Cavità naturale a sviluppo prevalentemente orizzontale, di qualsiasi origine e forma, che si addentra nel sottosuolo o nei fianchi di un monte.
archeologia Insediamenti in g. Fin dai momenti più antichi del Paleolitico, molti gruppi umani hanno scelto l’insediamento in g. per le garanzie di protezione e di difesa che esso offriva. La maggior parte dei siti in g. in Italia è situata lungo le coste del Mediterraneo, dove i gruppi umani erano in grado di integrare con la pesca la propria economia di sussistenza; così i Neandertaliani del Monte Circeo (G. Guattari), della G. delle Capre (G. Paglicci) sul Gargano, della G. del Cavallo presso Lecce, dei Balzi Rossi in Liguria, della G. Polesini presso Tivoli e della G. dell’Osservatorio presso Monaco. In alcune g. il riempimento stratigrafico abbraccia un lungo periodo e indica che la frequentazione del sito si è protratta per millenni (dal Paleolitico al Bronzo nella g. delle Arene Candide in Liguria). Insediamenti in g. sono disseminati lungo le coste del Nord Africa (Maghreb) e nel Levante. Un significato rituale è stato attribuito alla frequentazione delle g. con pareti decorate dell’Italia (Porto Badisco presso Lecce) e dell’area franco-cantabrica (g. di Altamira), dove l’arte parietale ha raggiunto alti livelli qualitativi.
In genere, le g. si distinguono a seconda della loro origine e della natura del terreno in cui si sono formate. Si hanno così g. di origine primaria, dovute a processi costruttivi: tali le g. di origine magmatica, di scolamento lavico (v. fig.), di scogliera corallina, di deposito travertinoso; e g. di origine secondaria, dovute a fenomeni distruttivi (erosione, dissoluzione, fusione ecc.). Fra queste, si distinguono le g. di origine tettonica, di erosione eolica, di erosione marina, di erosione fluviale, oltre a quelle di origine glaciale e a quelle più numerose di origine carsica (➔ carsismo). Le g. fumanti sono quelle ricche di umidità, nelle quali si produce una intensa aerazione; di conseguenza, da esse fuoriescono masse d’aria umida, le quali, al contatto con l’aria esterna a temperatura inferiore, danno luogo, per lo più nei soli mesi invernali, a fenomeni di condensazione, con la formazione di sottili nebbie o fumi.
Come altri luoghi naturali anche le g. furono valorizzate dalla coscienza religiosa arcaica, alla quale segnalarono sempre una presenza divina particolare. Allorché la sacralità insita in una di esse si articolò in una figura divina ampiamente organizzata, la g., pur restando essenzialmente un santuario naturale, poté essere utilizzata come sfondo di vasti complessi monumentali-cultuali (per es., il grande santuario costruito a Preneste attorno alla g. della Fortuna Primigenia). L’essere addentrate nella terra o nei monti e la connessione con le acque collegano le g. con il mondo oscuro di tutto ciò che attende ancora di essere dispiegato alla luce: la g. può essere quindi valorizzata dalla simbolica mitico-religiosa quale ‘luogo dell’origine’, per es., come teatro di un avvenimento divino di grande portata quale la nascita di un nuovo dio (sono g., per es., i luoghi di nascita di Zeus e di Hermes). In questo quadro va compresa l’associazione di g. a pratiche divinatorie di tipo intuitivo e oracolare (➔ divinazione). In Grecia, la sacralità attribuita alle g. ha radici nella civiltà preellenica egeo-anatolica; infatti le più celebri g. sacre si trovavano a Creta e nell’Asia Minore. Nel tardo paganesimo vi sono anche santuari costruiti che imitano le g. (così i mitrei e le edicole della Grande Madre). Anche le religioni semitiche conoscevano g. sacre. Il cristianesimo raccolse l’eredità plurimillenaria delle g. sacre; tra i numerosi santuari-g., mete di pellegrinaggi popolari, la g. di Lourdes, quella di Betlemme e il santuario sotterraneo di S. Michele Arcangelo sul Gargano in Puglia.