Nome latino di un’antica colonia greca nella Campania meridionale, e dal 1926 anche nome ufficiale (in sostituzione dell’it. Pesto) di un piccolo centro (980 ab.), sorto accanto alle rovine di quella colonia e appartenente al comune di Capaccio della prov. di Salerno.
L’antica P., Posidonia, fu fondata, secondo Strabone, dagli Achei di Sibari come centro commerciale marittimo al principio del 6° sec. a.C., ma già prima era stata stabilita come fattoria commerciale, in un’area abitata sin dal Paleolitico. Verso la metà del 5° sec. P. aiutò i Sibariti a ricostruire la loro città distrutta da Crotone. Alla fine dello stesso secolo cadde in potere della popolazione italica dei Lucani, che volsero il nome greco in Paistos (o Paistom). Il 4° sec. segna il momento di massima espansione demografica di P. che, occupata per breve tempo dai Greci con la spedizione di Alessandro il Molosso, fu recuperata dai Lucani nel 331-30 a.C. con le guerre sannitiche. Nel 273 a.C. vi fu dedotta da Roma una colonia latina. Forse municipio con la lex Iulia, P. mantenne il privilegio unico di battere moneta bronzea fino ai tempi di Augusto e di Tiberio, in premio della fedeltà dimostrata a Roma durante le guerre puniche. Vi fu dedotta una colonia di veterani, dal nome Flavia, sotto Vespasiano. Continuò ad essere ricco centro agricolo anche nel Basso Impero. Lo sviluppo della malaria determinò poi il suo graduale spopolamento. Fu distrutta dai Saraceni verso l’877.
Delle prime fasi di vita della colonia achea sono note sepolture dell’inizio del 6° sec. a.C. Al 4° sec. risale invece l’impianto originario della cinta muraria, il più rilevante esempio di fortificazione delle città greche d’Occidente. A pianta pentagonale, ha 4 porte, fra cui molto complessa e interessante è la porta Marina. L’impianto era rigorosamente ortogonale (fig.); sono stati individuati il foro, l’Heraion I (cosiddetta basilica), l’Heraion II (cosiddetto di Nettuno), il comizio, l’heroon, l’Athenaion (cosiddetto di Cerere), l’Asklepieion, l’ekklesiastèrion e altre costruzioni. I templi (6°-5° sec. a.C.) costituiscono il complesso architettonico meglio conservato e più cospicuo della Magna Grecia e rappresentano tre fasi dello sviluppo dell’architettura dorica in Italia. Notevole il ritrovamento di magnifiche idrie bronzee. Si conserva inoltre la tomba del Tuffatore (480-470 a.C.), così denominata da una scena dipinta all’interno. Numerose le lastre dipinte di tombe lucane (4° sec. a.C.): vi si trovano rappresentate scene della vita del defunto, o di combattimento, duelli di gladiatori o scene di pugilato, corse di bighe e di quadrighe, in generale scene attinenti ai ludi funebri e insieme simbolici viaggi verso l’oltretomba. La monetazione si estende dalla metà del 6° sec. a.C. al regno di Tiberio.