Tipologia di graffiti originaria del Brasile, in particolare associata alla capitale San Paolo ma molto diffusa anche in tutta la restante area sud-orientale del paese, compresa Rio de Janeiro. Quale forma di espressione segnica completamente autoctona differisce per stile, modalità e finalità da ogni altra forma di graffiti, compreso il graffiti-writing americano, di cui non condivide la propensione eccessivamente estetica ed artistica. Si caratterizza piuttosto come atto di protesta sociale e politica. Le origini del p. vanno ricercate nelle azioni di protesta che a partire dagli anni Quaranta sino ad arrivare all’epoca del regime militare degli anni Sessanta interessano le classi operaie e quelle più povere della società brasiliana. Gli slogan sui muri, manifestati contro la politica e il regime, sono realizzati in catrame, che in portoghese si traduce con la parola pixe, termine che costituisce la radice di “pichação”, quindi letteralmente “scrivere col catrame”. L’opposizione di tipo politico si trasforma poi, dalla fine degli anni Ottanta, in volontà di affermazione, adrenalina e resistenza sociale. Con modalità che prescindono da qualsiasi rivendicazione artistica, i pixadores di San Paolo, i più dei quali provenienti dalle disastrate favelas della città, non accettano i ripidi squilibri e l’ingiustizia sociale che grava sul paese carioca e preferiscono provocare odio piuttosto che indifferenza, conquistando uno spazio alla propria libertà di espressione e allestendo un sistema di aggressiva contro-comunicazione. Questo approccio militante è sopravvissuto nel tempo, allontanando possibili cooptazioni artistico-creative, già più evidenti nel “grapixo”, forma ibrida che incorpora alcuni elementi basilari della prima evoluzione stilistica dei graffiti americani. Il lettering del p. si caratterizza per l’apra crudezza del segno basilare, nero ed aguzzo, che non lascia spazio ad un’immediata comprensibilità né tanto meno a un consenso visivo. Lo stile delle lettere discende da quello dei caratteri runici presenti sulle copertine degli album delle band heavy metal che durante gli anni Ottanta hanno grande seguito tra i giovani delle maggiori città brasiliane. Pur nella ricchezza di fogge e rielaborazioni, la fissità e la mancanza di evoluzione formale dell’alfabeto del P. riflette la sua maggior propensione all’azione eversiva, alla conquista indiscriminata dello spazio di comunicazione visuale della città. Superando ogni limite di rischio i pixadores sono soliti arrampicarsi a mani nude sui cornicioni delle finestre dei palazzi e dei grattacieli di San Paolo per raggiungere le posizioni più rilevanti nella gerarchia visuale del paesaggio urbano. Sulle superfici che non presentano appigli usufruibili non è raro che formino scale umane, un’immagine emblematica che viene riproposta nell’iconografia degli artisti brasiliani che hanno fatto dello spirito e delle modalità del p. una sorgente di ispirazione, come i popolari gemelli Os Gemeos. Quale atto di opposizione con valore politico non mancano gli episodi di protesta contro forme di cultura ufficiali e il sistema precostituito dell’arte: nel 2008 una formazione di circa 50 pixadores fa irruzione all’interno di una esposizione d’arte facente parte della Biennale di San Paolo, dimostrando con i propri strumenti il dissenso a ogni forma di elitarismo artistico. La maggior parte dei graffiti (pixo) lasciati dai pixadores con l’ausilio di pittura al lattice, ma anche spray, consiste nei nomi delle rispettive crew o della “grife” di appartenenza (una crew ancora più ampia), le quali subordinano la firma del singolo e rispecchiano il solido sistema comunitario all’interno del movimento. Tra i gruppi più influenti e numerosi nella città di San Paolo, che rimane il maggior polo di origine e propagazione del p., va annoverata la crew Cripta (o Kripta) capitanata da Cripta Djan, uno dei pixadores più famosi del Brasile. La reazione delle istituzioni e dell’opinione pubblica nei confronti del p. è unanimemente attestata su sensazioni di bruttezza, sporcizia e degrado, ragion per cui la pratica viene disprezzata e combattuta. Al contrario, la carica antagonista e l’estetica brutale espressa dai pixadores sono in molti casi apprezzate nel mondo dei graffiti, costituendo fonte di influenza dall’Europa agli Stati Uniti.