Sport, popolarissimo negli Stati Uniti e diffusosi in Italia dopo la Seconda guerra mondiale (l’attività è coordinata dalla FIBS, Federazione Italiana Baseball e Softball). Le regole del b. furono unificate intorno al 1840.
Il terreno di gioco è costituito da un angolo retto i cui lati teoricamente si intendono prolungati all’infinito. La posizione al vertice è chiamata casa-base. Da ciascuno dei due lati dell’angolo, a 27,43 m dal vertice della casa-base, partono due linee perpendicolari che si intersecano, completando un quadrato, detto diamante, i cui vertici sono la casa-base, la prima, la seconda e la terza base.
Al centro del quadrato è collocata la pedana dove si pone il lanciatore. Ogni squadra (nove uomini) può giocare, a turno, o in difesa o in attacco. Quando una squadra disputa il suo turno di difesa dispone sul terreno il lanciatore (pitcher), il ricevitore (catcher), un uomo per ogni base, uno tra la seconda e la terza (interbase) e tre esterni (centro, sinistro e destro). La squadra in attacco manda in campo solo il battitore (batter), munito di mazza (di legno o alluminio), che si sistema tra il lanciatore e il ricevitore avversari. Il lanciatore comincia il gioco cercando di far arrivare la palla al suo compagno ricevitore senza che il battitore avversario la colpisca con la mazza. La palla deve essere però lanciata in zona di strike, alla portata del battitore, cioè a un’altezza compresa fra le spalle e le ginocchia e sopra la lastra che segna la casa-base. Se il lanciatore manda la palla fuori da tale zona, l’arbitro segna un ball (e dopo 4 ball il battitore occupa di diritto la prima base avversaria); se invece è il battitore che non riesce a colpire la palla lanciata nella zona valida l’arbitro annota uno strike in favore della squadra difendente (e dopo 3 strike il battitore viene eliminato). Se il lancio è valido lo scopo del battitore è colpire e scagliare la palla il più lontano possibile; subito dopo, buttata la mazza, cerca, correndo, di raggiungere la prima base, diventando corridore (runner); è eliminato se, prima che vi sia giunto, la squadra avversaria riesce a far pervenire la palla al proprio uomo ivi appostato, o se la palla dopo il tiro è presa al volo dagli avversari (i difensori hanno un guantone per poterla bloccare). Una volta che il battitore-corridore ha conquistato la prima base, può sostarvi o, se è possibile, proseguire verso la successiva, o addirittura percorrere l’intero perimetro del quadrato, segnando allora un punto in una sola battuta; ciò diviene agevole se il battitore, colpendo bene la palla, riesce a scagliarla oltre la zona presieduta dagli esterni avversari, realizzando il cosiddetto fuori campo. Al primo battitore ne succede un secondo, con identico compito: mentre la palla colpita dal battitore subentrato è in volo, l’ex battitore, se non l’ha già fatto prima, cerca di raggiungere la base successiva, prima che si impossessi della palla un difensore, il quale può eliminare un corridore se riesce a toccarlo, con la mano che tiene la palla, mentre non è a contatto con una base. Se è invece il ricevitore a essere venuto in possesso della palla cercherà di farla pervenire all’uomo che è di guardia nella base verso cui un corridore è diretto, prima che questo vi giunga. In tal caso il corridore dovrà tornare alla base precedente. Raggiungere la casa-base, dopo avere effettuato il giro e la conquista di una base dopo l’altra, permette la realizzazione un punto, possibile solo per la squadra in attacco; quella in difesa, invece, deve eliminare il maggior numero di battitori avversari.
La partita è divisa in 9 riprese (innings) che terminano quando ciascuna squadra ha compiuto il suo turno di attacco e di difesa (quindi non hanno una durata fissa di tempo), e ogni turno finisce quando sono stati eliminati 3 attaccanti. Vince la squadra che ha segnato più punti nelle 9 riprese. Il b. è stato definitivamente inserito nel programma olimpico dai Giochi di Barcellona nel 1992.