Macchina che effettua il lavaggio (secondo i casi, di biancheria, ghiaia, olive ecc.).
Le macchine automatiche, che lavano, lisciviano, risciacquano e centrifugano e in qualche caso asciugano la biancheria sono dette anche lavabiancheria; quelle di uso domestico sono atte a lavare 3-9 kg di biancheria asciutta. Constano (fig. 1) di un recipiente cilindrico a chiusura stagna, che racchiude un altro cilindro coassiale forato (cestello), entrambi sospesi all’incastellatura mediante una sospensione elastica, realizzata, generalmente, con molle; la biancheria viene introdotta nel cestello attraverso uno sportello a chiusura stagna; l’acqua è addotta dalla tubazione fino a quando, raggiunto il livello prescritto, il pressostato provoca la chiusura della valvola a comando elettrico. Il lavaggio avviene, dopo il riscaldamento dell’acqua a mezzo di resistori elettrici disposti tra il cilindro esterno e il cestello, mediante rotazione alternativa in un senso e nell’altro di quest’ultimo, ottenuta col motore. Dopo il lavaggio, che può essere preceduto da un prelavaggio, l’acqua viene scaricata a mezzo di una pompa centrifuga e successivamente la biancheria è risciacquata più volte con altra acqua pulita. Da ultimo si effettua la disidratazione per centrifugazione, facendo rotare ad alta velocità (anche 1600 giri/min) il cestello: per evitare pericolose vibrazioni in tale fase, il cilindro esterno è provvisto di ammortizzatori. Alcune l. prevedono una fase finale di asciugatura ad aria calda che permette di estrarre la biancheria già praticamente asciutta. Tutte le varie fasi sono comandate automaticamente, secondo un programma prestabilito, da un programmatore azionato da una manopola. Il cilindro è provvisto di un tubo di sfiato per evitare sovrapressioni interne.
Nella tecnica delle costruzioni, le l. servono a liberare, mediante lavatura, le sabbie, le ghiaie e il pietrisco dalle impurità di natura argillosa o terrosa che comprometterebbero gravemente la resistenza dei calcestruzzi con essi formati. Il tipo più comune è costituito da un cilindro a orizzontale (fig. 2) o leggermente inclinato, di lamiera d’acciaio, da un’estremità b del quale viene introdotto il materiale, e dall’altra c l’acqua. Palette disgregatrici d, e un’elica interna e, con la rotazione del cilindro intorno al suo asse, spingono il materiale verso l’uscita in controcorrente con l’acqua che, limpida e pulita all’ingresso, si va sempre più caricando di impurità man mano che procede verso l’estremità opposta (corrispondente all’entrata del materiale). Lo scarico del materiale lavato è eseguito da alette f di lamiera, che lo raccolgono dal fondo del cilindro portandolo in alto finché non scivola fuori, lungo il cono g; il cilindro è spesso appoggiato su ruote motrici gommate che, oltre a tenerlo in rotazione, ne assorbono le vibrazioni. In altri tipi, usati per sabbia, il materiale è introdotto in una vasca piena d’acqua, divisa in parecchi scomparti, e per mezzo di norie e tazze forate è preso da uno scomparto e scaricato nel successivo, verso l’entrata dell’acqua. La lavatura può anche essere combinata con la vagliatura nelle macchine cosiddette vagliolavatrici.
Nelle industrie agrarie e conserviere l. di vario tipo sono usate per liberare da terriccio e altre impurità frutta, tuberi, ortaggi. Molto usate le l. a palette, costituite da un recipiente metallico cilindrico munito internamente di palette agitatrici spesso disposte a elicoide; sono usate per lo più per tuberi e frutta che, introdotti a un’estremità, sono spinti verso l’altra estremità dalle palette e subiscono il lavaggio durante il percorso. Più recenti sono le l. che sfruttano l’agitazione creata nell’acqua dall’immissione di aria in pressione; sono costituite da vasche metalliche contenenti l’acqua di lavaggio nella quale viene immessa aria sotto pressione; le bollicine d’aria che si formano pongono l’acqua in moto turbolento e fanno fluttuare vorticosamente i prodotti, liberandoli dalla terra e da altre impurità. Per ortaggi possono anche essere usate l. a tamburo rotante, costituite essenzialmente da un cilindro metallico forato posto in rotazione attorno al proprio asse e immerso nell’acqua di lavaggio; gli ortaggi contenuti all’interno si spostano continuamente per effetto del moto del cilindro e si liberano dalle impurità, che escono all’esterno attraverso i fori del cilindro.
Nell’industria meccanica si impiegano l. per il lavaggio di pezzi dopo lavorazioni varie; il tipo più comune è formato da una cabina o da un tunnel nel quale vengono introdotti i pezzi da lavare a mezzo di nastri trasportatori. All’interno i pezzi sono investiti da forti getti di soluzioni detergenti con angolazioni diverse che assicurano una efficace penetrazione anche nelle cavità; i pezzi prima dell’uscita sono essiccati con correnti di aria calda. In alcuni tipi l’azione chimica delle soluzioni detergenti è accompagnata dall’azione degli ultrasuoni per la rimozione di particelle solide fortemente aderenti alle superfici.