L’operazione di mettere in un silo cereali, foraggi, carbone ecc.; con senso più tecnico, insieme di metodi di conservazione delle foraggere umide alternativo alla fienagione. I vegetali freschi o semiappassiti vengono caricati a strati nel silo e quindi fortemente compressi mediante pesi (≃5 kN/m2) per ridurre la presenza di aria e quindi di fenomeni aerobici. Per azione di vari enzimi si determinano fenomeni di distruzione di sostanza organica e fermentazione alcolica, acetica e lattica e cresce in tal modo l’acidità, fino a raggiungere valori di pH 3-4, tale da bloccare l’azione dannosa di colonie batteriche parassitarie; la temperatura dell’insilato non deve superare i 30 °C. L’i. viene effettuato in trincee coperte con film plastici (sili orizzontali) o in strutture cilindriche in metallo o cemento che si sviluppano in altezza (sili verticali). L’i. dei foraggi vegetali presenta, rispetto alle altre tecniche, notevoli vantaggi, quali: il mantenimento nel tempo di un tipo costante di razione, la riduzione delle perdite di prodotto, l’ottenimento di alimenti a elevato valore nutritivo anche mediante l’aggiunta di concentrati secchi.
L’i. può essere eseguito ricorrendo a varie tecniche: l’i. con fasciatura delle rotoballe consiste nel fasciare con appropriati film di polietilene le balle di foraggio, ognuna delle quali diviene quindi un minisilo indipendente; le operazioni sono interamente meccanizzate con l’ausilio di rotoimballatrici e fasciatrici; l’i. in contenitore tubolare, invece, viene realizzato mediante una macchina insilatrice di tipo trainato, in grado di realizzare le operazioni di introduzione e compattamento dei foraggi in un contenitore tubolare di materiale plastico. Tra le due tecniche, la seconda porta a una migliore qualità del foraggio conservato e ha un minore impatto ambientale per il ridotto uso di materiale plastico.
In ambienti non vocati alla foraggicoltura cerealicola estiva a base di mais o sorgo da insilare (aree non irrigue del Centro-Sud) è stata studiata la destinazione foraggera di alcuni cereali autunno-vernini (grano, orzo, triticale) con raccolta della coltura alla maturazione latteo-cerosa della granella e i. in normali sili orizzontali a trincea. L’aumento del loro valore nutritivo potrebbe derivare dal trattamento con urea. Ancora, per incrementare la disponibilità di alimenti insilati è diventata sempre più frequente l’utilizzazione dei sottoprodotti di alcune industrie alimentari, come polpe esauste di bietola (ossia dopo che ne sono stati estratti i succhi da cui si ricava lo zucchero), borlande di distilleria, scarti della lavorazione degli ortaggi e della produzione dei succhi di frutta, trebbie di birra, pastazzo di agrumi, sansa di olive ecc. Riguardo ai sottoprodotti da insilare, oltre all’aggiunta di determinate sostanze (urea, idrossido di sodio, sali minerali) in grado di aumentare il valore nutritivo del foraggio possono essere effettuati interventi allo scopo di migliorare il processo di conservazione, pilotando le fermentazioni utili, anche attraverso l’impiego di inoculi batterici quali additivi nell’insilamento.
La macchina destinata a trasportare i foraggi in altezza per rendere più facile il caricamento dei sili è detta insilatrice. Essa è costituita fondamentalmente da una tramoggia di carico, da un trasportatore orizzontale a nastro o a coclea e da un ventilatore centrifugo che lancia il materiale in un condotto in lamiera diretto in alto, munito di estremità orientabile. Generalmente le pale del ventilatore sono munite di coltelli in modo che il lancio del foraggio sia preceduto da trinciatura.