Città degli USA (8.363.710 ab. nel 2008), nello Stato omonimo. Sorge allo sbocco del fiume Hudson nell’Oceano Atlantico, in parte sopra la terraferma, ma specialmente sopra le isole che chiudono la Upper Bay: Manhattan e Staten Island in primo luogo, e poi la sezione occidentale di Long Island. Entro i confini amministrativi (boroughs di Bronx, Brooklyn, Manhattan, Queens e Staten Island) la città copre 829 km2 e si estende, da N a S, per oltre 150 km. L’area metropolitana è invece di 17.900 km2, interessando non solo lo Stato di N., ma anche quelli di New Jersey e Connecticut e includendo altre notevoli città (Yonkers, Mount Vernon, New Rochelle, Jersey City, Bayonne, Richmond, Elizabeth, Newark, Peterson ecc.). Il clima è continentale con piogge abbondanti.
La fortuna di N. fu dovuta in origine alla posizione sul fiume, la cui valle rappresentò la miglior via di penetrazione verso la regione dei laghi fin dal 1609 (viaggio del capitano Harry Hudson). Quando fu aperta tra i laghi e l’oceano una comunicazione fluviale continua (Canale Erie, 1825) e si crearono le prime ferrovie (1851, linea N.-Albany) iniziò l’accrescimento di N., che divenne immediatamente il maggior punto di contatto tra America ed Europa: nel 1870 passava da qui il 57% in valore degli scambi commerciali degli USA. Verso la valle dell’Hudson trovavano naturale sbocco economico, a O la regione tra la catena dei Monti Allegheny e i Grandi Laghi, ricca di giacimenti minerari (carbone, petrolio, ferro), e a N quella dei rilievi laurenziani, con intenso allevamento e vaste foreste.
Lo sviluppo di N. divenne vertiginoso anche per l’afflusso di emigranti europei (49.401 ab. nel 1790; 1.911.698 nel 1880; 5.620.048 nel 1920). L’esiguità dello spazio a disposizione nel centro della città, soprattutto in alcune zone dell’isola di Manhattan, ha favorito la tipica edilizia caratteristica a sviluppo verticale. L’incremento del numero degli abitanti fu costante fino agli anni 1970, quando iniziò a verificarsi un massiccio trasferimento nella fascia periurbana e nelle cittadine limitrofe soprattutto della middle class. L’ultimo decennio del 20° sec. e i primi anni del 21° hanno rappresentato per il nucleo urbano principale una ripresa di attrazione demografica, dovuta soprattutto ai successi delle severe campagne anticrimine, alla diminuzione degli scontri etnici e al miglioramento della qualità della vita. Al tempo stesso si è registrato un marcato ricambio di popolazione, in particolare nella sezione meridionale di Manhattan, sede dei grandi organismi finanziari e commerciali, dove l’impennata dei valori immobiliari derivante dalla forte domanda di uffici ha provocato una rarefazione della disponibilità di alloggi. La crescita dei costi d’insediamento, insieme con le possibilità di delocalizzazione legate ai progressi telematici, ha indotto molte aziende a trasferire i loro uffici in spazi meno pregiati dell’area metropolitana, come quelli del New Jersey.
Caratteristica di N. è la composizione multietnica della popolazione: la comunità bianca di radici europee è sovrastata dall’insieme delle minoranze nera e ispano-americana (27% ciascuna) e asiatica (10%). Altrettanto caratteristica è la concentrazione di attività economiche, culturali, scientifiche, dello spettacolo, che fanno di N. la principale metropoli del mondo. Città di contrasti e di profonde contraddizioni, entro i suoi confini convivono ricchezze faraoniche e drammatiche forme di emarginazione e di disagio sociale.
Dal punto di vista funzionale, N. svolge il ruolo di centro decisionale politico ed economico di livello mondiale. A N. hanno una certa preminenza i piccoli stabilimenti dell’industria leggera e specializzata, soprattutto abbigliamento, ma anche costruzioni meccaniche ed elettromeccaniche, strumenti scientifici, industrie grafico-editoriali e alimentari. Alla periferia, e soprattutto lungo le vie d’acqua, si sono concentrate le grandi branche della chimica e della metallurgia. Nella regione sono localizzate, infine, le costruzioni aeronautiche e spaziali. Il terziario ha un cospicuo trend ascendente. All’interno di questo settore svolgono un ruolo di primo piano i servizi pubblici e privati, le attività amministrative, gli istituti di credito e di assicurazione, le società immobiliari, la pubblicità. L’attività finanziaria è anch’essa fortemente evoluta e la borsa di N., nonostante abbia attraversato cicliche crisi, si è affermata come il centro finanziario di riferimento per il mondo intero.
