In economia, legame di dipendenza reciproca tra più grandezze. È originata dal fatto che, nella realtà economica, il processo di causalità difficilmente ha una direzione univoca. Quanto più vasto e generale è il sistema economico preso in considerazione, tanto più numerose risulteranno le variabili endogene, ovvero spiegate all’interno del sistema; infatti ciascuna influisce sulle altre e ne è a sua volta influenzata, secondo rapporti definiti appunto di interdipendenza. Per es., sappiamo che a livello microeconomico la domanda di un bene dipende dal suo prezzo; tuttavia, in un’ottica macroeconomica, in cui la domanda dipende anche dai prezzi degli altri beni e dal reddito, può configurarsi anche una relazione di dipendenza di un prezzo rispetto alla domanda. L’i., quindi, è caratteristica dominante dell’economia, tanto che la scienza economica può presentarsi come studio delle relazioni intercedenti tra quantità variabili o tra aggregati più complessi, come interi mercati o sistemi economici.
L’analisi delle i. strutturali e settoriali (input-output ana;lysis) è il metodo statistico-matematico che analizza le interrelazioni esistenti tra i diversi settori di un sistema economico. Fu l’economista russo-statunitense W. Leontief che ideò questo nuovo schema di contabilità nazionale per rendere concretamente applicabile la teoria dell’equilibrio economico generale di L. Walras, approfondendo il concetto di i. tra i settori produttivi, per cui ciascuno di essi è insieme acquirente e venditore di beni. Leontief rappresentò tali relazioni mediante una tabella a doppia entrata, in cui si leggevano, per ogni riga, le quantità di merce venduta (da ogni settore agli altri) e, per colonna, le quantità di beni assorbite. Egli elaborò tali tavole anche in termini di valore, cioè moltiplicando le quantità fisiche per i rispettivi prezzi, e incluse, oltre la parte interindustriale, anche il settore finale, che presta i propri servizi lavorativi agli altri settori ed è acquirente della produzione finale. Ne ricavò pertanto quella che è ormai divenuta la relazione fondamentale per tutta la moderna contabilità nazionale, e cioè l’uguaglianza tra il valore complessivo della produzione (che è anche pari alla spesa del settore finale) e il valore aggiunto realizzato dal sistema economico (il reddito nazionale). Il modello di Leontief fu applicato alla struttura del sistema economico statunitense nel decennio 1928-39 e fu poi ufficialmente adottato dal governo; in seguito si è largamente diffuso permettendo di affrontare alcuni problemi connessi alla programmazione.
Il modello delle i. settoriali ha consentito di risolvere il problema della coerenza del piano nelle economie pianificate e ha rappresentato un perfezionamento del metodo dei ‘bilanci materiali’ sviluppato in URSS già negli anni 1920 (➔ programmazione). Tale modello presuppone però una rilevazione statistica assai sviluppata e perfetta e la sua pratica utilizzazione dipende dal fatto che in ciascun settore restino costanti i rapporti tra l’impiego di ogni fattore produttivo e il livello di produzione, ossia i ‘coefficienti tecnici’, che descrivono la particolare struttura tecnologica del sistema. Nonostante queste caratteristiche, che limitano l’utilizzo pratico del modello solo ad alcune delle sue potenziali applicazioni, tavole di i. settoriali vengono elaborate da molti paesi, tra cui l’Italia. Tale schema teorico, infine, è adattabile allo studio delle i. tra le varie regioni del territorio nazionale o tra le varie unità tecniche di grandi complessi industriali ed è particolarmente utile per programmare lo sviluppo economico delle aree depresse o l’espansione di determinati settori.