia trova completamento nella legge fondamentale della meccanica (forza = massa × accelerazione), definendo e caratterizzando il sistema di riferimento (detto appunto sistema di riferimento inerziale) in cui tale legge è valida. L’uno e l’altro principio, caratterizzando le forze come cause di accelerazioni (cioè di variazioni di velocità) e non di velocità, costituiscono il fondamento della dinamica moderna e delle sue applicazioni. Come misura dell’inerzia di un punto materiale si è portati ad assumere la sua massa (definita in un primo tempo come quantità di materia). La teoria della relatività ristretta, stabilendo l’equivalenza tra massa ed energia (E=mc2), attribuisce una massa inerziale (m=E/c2) a qualunque forma di energia.
È denominato legge di inerzia (delle forme quadratiche) un teorema di algebra dovuto a J.J. Sylvester. Sia data una forma quadratica Σikaikxixk, in n variabili reali x1, x2, ..., xn, a coefficienti aik reali, e a determinante (aik) diverso da zero; con trasformazioni lineari a coefficienti reali operate sulle xi essa si può in infiniti modi ridurre alla somma dei quadrati di n variabili yi, cioè alla forma Σiaiyi2 (forma canonica). La legge di inerzia afferma che, qualunque sia la forma canonica così ottenuta, i due interi P ed N esprimenti il numero dei termini a coefficienti positivi o rispettivamente negativi in essa presenti, sono sempre gli stessi. La differenza P−N si chiama segnatura della forma quadratica.
L’incapacità dell’utero a espletare il parto per deficienza o assenza delle contrazioni della muscolatura dell’organo (miometrio). Si manifesta durante il periodo dilatante oppure nella fase espulsiva: nel primo caso è riferibile alla debolezza funzionale delle cellule del miometrio; nel secondo a un esaurimento della loro forza contrattile.