Nonostante la congestione edilizia e demografica, le comunicazioni entro l’area metropolitana sono celeri, soprattutto grazie alle efficienti strutture viarie (autostrade urbane) e alla rete metropolitana (370 km); i fiumi Hudson ed East River, valicati da ponti, sono sottopassati da 5 gallerie. La dimensione eccezionale dei contatti umani è sottolineata da una mole annua di 2,4 miliardi di spostamenti, assicurati per quasi il 60% dalla rete metropolitana. Assai impetuosa si presenta la crescita del movimento passeggeri degli aeroporti dell’area metropolitana che ha raggiunto 100 milioni circa nel 2005. Si inserisce nello stesso contesto il primato della città nella rete Internet, per la quale rappresenta, all’inizio degli anni 2000, un nodo (gateway) della portata di quasi 500 gigabit al secondo.
Per quanto riguarda anche le comunicazioni con l’esterno, N. è il principale nodo stradale e ferroviario del paese. Il porto costituisce uno dei maggiori scali mondiali, anche se il movimento commerciale si è notevolmente ridotto, svolge comunque funzioni fondamentali, soprattutto per l’importazione (minerali, generi alimentari, prodotti agricoli tropicali), anche in collegamento con il sistema idroviario interno.
La municipalità si è impegnata largamente in politiche per il risparmio energetico, conseguendo notevoli progressi nel campo della sostenibilità ambientale. Oltre che da tre aeroporti, la città è servita da quattro eliporti. Il ruolo di N. nell’ambito culturale è notevolissimo, grazie ai numerosi istituti di istruzione (media e universitaria) e di cultura che la città ospita.
La prima origine di N. risale al 1626, quando l’olandese P. Minnewit acquistò dagli Indiani l’isola di Manhattan e vi fece costruire il forte Amsterdam. Un centro commerciale (chiamato Nuova Amsterdam) sorse intorno al forte, popolandosi di protestanti profughi da ogni parte dell’Europa e della Nuova Inghilterra. A causa del governo dispotico della Compagnia Olandese delle Indie Occidentali, gli abitanti costrinsero il governatore P. Stuyvesant alla resa, allorché la flotta inglese si presentò davanti alla città (1664); questa divenne possedimento inglese, mentre in onore del duca di York assunse il nome attuale, insieme all’intero territorio della Nuova Olanda. Tornata agli Olandesi (1673-74), la città fu in mano inglese dal 1776 al 1783; dal 1789 al 1790 costituì la sede del governo degli Stati Uniti. Durante la guerra civile (1862-65) fu teatro di sommosse contro la coscrizione e tentò addirittura di erigersi in repubblica autonoma.
La Grande N. (così chiamata dal 1898, quando terminò l’inglobazione dei distretti amministrativi limitrofi) per il suo carattere di metropoli del commercio internazionale fu più tardi ostile al protezionismo e favorevole alla politica filoeuropea della Società delle Nazioni. L’11 settembre 2001 Manhattan fu oggetto di un attacco terroristico senza precedenti. Due aerei di linea, dirottati da gruppi di terroristi islamici, nel giro di poche decine di minuti si abbatterono sulle Twin Towers del World trade center, causando il crollo delle stesse torri e di alcuni edifici limitrofi, e migliaia di vittime.
Dai primi insediamenti olandese e inglese, all’estrema punta di Manhattan, la città si sviluppò inglobando villaggi (Green;wich, Nieuw Haarlem), tenute, fattorie, industrie. Il primo piano per Manhattan (1807-11) definì il sistema a scacchiera (gridiron) con 12 avenue, arterie percorrenti l’isola da S a N e 155 street, da E a O. Nel 1858 F.L. Olmstead e C. Vaux presentarono il piano per il Greensward (Central Park, 400 ha ca.): significativo esempio di architettura del paesaggio, qualificante anche i terreni contigui. Gli edifici pubblici e di culto e le dimore delle famiglie più in vista di N., realizzati nel 19° sec., rispecchiano modi classici o gotici europei: City Hall (1802-11, J.F. Mangin); U.S. Custom House (1834-42, ora Federal Hall Nation;al Memorial); St. Patrick’s Cathedral (1888, J. Renwick). Espressione originale dell’architettura del 19° sec. sono le case in brownstone, pietra del Connecticut, e gli edifici in ghisa (già magazzini e piccole fabbriche) che abbinano a tecniche costruttive moderne un’ornamentazione e dettagli rinascimentali, neoclassici, liberty (edifici in Greene St., dal 1973 SoHo cast-iron historic district, edificio tra Broadway e Prince St., 1881, riadattato da A. Isozaki nel 1992 come Guggenheim Museum SoHo). Dalla fine del secolo, importanti e numerose furono le realizzazioni dello studio McKim, Mead and White (Villard Houses, 1882-85; Pierpont Morgan Library (1902-07); edifici della Columbia University (1893-1913) ecc. che, insieme ad altre monumentali realizzazioni, come la N.Y. Public Library (1897-1911, Carrère & Hastings), rientravano negli ideali perseguiti dalla N.Y. City Improvement Commission (1904-07). Dal 1883, il Brooklyn Bridge (J.A. e W. Roebling), il primo dei caratteristici ponti sospesi di N., collega Manhattan a Brooklyn, città indipendente fino alla sua annessione alla Greater New York City (1898).
