Orologio caratterizzato da una notevole precisione e da una grande regolarità, accertata da prove eseguite in appositi uffici. Sono tali, per es., gli orologi ( c. da marina) regolati sul tempo di Greenwich, usati dai naviganti per determinare la longitudine. Il primo apparecchio di cui si abbia notizia è il c. a pendolo realizzato nel 1664 da C. Huygens. Circa 40 anni dopo, per merito di un abile costruttore inglese, John Harrison, apparvero orologi a bilanciere atti a conservare il tempo con sufficiente precisione: Harrison realizzò il suo primo c. nautico nel 1735. Gli attuali c. da marina portatili sono di tipo piezoelettrico, con minore necessità dell’ausilio di radiosegnali orari per la sincronizzazione con l’ora di Greenwich.
I tipi di c. per la misurazione di intervalli di tempo sono vari. I c. meccanici sono costituiti da un orologio a bilanciere che, oltre alle normali lancette per indicare le ore, i minuti e i secondi di tempo civile, è fornito di altre lancette, coassiali con le precedenti oppure rotanti su propri quadranti, le quali, premendo appositi pulsanti, si avviano e si arrestano, indicando, a seconda dei casi, in ore, minuti, secondi e frazioni di secondo, la misura dell’intervallo di tempo trascorso tra l’avvio e l’arresto. Si hanno c. che non indicano il tempo civile, ma sono progettati per misurare soltanto gli intervalli di tempo. Ve ne sono di relativamente semplici, detti contasecondi, con una lancetta centrale che compie un intero giro in qualche secondo e un quadrante suddiviso in modo che si possano apprezzare piccolissime frazioni, fino al centesimo di secondo. Altri, più complessi, in genere al centesimo di secondo, hanno due lancette; premendo un pulsante le due lancette si avviano insieme e insieme si arrestano; premendo un altro pulsante si arresta invece una sola delle lancette che, peraltro, dopo essere stata riavviata raggiunge l’altra e procede poi con essa: in tal modo si possono misurare anche intervalli di tempo parziali. Tali c. sono in genere portatili e comandati a mano; talora il comando è automatico, realizzato mediante relè agenti sui pulsanti ed eccitati, per mezzo di adatti dispositivi (contatti elettrici, fotocellule ecc.), dal sistema di cui si sta esaminando l’evolversi.
Molto più accurati sono i c. elettronici (v. fig.): in essi un oscillatore a cristallo piezoelettrico (a) fornisce una tensione elettrica alternata (v), il cui periodo è noto con grande precisione; uno speciale circuito elettronico, detto ‘circuito di porta’ e agente come un interruttore molto rapido (b), applica tale frequenza a un contatore elettronico (c) per tutto l’intervallo di tempo (t2-t1) intercorrente fra due segnali elettrici, uno ‘di avvio’ e l’altro ‘di arresto’. Il contatore conta quanti cicli completi della tensione campione sono passati, per così dire, attraverso la ‘porta’, fornendo il risultato direttamente in secondi.
La misurazione del tempo mediante c. ( cronometraggio) ha particolare importanza nello sport. Nei principali sport sono riconosciuti due sistemi, quello manuale e quello elettrico, completamente automatico, con il quale, grazie ai moderni sistemi fotografici e di rilevazione (per es. i chips inseriti nei numeri di pettorale degli atleti), è possibile valutare le differenti prestazioni di più concorrenti contemporaneamente. Le apparecchiature utilizzate in atletica leggera spaziano dai semplici c. manuali ai c.-computer scriventi e multiprogrammabili (possibile controllo della regolarità di gara, collegamento con tabelloni elettronici e sovrimpressioni televisive ecc.). Nel ciclismo si rilevano i tempi dei corridori che transitano dalle postazioni cronometriche con apparecchiature del tipo transponder (➔), pressostato (➔) o cellula fotoelettrica (➔ cellula). Nel nuoto il cronometraggio automatico è effettuato con apparecchi in grado di rilevare i tempi al centesimo di secondo collegati al dispositivo di partenza dei giudici. Per rilevare il tempo finale si utilizzano sensori (piastre) installati sulla parete terminale di ciascuna corsia, collegati all’apparecchio e attivati dal nuotatore stesso.