Termine con cui vengono indicate alcune salienze ossee, che per la loro conformazione aguzza o semplicemente per la loro particolare sporgenza ricordano le comuni s.; s. neoformate possono osservarsi come esiti di processi infiammatori dell’osso o di fratture. S. iliaca anteriore-superiore e anteriore-inferiore Le 2 robuste eminenze arrotondate del margine anteriore dell’osso iliaco. S. iliaca posteriore-superiore e posteriore-inferiore Analoghe eminenze del margine posteriore dell’osso iliaco. S. ischiatica Robusta eminenza del margine posteriore dell’osso iliaco. S. mentale o mentoniera Il complesso delle 4 piccole eminenze situate sulla faccia posteriore della mandibola. S. della scapola Robusta apofisi che si distacca dalla superficie superiore della scapola. S. dello Spix Lamella ossea situata sulla faccia interna della porzione verticale della mandibola.
S. in assoluto, o s. dorsale, è la colonna ossea (colonna vertebrale) situata sulla linea mediana nella parte posteriore del tronco, costituita dalla sovrapposizione delle diverse vertebre. Apofisi spinosa, in ciascuna vertebra, è il processo osseo situato sulla linea mediana e posteriormente al canale vertebrale. Spinale è detto ciò che ha rapporto, diretto o indiretto, con la s. dorsale: muscoli spinali, i muscoli delle docce vertebrali; midollo spinale, la parte del sistema nervoso centrale racchiusa nel canale vertebrale; radici, gangli e nervi spinali, i corrispondenti organi nervosi situati in rapporto con il midollo spinale. Fasci spinobulbari I 2 fasci di fibre nervose (fascio di Goll e fascio di Burdach) che hanno origine nel midollo spinale e terminano nei nuclei, rispettivamente di Goll e di Burdach, del midollo allungato o bulbo. Fasci spinocerebellari I 2 fasci di fibre nervose (crociato e diretto) che dal midollo spinale raggiungono il cervelletto. Fascio spinotalamico Il fascio di fibre nervose sensitive che dal midollo spinale si porta verso il talamo ottico.
In istologia, strato spinoso della cute, piano di cellule dello strato germinativo della cute, che presentano prolungamenti intercellulari detti processi spinosi. Una varietà di epitelioma cutaneo che contiene cellule spinose è detto spinocellulare.
In patologia, s. irritativa, qualsiasi fattore d’ordine anatomico, meccanico o psicologico che, con la sua persistenza, rende permanente una condizione morbosa o uno stato d’animo. S. ventosa, forma di tubercolosi ossea. Paralisi spinale spastica, sindrome neurologica caratterizzata da paresi spastica degli arti inferiori (paraparesi spastica); le forme più caratteristiche sono di natura ereditaria: costituiscono le forme di Strümpell-Lorrain.
Parte indurita, acuta e pungente derivata dalla trasformazione (detta spinificazione) di un organo delle piante superiori (caule, foglia, radice). Si distinguono: s. caulinari, quando un ramo è trasformato in s. o solo all’apice (prugno selvatico) o totalmente (rametti afilli del biancospino), nella Gleditschia spinificano sistemi di rametti; s. fogliari, per spinificazione parziale o totale del lembo o delle stipole o di ambedue queste parti della foglia: del lembo può spinificare solo l’apice (Yucca), i denti marginali (cardi, eringi), il rachide (astragali spinosi) o l’intero lembo (ginestrone), in altri casi spinificano le sole stipole (robinia, varie acacie); s. radicali, più rare, come in Acanthorriza, palma dell’America tropicale.
L’organo che finisce in punta spinosa (foglie, brattee, rami e simili) si dice spinescente, tale termine si usa anche riferito agli arbusti in cui persistono resti secchi, irrigiditi e con aspetto di s., dei rami non più in vegetazione. È detto spinuloso l’organo o l’organismo munito di piccole s. o di prominenze simili a s.; si dice per lo più di spore di funghi e d’altri vegetali osservabili al microscopio.
