Ambrogio Damiano Achille Ratti (Desio 1857 - Città del Vaticano 1939). Dopo aver studiato a Desio, quindi nei seminari diocesani di Milano e nel Seminario lombardo di Roma, dove fu ordinato prete il 20 dic.1879, si laureò in teologia, in diritto canonico e in filosofia. Prof. per cinque anni di sacra eloquenza a Milano, tenne un corso speciale di teologia nel Seminario maggiore; ammesso fra i dottori della Biblioteca Ambrosiana (1888), compì varî viaggi scientifici (fu anche appassionato ed esperto alpinista), riordinò la biblioteca della Certosa di Pavia (1898), e tra il 1905 e il 1907 la Biblioteca e la Pinacoteca Ambrosiana e il museo Settala. Ebbe l'incarico dal capitolo del duomo di Milano di recuperare e restaurare le pergamene e i codici danneggiati, opera che portò a termine nel 1914. Intanto era stato eletto prefetto dell'Ambrosiana (1907), che arricchì di nuovi fondi. Nel 1911 fu nominato viceprefetto della Biblioteca Vaticana e ne divenne prefetto nel 1914. Pubblicò numerosi saggi di carattere bibliografico, storico e artistico, e l'edizione critica degli Acta ecclesiae mediolanensis (1890-97). Nel 1918 fu nominato visitatore apostolico in Polonia e Lituania, e come tale, in un periodo difficile, che vedeva il crollo degli Imperi centrali, svolse una proficua attività, ottenendo il riconoscimento della Polonia da parte della Santa Sede (30 marzo 1919). Nominato nunzio e consacrato arcivescovo nello stesso anno, si adoperò per la ricostituzione delle sedi vescovili, visitando poi anche Vilnius, Kaunas e Riga, e gettò le basi di un concordato con la Lettonia. Per la sua azione durante l'aspra lotta fra Polacchi e Ruteni, per i quali chiese un temperamento delle repressioni, e principalmente per la sua missione (1920) di commissario pontificio in occasione dei plebisciti dell'Alta Slesia e della Prussia orientale, si attirò critiche e risentimenti. Nominato arcivescovo di Milano, prima ancora di raggiungere la sede fu creato cardinale (13 giugno 1921). L'omelia d'ingresso a Milano (8 sett. 1921), nella quale accennò ai vantaggi che per l'Italia avrebbe avuto il tener debito conto, nei riguardi del papa, "del suo essere internazionalmente e sopranazionalmente sovrano", provocò polemiche. Tra gli atti del suo breve episcopato a Milano, l'8 dic. 1921 inaugurò l'università cattolica del Sacro Cuore. Eletto pontefice, succedendo a Benedetto XV, il 6 febbr. 1922, assunse il nome di Pio XI, e nel giorno dell'elezione al pontificato si affacciò alla loggia esterna di S. Pietro che era rimasta chiusa dal 1870, per impartirvi la benedizione urbi et orbi; ripeté il gesto in occasione dell'incoronazione (12 febbr.). La sua volontà di risolvere la questione romana, dopo lunghe trattative, portò alla stipulazione dei Patti Lateranensi, comprendenti un concordato e un trattato, considerati da P. XI come inscindibilmente uniti. Dei contrasti si ebbero però nell'applicazione di questi patti, specie quando si verificarono gli attacchi fascisti alle organizzazioni dell'Azione cattolica. Contro questi attacchi P. XI intervenne con l'enciclica Non abbiamo bisogno (29 giugno 1931), ma la tensione fu poi risolta e Mussolini si recò a fargli visita (12 febbr. 1932). L'atteggiamento neutrale assunto durante il conflitto etiopico (1935-36) fu oggetto di critica fuori d'Italia, ma dopo i provvedimenti razzisti approvati dal Gran Consiglio del fascismo (6 ott. 1938) ci fu una sua ferma protesta. Anche in altri paesi l'applicazione dei concordati diede occasione, in questo periodo, a contrasti. Fra i più aspri fu quello che si produsse con la Germania di Hitler, per la violazione sotto varia forma del concordato (stipulato il 20 luglio 1933) da parte del governo tedesco: contro di esso P. XI rivolse l'enciclica Mit brennender Sorge (14 marzo 1937). Assai difficili e talvolta inesistenti o quasi le relazioni con la Russia sovietica, il Messico, la Spagna repubblicana (per gli anni 1936-39). In Francia, in un periodo in cui i rapporti fra governo e Chiesa erano abbastanza buoni, P. XI dovette intervenire (1926) per condannare, per alcuni suoi presupposti filosofici e morali, il movimento dell'Action française. Pochi giorni dopo la severissima condanna del nazionalsocialismo con la Mit brennender Sorge, il papa condannò il comunismo ateo con l'enciclica Divini Redemptoris del 19 marzo 1937. A favore della pace indisse una crociata mariana (1937) e indirizzò al mondo il radiomessaggio del 29 sett. 1938. Conformemente alla sua convinzione che i fedeli cattolici non dovessero estraniarsi dalla "vera e buona politica, quella che studia e promuove il bene" della società, sostenne e alimentò l'organizzazione apartitica dell'Azione cattolica, dandole impulso in tutti i paesi e particolarmente in Italia, dove fu l'unica organizzazione rimasta in vita nel regime fascista. P. XI avviò in diversi paesi extraeuropei la costituzione dell'episcopato indigeno (tra l'altro, il 28 ott. 1926 consacrò a San Pietro i primi vescovi cinesi) e dedicò una cura particolare alle missioni, istituendo e riformando anche i centri superiori di studî specializzati in missiologia. Attenzione rivolse anche alle Chiese orientali, cattoliche e non, istituendo tra l'altro nel 1929 una commissione per la codificazione del diritto canonico orientale. Papa intellettuale e umanista, emanò varî documenti sull'educazione del clero, diede un forte impulso agli studî ecclesiastici superiori e curò in modo particolare le istituzioni culturali della Santa Sede. Fu artefice della sistemazione edilizia del nuovo Stato della Città del Vaticano e, sostenitore delle ricerche scientifiche e dei progressi tecnici, affidò a G. Marconi la realizzazione della Radio vaticana (che inaugurò il 12 febbr. 1931 con un solenne radiomessaggio) e ricostituì (28 ott. 1936) la Pontificia accademia delle scienze.