Nella tecnica, macchina operatrice capace di sviluppare elevatissimi sforzi di deformazione plastica sul materiale in lavorazione fino a ridurlo alla forma desiderata: è costituita essenzialmente da una robusta incastellatura che porta un banco fisso e un equipaggio mobile (o entrambi mobili), i quali esercitano sul pezzo gli sforzi deformanti. Le p. sono usate per la lavorazione dei metalli, per lo stampaggio delle materie plastiche, per la formatura di prodotti ceramici, per incollare legnami, per impiallacciature e placcature, per la formazione di truciolati e paniforti, per la lavorazione della gomma e dei pellami, per la spremitura di materiali (semi oleosi ecc.), e in genere in tutte le operazioni nelle quali occorrono forti pressioni per tempi di sensibile durata.
Tipiche lavorazioni da eseguirsi alla p. su materiali metallici sono: forgiatura e fucinatura, ricalcatura, estrusione (lavorazioni a caldo); imbutitura, stampaggio (lavorazioni a caldo o a freddo in dipendenza dell’entità delle deformazioni e degli spessori in gioco); punzonatura, tranciatura, piegatura (lavorazioni a freddo). Per quanto riguarda le operazioni di forgiatura e fucinatura l’azione lenta della p. sul massello rovente è diversa da quella violenta esercitata dal maglio; con la p. si ottengono una migliore compattezza della massa plastica e, di conseguenza, un miglioramento delle proprietà tecnologiche e meccaniche. Inoltre, la p. ha un’azione tanto più efficace quanto più plastico è il materiale e, rispetto al maglio, offre il vantaggio dell’assenza di urti e vibrazioni, con una durata degli stampi maggiore.
Le p. possono essere classificate in base alla forma costruttiva dell’incastellatura della macchina, che ha il compito, insieme alle guide, di sostenere la forza di deformazione e di assicurare un corretto posizionamento reciproco degli utensili durante la deformazione. Le strutture, generalmente verticali, raramente inclinate od orizzontali, possono essere a forma di C (o aperte, fig. 1A) , o a forma di O (o chiuse, fig. 1B). Le prime trovano impiego per p. di piccole e medie dimensioni, e vengono ulteriormente divise nei tipi a montante semplice o a doppio montante (fig. 2). Oltre che per la struttura, le p. possono classificarsi per il complesso degli organi di trasmissione, che può essere idraulico oppure meccanico, a semplice effetto oppure a doppio effetto (comando simultaneo di due slitte). Tutte le p. possono essere corredate di un insieme di attrezzature ausiliarie che vanno dagli stampi ai dispositivi di alimentazione e di estrazione, agli arresti di sicurezza, alle protezioni per gli operatori, agli apparecchi di misurazione di sforzi, deformazioni ecc.
Utilizzano per l’azionamento della slitta uno o più cilindri idraulici azionati da un fluido in pressione, anche a migliaia di bar; il fluido è normalmente olio, ma si usa anche acqua con l’aggiunta di piccole percentuali di olio emulsionabile; le forze applicate vanno da 500 a 50.000 kN; il tipo più usato di p. è quello a comando indiretto, in cui una pompa fornisce una portata costante, e si ottiene un azionamento idraulico con una forza variabile in funzione della corsa grazie a un accumulatore idraulico.
Utilizzano per il movimento della slitta sistemi di trasmissione meccanica. Fondamentalmente si hanno il tipo a vite e il tipo a eccentrico; per la coniazione sono usate p. a ginocchiera. La p. a vite è detta anche p. a frizione o bilanciere a frizione, poiché la forza di compressione è ottenuta mediante trasformazione in lavoro di deformazione dell’energia cinetica accumulata in un volano come nei bilancieri. La p. meccanica di fig. 3 è costituita da un’incastellatura a recante una madrevite b a più principi, con la quale si accoppia una vite c solidale a un volano d (bilanciere) rotante attorno all’asse della vite; il volano è messo in moto rotativo facendo aderire a esso l’uno o l’altro dei due dischi coassiali e e’, comandati dal motore, ottenendo così la corsa utile e quella di ritorno. L’accoppiamento fra volano e dischi può aversi per comando manuale oppure mediante dispositivi elettronici. In fig. 4 è dato lo schema del meccanismo di una p. a eccentrico: un motore pone in rotazione un volano a che, tramite un gruppo frizione-freno, trasmette il moto a un riduttore costituito dalle ruote dentate b e c; da quest’ultima ruota il moto è trasmesso, per mezzo dell’eccentrico d, alla biella e che trascina la slitta f. Il meccanismo è completato da una valvola di sicurezza costituita da un cilindro idraulico g tarato per la pressione massima di esercizio. Per evitare irregolarità di funzionamento, normalmente, la slitta è comandata da una coppia di meccanismi.