In informatica, testo organizzato in un insieme di moduli elementari (v. +fig.) che ne rende possibile la lettura, integrale o parziale, secondo diversi percorsi logici (ciascuno dotato di autonomia di significato), scelti dal lettore in base a sue personali esigenze. L’idea che ha guidato i fondatori dei sistemi ipertestuali parte dalla convinzione che la mente umana non pensi solo sequenzialmente ma, al contrario, operi spesso per associazione di idee. Il termine hypertext fu coniato da T. Nelson (1965), che ipotizzò un sistema software in grado di memorizzare documenti, articoli, annotazioni e informazioni varie, consentendo sia allo scrittore, sia al lettore di costruire percorsi preferenziali e di ‘navigare’ il più possibile rapidamente nella rete informativa costituita dall’insieme dei documenti interconnessi. In realtà, i concetti alla base dei sistemi ipertestuali erano già presenti, a livello teorico, fin dagli anni 1950, e la prima applicazione, di limitate dimensioni, denominata augment, venne proposta nel 1960 da D. Engelbart.
Quello che permette la navigazione non sequenziale delle risorse sono i collegamenti (ipertestuali) tra le stesse; l’insieme di tali collegamenti può essere schematizzato da un grafo o rete in cui a ogni nodo viene associato un concetto (un documento) e i collegamenti tra i vari nodi (link) rappresentano le reciproche associazioni. Astraendo, un sistema ipertestuale si presenta come un metodo per la gestione di basi di dati (➔ banca dati), ovvero per organizzare le informazioni, rappresentare secondo uno schema e offrire una modalità di comunicazione uomo-macchina; in tale ottica, i nodi sono le entità alle quali vengono associate le informazioni (testi, immagini, suoni, procedure, filmati ecc.) e possono essere intesi come contenitori di idee, concetti o generiche informazioni. Colui che definisce la rete ne deciderà anche i contenuti e stabilirà il livello di dettaglio con cui le informazioni devono apparire nei nodi. Attraverso queste scelte si attiva il processo di modularizzazione delle idee che porta alla definizione del contenuto e influisce anche sulla decisione di quali collegamenti associare al nodo. Spesso su una rete ipertestuale viene sovraimposta una ulteriore struttura, in funzione della quale possono essere individuate tre principali categorie di sistemi: quelli che impongono una struttura gerarchica della rete, quelli che la permettono ma non la impongono e quelli che non consentono alcuna strutturazione.
In effetti, alcuni elementi di tipo ipertestuale sono sempre stati presenti nei documenti su carta: commenti tra parentesi, note in fondo alla pagina, richiami bibliografici, rinvii di vario tipo. L’approccio ipertestuale affronta il problema consentendo a chi scrive di stabilire collegamenti tra concetti a prescindere dal flusso logico di una esposizione, e al lettore di scegliere quali collegamenti seguire e in quale ordine, in modo, entro certi limiti, indipendente dal flusso logico sequenziale previsto dall’estensore del documento. Per es., in un processo di lettura si può scorrere un documento dall’inizio alla fine, oppure seguire, man mano che si presentano, i richiami a riferimenti bibliografici, oppure scorrere solo le figure inserite nel testo.
Le funzioni svolte da un sistema ipertestuale sono prima di tutto di consultazione. L’utente può infatti posizionarsi sulla rete, navigare nella base informativa seguendo i vari collegamenti che si dipartono dal nodo, visualizzare il contenuto del nodo ecc. Quando il numero di nodi è piccolo, il dominio è ristretto, la semantica dei collegamenti è ben compresa e la rete è abbastanza omogenea; allora, la combinazione di semplici tecniche di ricerca e di presentazioni grafiche può essere efficace. Al crescere delle dimensioni della rete cominciano a sorgere alcuni problemi: il disorientamento e il sovraccarico cognitivo. Il problema del disorientamento si verifica quando la complessità delle informazioni e della loro organizzazione fanno sì che non si sappia più a che punto della rete ci si trova e come raggiungere un altro punto di essa. Questo problema viene affrontato con l’ausilio di supporti grafici (che consentono di orientarsi in base a indizi visivi e informazioni presenti nei nodi e associate ai collegamenti), oppure di tecniche standard per l’interrogazione e la ricerca nelle basi di dati che offrono metodologie e strumenti per localizzare le entità indagate (si tratta di creare interrogazioni sugli attributi e/o sui valori associati alle diverse entità).
Le applicazioni dei sistemi ipertestuali non riguardano soltanto l’editoria elettronica e la creazione di documenti, ma anche il supporto alle attività di progettazione (sia di sistemi che di software) e di decisione (attraverso il supporto alla formulazione ed esplorazione di problemi).