Indumento di tessuto, con colletto e maniche lunghe o corte, che ricopre la parte superiore del corpo.
Il termine è documentato dal Trecento, quando designa una veste di stoffa leggera lunga fino ai piedi o al ginocchio, con ampie maniche, indossata a contatto della pelle e sotto altri capi d’abbigliamento dagli uomini e dalle donne. Nel corso dei secoli, la c. si caratterizza come indumento di lusso, spesso ornato di pizzi e merletti; fino al Settecento è presente quasi esclusivamente nei corredi nobiliari prima e in quelli borghesi poi; la lunghezza va diminuendo per adeguarsi all’evoluzione parallela dell’abito maschile e femminile. Nell’Ottocento è spesso impreziosita da elementi complementari, quali lo jabot, il carré o lo sparato, colletto e polsini staccabili. I tessuti sono tela batista e seta, il colore è il bianco, segno di distinzione e di rango sociale. Nel 20° sec. si diffondono c. colorate, nei tessuti più vari.
C. di forza Mezzo di contenzione a forma di c., usato per immobilizzare gli alienati in stato di agitazione; il ricorso a tale mezzo diviene sempre più raro e si tende a eliminarlo del tutto, potendosi ovviare a fenomeni di eccitamento con metodi terapeutici e assistenziali.
Associata a un determinato colore, la c. ha indicato la divisa propria di un corpo militare o di un partito, al quale ha dato nome.
C. azzurre I cosiddetti ‘Sempre pronti’, nazionalisti italiani organizzati dopo la fine della Prima guerra mondiale in formazioni di tipo militare, che confluirono nel partito fascista.
C. brune (ted. Braunhemden) Gli appartenenti alle formazioni del partito nazionalsocialista tedesco. La c. bruna fu adottata per la prima volta a Monaco nel 1924 dalle SA, e poi dalle SS e dai dirigenti politici del partito nazionalsocialista.
C. nere Gli appartenenti al movimento fascista, dalla c. nera, assunta come elemento caratteristico dell’uniforme per significare la derivazione dagli Arditi. Poi più particolarmente si dissero c. nere i militi inquadrati nella Milizia volontaria per la sicurezza nazionale.
C. rosse Denominazione popolare dei garibaldini, dalla spedizione di Sicilia in poi, quando, a imitazione del loro capo, adottarono c. di lana scarlatta.
C. verdi Nel 1919, gli iscritti alla Guardia di ferro, in Romania. Erano anche noti come guardisti o legionari.
Rivestimento, con funzioni protettive o di isolamento, o involucro fluido che circonda le pareti di parti di macchine.
C. d’acqua Intercapedine costituita da una doppia parete e percorsa da acqua per raffreddare la parete di apparecchiature, motori, forni ecc., funzionanti a temperatura elevata. C. d’aria Intercapedine che si dispone nelle pareti dei forni per ridurre le dispersioni di calore; tra la parete interna e quella esterna della c. si sogliono disporre dei tramezzi per ridurre i moti convettivi dell’aria, i quali ridurrebbero sensibilmente l’efficacia di isolamento della c. stessa.
C. di calce Nelle costruzioni civili, strato dello spessore di 2-3 cm di malta di calce che si distende su un sottofondo rustico (solaio, massetto ecc.) e si liscia superficialmente per assicurare un piano di forza regolare alla sovrastante pavimentazione.
C. del cilindro Nelle macchine alternative a fluido, la superficie interna del cilindro entro cui scorre lo stantuffo. Può essere ricavata per fusione in blocco insieme alla parte esterna del cilindro (inviluppo), come è normalmente nei motori a scoppio per autoveicoli. Invece nei cilindri dei motori per aerei la c. è fusa separatamente, e su di essa è riportato, per mezzo di saldatura, l’inviluppo, costituito da un lamierino d’acciaio dolce.
C. di vapore Intercapedine in cui circola vapore proveniente dalla caldaia, che avvolge l’intero cilindro di una macchina a vapore allo scopo di ridurre la condensazione di vapore (e quindi le perdite) sulle pareti relativamente fredde del cilindro.