(o acquacoltura) Coltura in acque dolci o marine di specie soggette alla pesca, mediante particolari tecniche di semina, allevamento e cattura. È arte antichissima, che risale ai Greci. Le principali forme di a. in acque dolci, secondo i prodotti di allevamento, sono: carpicoltura, troticoltura, salmonicoltura e astacicoltura (coltura dei gamberi di fiume). L’a. in acque salate si distingue in lagunare, o di acqua salmastra, e marina. L’a. lagunare si dice anche vallicoltura e si riferisce specialmente alla coltivazione delle ostriche (ostreicoltura) e dei mitili (mitilicoltura).
Tutti i metodi di allevamento nel mezzo acquatico si basano sugli stessi principi e si possono inquadrare in due categorie: a. estensiva e a. intensiva. Tra le forme di a. estensiva, molto sviluppata è quella detta da ingrasso, nonostante presenti numerosi problemi, primo fra tutti la difficoltà di reperire in natura gli stadi giovanili destinati a essere allevati, siano essi spore di Alghe, larve di Crostacei o avannotti di Pesci. Spesso le forme giovanili non sono disponibili in quantità sufficienti, quasi sempre i siti di raccolta e il periodo della loro disponibilità sono poco compatibili con una produzione programmata. Inoltre, in particolar modo per le specie marine, le uova o le larve sono molto piccole e difficili da allevare. La raccolta delle forme giovanili deve essere rigidamente regolata, per non causare squilibri negli ambienti nei quali viene effettuato il prelievo. A volte è comunque possibile ottenere soggetti da allevare dagli ambienti naturali, come succede per la molluschicoltura tradizionale, con ostriche e cozze, o per i giovani di muggini, orate e spigole. L’allevamento di questi stadi giovanili tiene conto delle esigenze ecologiche ed etologiche degli animali (per es., per le cozze, la presenza di un substrato dove attaccarsi) e, nelle forme di allevamento più intensive, anche delle condizioni del mezzo ambientale, come assenza di predatori e somministrazione di alimentazione adeguata. In questo modo si ottiene un tasso di sopravvivenza tra il 20 e il 60% per le specie marine (contro il 5% in natura) e di più dell’80% per le specie di acqua dolce. L’alimentazione degli stadi larvali degli organismi marini è problematica, in quanto spesso essi si nutrono esclusivamente di prede vive, in grande numero e di taglia compatibile con la bocca del predatore. Raggiunta la fase giovanile, inizia il periodo di ingrasso, nel quale è necessario che la quantità di cibo disponibile sia elevata. In alcuni casi, gli animali vengono rimessi in libertà e la loro alimentazione dipende così dal nutrimento disseminato nel mezzo acquatico. Una volta raggiunta la taglia commerciale, vengono ricatturati dai pescatori (anche tramite la pratica del ripopolamento, come avviene per i salmoni in Giappone, Canada e Stati Uniti). In questo caso si parla di a. di produzione, basata sulla trasformazione della capacità produttiva del mezzo acquatico in prodotti consumabili dall’uomo. Un altro tipo di a. di produzione, che si basa su un sistema di utilizzazione estensiva della risorsa, è quello per la produzione della carpa, effettuato in Cina e in Europa orientale: esso si basa su due tipi di carpa, una planctofaga e una erbivora, in grado di consumare sia le Alghe planctoniche sia quelle bentoniche. È una forma di a. su base ecologica, in quanto impiega più specie, buone utilizzatrici di substrati trofici naturali, in corsi d’acqua artificiali e naturali, al fine di sfruttare meglio il flusso di energia delle reti trofiche; non è però sempre possibile, perché necessita di specie adattate alle condizioni ambientali locali del sito di allevamento. L’allevamento dei Bivalvi (ostriche, cozze e vongole) è di tipo estensivo, ma con rese da allevamento intensivo. Costituisce uno dei migliori esempi di valorizzazione della produzione primaria delle acque marine: la trasformazione in proteine animali da consumo è diretta e la sua efficienza elevatissima.
I Pesci sono oggetto di a. intensiva, in cui tutta l’alimentazione è di provenienza esterna, di solito costituita da nutrimento granulare, ricavato per lo più da prodotti o sottoprodotti di scarso valore di mercato (per questo si parla di a. di trasformazione), che soddisfa le necessità di accrescimento degli animali. L’a. intensiva presenta molte delle caratteristiche della zootecnia intensiva: allevamento a densità molto elevate, alimentazione completa e continuativa cui vengono spesso aggiunti promotori di crescita e/o farmaci, tendenza a lavorare su poche specie geneticamente predisposte (e in futuro selezionate) a rispondere in modo soddisfacente alle esigenze di qualità e quantità di prodotto. In acqua dolce l’attività intensiva principale riguarda l’allevamento dei Salmonidi (trota arcobaleno nei paesi temperati e salmoni nei paesi nordici). In mare l’allevamento intensivo, effettuato in gabbie galleggianti o sommerse, riguarda principalmente l’orata, la spigola e i salmoni.
Il principale produttore mondiale del settore dell’a. è la Cina, con oltre i due terzi del totale, mentre, per quanto riguarda le specie allevate, il primo posto spetta alle carpe, ai barbi e agli altri Ciprinidi. Nell’Unione Europea i principali produttori sono Spagna, Francia e Italia.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 2022 l’Anno Internazionale della Pesca e dell’Acquacoltura (IYAFA 2022).