Organo fornito di elettrodi metallici inseriti in un supporto isolante in gomma, in resina termoindurente o in lega leggera pressofusa che, introdotto in un elemento di accoppiamento, detto presa, realizza la connessione fra due linee elettriche; spesso gli elettrodi sono rivestiti mediante elettrodeposizione con elementi protettivi contro l’usura e la corrosione chimica. La s. assume aspetti molto differenti a seconda che debba effettuare una connessione per il trasferimento di energia elettrica o per il trasferimento di un segnale; per la connessione di apparecchiature sulle linee di distribuzione di energia elettrica si ha una grande varietà di soluzioni concordemente alle prescrizioni dei vari enti di normalizzazione (UNI, DIN, CEI ecc.); vi sono s. differenti per numero, forma e posizione degli elettrodi; per es., per il collegamento di apparecchiature monofase a 220 V si possono avere s. (norme DIN) con 3 elettrodi metallici disposti in linea, con i due elettrodi per l’alimentazione dell’apparecchiatura posti alle estremità e il terzo, in posizione centrale, posto per evitare o limitare la pericolosità di eventuali fulminazioni, che assicura il collegamento dell’involucro metallico dell’apparecchiatura elettrica con l’impianto di terra o con il conduttore di protezione. Per correnti più elevate del normale si costruiscono s. particolari che, inserite nelle apposite prese (prese interbloccate), non permettono il distacco dell’apparecchiatura sotto carico. Per l’alimentazione di carichi trifase vi sono s. di varie forme con disposizione degli elettrodi in linea o raggruppati in una struttura circolare, a 3 poli (tripolari con terra) e a 4 poli (tripolari con terra e neutro); la disposizione degli elettrodi è in ogni caso eseguita in modo da permettere l’innesto nella presa in un solo modo (s. polarizzata), assicurando una ben determinata corrispondenza fra gli elementi della presa e quelli della spina.
Le s. per il trasferimento di segnale (dette più comunemente connettori), dovendo rispondere a esigenze molto diverse, hanno forme, dimensioni, numero di contatti e disposizione degli elettrodi molto differenti. Per es., un tipo normalizzato per il collegamento di videoregistratori, lettori DVD e decodificatori è il connettore SCART (syndicat des constructeurs d’appareils radiorécepteurs et téléviseurs); obbligatorio in Italia dal 1° gennaio 1985, è costituito da 21 contatti piatti, disposti su 2 file (10 e 11 contatti), a ciascuno dei quali è assegnata una funzione determinata. Esistono inoltre connettori coassiali per scopi specifici (connettori per strumenti elettronici, per fibre ottiche ecc.) tra cui molto diffuso è il connettore di tipo jack, unipolare o multipolare, che ha la particolarità di poter funzionare anche come organo di commutazione oltreché di inserzione, oppure i connettori BNC (bayonet Neill Concelman, dal nome degli inventori P. Neill e C. Concelman), unipolari a baionetta, molto usati per applicazioni video professionali e per il collegamento di strumenti elettronici di misura.
Organo meccanico di forma allungata, cilindrica, prismatica o conica, che può servire a collegare pezzi fra loro (s. di collegamento) o a permettere di riconoscere la posizione relativa di due pezzi combacianti (s. di riferimento) che devono essere frequentemente distaccati; la s. esercita la sua funzione quando è inserita (quasi sempre di precisione) in opportuni fori praticati nei pezzi da collegare o da posizionare.
Nome generico che indica vari tipi di strutture simili solo per la forma, sottile e appuntita, presenti sul corpo di diversi gruppi animali (Vertebrati e invertebrati), che svolgono funzioni svariate e possono avere origini embriologiche diverse, per es: le s. dell’istrice, le s. del riccio di mare.
Nome comune degli elementi dello scheletro dei pesci.