(lat. Mare Caspium o Hyrcanium) Il più grande lago (mare chiuso) della Terra (371.000 km2), situato fra l’Europa e l’Asia, nella parte occidentale della depressione aralo-caspica. Lungo, in direzione meridiana, 1190 km e largo nella parte mediana 300, si trova a un livello di 28 m sotto quello medio dei mari. Lo delimitano a S i Monti Elburz e a N la Steppa dei Chirghisi; a O la catena del Caucaso termina sopra di esso e lo costeggia in parte, penetrandovi con la Penisola di Apšeron. Le coste settentrionali sono poco articolate, in genere basse, sabbiose e paludose nell’ampio delta del Volga. Verso E la costa si fa più sinuosa e in parte anche alta, frangiata da numerose lagune e insenature profonde. Un dosso subacqueo separa l’area meridionale più profonda (max 1025 m) dall’area centrale, che è un bacino circolare (prof. max 800 m). Nella sezione settentrionale la profondità è assai minore (25-10 m), perché il fondo è ricolmo di materiali alluvionali depositati dal Volga, dall’Ural e dai tributari minori. Nella sezione settentrionale le acque gelano per 3-4 mesi l’anno; verso S unicamente lungo la costa e per periodi sempre più brevi. Forti oscillazioni annue si riscontrano nella temperatura delle acque superficiali (33 °C), mentre negli strati più profondi l’escursione annua non è marcata. La salsedine media è circa del 13‰, ma varia molto da una zona all’altra: da 0,3‰ presso la foce del Volga a 300‰ nel golfo di Kara-Bogaz-Gol. Le rive del C. sono poco popolate e scarsi i centri urbani notevoli (Baku, Astrahan′); discreta importanza hanno la pesca e la navigazione commerciale, che avviene principalmente fra Baku e le foci del Volga e fra Baku e Krasnovodsk (sulla costa orientale) e soprattutto l’estrazione offshore di idrocarburi. La fauna presenta elementi marini e d’acqua dolce (Planorbis e Anodonta): numerosissimi sono i pesci (storioni, clupeidi).
Diversamente da quanto avviene in altri grandi bacini lacustri chiusi (e in particolare nel non lontano Lago d’Aral) e da quanto è avvenuto nello stesso C. fino a metà del 20° sec., durante gli ultimi trent’anni del Novecento il maggior lago della Terra non è stato soggetto a fenomeni di abbassamento del livello delle acque e di riduzione della superficie e del volume idrico: al contrario, nel quindicennio 1980-95, il livello è andato lentamente ma costantemente aumentando, anche con minaccia di sommersione di alcuni abitati costieri, soprattutto lungo la sponda iraniana. Modificazioni ecologiche si sono verificate in termini di contaminazione idrica, con impatto negativo sulla vita vegetale e animale e in particolare sulla fauna ittica (fra l’altro è stata avvertita una diminuzione dello storione). L’inquinamento delle acque è dovuto principalmente all’attività di estrazione degli idrocarburi, per la quale la regione caspica è diventata uno dei primi distretti mondiali.
La regione dispone di riserve petrolifere variamente stimate, ma è stato ipotizzato che rappresentino uno dei più consistenti depositi noti al mondo (paragonabili a quelli del Mare del Nord); riserve di grande interesse per i paesi occidentali importatori, che stanno conducendo, attraverso compagnie multinazionali, una politica di penetrazione per assicurarsi la produzione e il trasporto. Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, il C. interessa direttamente cinque Stati indipendenti (Russia, Azerbaigian, Iran, Turkmenistan e Kazakistan, il quale ultimo dispone del più lungo tratto costiero, quasi 1900 km), tutti più o meno ricchi di giacimenti di petrolio e di metano e tutti interessati all’estrazione offshore. Ne sono derivate un’accesa concorrenza e una latente conflittualità, soprattutto tra la Russia, che sostiene il carattere lacustre del C., e il Kazakistan, che chiede l’applicazione della normativa prevista dal diritto del mare. Interessati al movimento degli idrocarburi verso l’Occidente sono anche paesi di transito come la Georgia, la Turchia e l’Armenia.
È detta depressione caspica la regione che si estende lungo le sponde settentrionali del Mar Caspio, compresa nella più ampia depressione Aralo-Caspica.