Nel 1902 D. Burnham costruì il Fuller (poi Flatiron) Building, prototipo dei grattacieli a scheletro d’acciaio: nuova tipologia che rese peculiare lo skyline della midtown e della downtown con le svariate forme degli stili storici e dell’art deco (American Radiator Building, 1924, R. Hood; Chrysler Building, 1929, W. van Alen; Empire State Building, 1931, Shreve, Lamb & Harmon; RCA Building, 1931, Cross & Cross, poi General Electric). Tra il 1931 e il 1940 si realizzò il Rockfeller Center: ai 14 edifici originari, progettati da un gruppo di architetti (tra i quali R. Hood e W.K. Harrison), se ne aggiunsero al;tri (1947-73). Dal 1931 il G. Washington Bridge collega Manhattan con il New Jersey (di O.H. Amman, autore anche del Verrazano-Narrows Bridge, 1964).
Dopo il 1950 i più noti architetti statunitensi ed europei hanno lasciato il loro segno su N.: Le Corbusier, O. Niemeyer, S. Markelius e W.K. Harrison (complesso dell’ONU, 1952); SOM (Lever House, 1952; Islamic cultur;al center, 1992); L. Mies van der Rohe (Seagram Building, 1956); W. Gropius (PanAm Building, 1963); M. Yamasaki (World trade center, 1972, con E. Roth & Sons, distrutto nell’attentato terroristico del 2001); P. Johnson (AT&T Building, 1982); C. Pelli (World financial center, 1982-88, danneggiato nel 2001 e poi restaurato). Si ricordano inoltre: C. de Portzamparc (sede del Louis Vuitton Moët Hennessy, 1995-99); G. Lynn (chiesa presbiteriana coreana di Long Island City a Queens, con D. Garofalo e M. McInturf, 1995-99); R. Piano (nuova sede del New York Times, 2001-07, e ampliamento della Morgan Library, 2006).
Numerosi sono gli istituti di istruzione e di cultura: Columbia University (già King’s College, 1754; con la Lerner Hall, di B. Tschumi, 1996-2000); N.Y. University (1841) ecc. Notevoli gli impianti sportivi polifunzionali (Madison square garden center ecc.) e l’articolato complesso del Lincoln center of the performing arts (1962-68).
Tra i musei: American museum of natural history (1869, con il Rose center for earth and space, S. Pols;hek, 1999-2000); Metropolitan Museum (1870); Jewish Museum (1904, ampliato K. Roche, 1993); Museum of Modern Art (fondato 1929, P. Goodwin 1939; ampliato P. Johnson, 1956; C. Pelli, 1985; Y. Tamaguchi, 1997); National museum of the American Indian (1916; nuova sede pres;so la Custom House, 1994) S.R. Guggenheim Museum (fondato 1937; F.L. Wright, 1959; ampliato Gwathmey, Siegel & Ass., 1987); Whitney museum of American art (fondato 1930; M. Breuer, 1966); Museum of broadcasting (fondato 1965, J. Burges, 1990); New museum of contemporary art (SANAA, 2007).
Stato di N. Stato federato degli USA (127.190 km2 con 19.490.297 ab. nel 2008; 153,2 ab. per km2); capitale Albany. Dopo la California, è lo Stato più popolato. È compreso fra i laghi Erie e Ontario, la valle del fiume S. Lorenzo a NO e la costa atlantica (su cui si affaccia nella parte più interna del Long Island Sound) a S. È attraversato in direzione longitudinale dal fiume Hudson (920 km), in cui confluisce da O (presso Albany) il Mohawk (220 km) che ha direzione latitudinale. Essi si aprono la strada tra una regione di alte terre che a S del Mohawk formano la porzione settentrionale del pianalto appalachiano, una delle zone più importanti per l’allevamento, e a N la sezione più meridionale della catena laurenziana (Adirondack, 1630 m). Poche zone piane (in cui si agglomerano i centri maggiori) sono lungo la sponda meridionale del Lago Ontario e presso il fiume Hudson. L’agricoltura (cereali, frutta, patate) è in secondo piano rispetto all’industria. Notevole l’allevamento, soprattutto di bovini da latte. La posizione dello Stato, intermedia tra Stati produttori di minerali, e la presenza di agevoli comunicazioni per vie d’acqua naturali e artificiali (8400 km di canali) hanno favorito un forte impulso dell’industria (chimica, elettronica e dell’abbigliamento) e delle relazioni commerciali.
Ebbe i primi coloni nel 1609, sotto protettorato olandese dal 1624 con il nome di Nuova Olanda (Nieuw Nederland). Passato sotto protettorato inglese nel 1664, si alleò con gli Irochesi, contro la politica fiscale inglese e fu una delle 13 colonie che diedero origine alla Confederazione nel 1776. Nel 1788 accettò la Costituzione federale. Da allora con il suo peso demografico ha avuto una parte sempre più decisiva nei destini politici degli USA.