telecomando L’operazione di comandare e controllare a distanza più o meno grande una macchina, un impianto, un’apparecchiatura, oppure il dispositivo con cui viene effettuata l’operazione. In particolare, piccolo dispositivo a raggi infrarossi che consente di trasmettere fino a qualche decina di metri un segnale codificato che viene raccolto da un apposito ricevitore: t. con un solo tasto sono impiegati per l’apertura automatica di portoni, cancelli ecc., e per comandare le chiusure centralizzate degli autoveicoli; dispositivi a molti tasti sono invece usati per l’accensione e la regolazione a distanza dei televisori e di altri impianti audio e video.
I t. sono largamente utilizzati nelle più svariate branche della tecnica per realizzare sistemi di comando e di regolazione di macchine, di impianti, di processi industriali ecc. Il principale vantaggio fornito dai t. è quello di poter centralizzare in un unico posto (a seconda dei casi chiamato centro operativo, quadro, o banco, di comando ecc.) tutti i comandi, con conseguente riduzione del personale e facilità di coordinare le azioni sulle varie parti che costituiscono il sistema da controllare. In un sistema di t. si possono individuare: la grandezza di comando; il mezzo di trasmissione; la grandezza comandata. In relazione al mezzo di trasmissione (collegamento meccanico, idraulico o pneumatico, linea elettrica, collegamento radioelettrico), si parla di t. di tipo meccanico, idraulico, oleodinamico, pneumatico, elettrico, radioelettrico. Se il posto di comando e il sistema telecomandato sono fissi, si può utilizzare uno qualsiasi di questi tipi di t.; tuttavia, se le due postazioni sono distanti, è preferito il comando elettrico; se almeno uno dei due è mobile, generalmente si usa un collegamento radioelettrico e si parla più comunemente di radiocomando. In tutti i casi, ma soprattutto nella trasmissione del comando con segnali elettrici, un problema molto importante è quello di limitare i disturbi, che potrebbero alterare il segnale utile causando errate interpretazioni da parte del sistema telecomandato. Spesso ai t. sono abbinati dispositivi per la trasmissione di segnali di ritorno dal sistema telecomandato al posto di comando, così da realizzare un sistema di controllo a catena chiusa.
A seconda delle caratteristiche del segnale di comando, un sistema di t. può essere di vario tipo, con realizzazioni più o meno complesse. Il caso più semplice è quello dei t. ad alternativa (detti anche a tutto o niente), nei quali si tratta di far passare il sistema comandato da un assetto a un altro: t. del genere possono essere applicati, per es., a una valvola (aperta o chiusa), a un motore (in marcia o fermo), a una sorgente luminosa (accesa o spenta). Un secondo tipo di t. è quello a più alternative: è il caso, per es., quando si debba scegliere a distanza tra cinque possibili velocità di un motore. Una terza eventualità è quella in cui sia richiesta la regolazione continua a distanza di una certa grandezza, per es. la regolazione dell’assetto angolare di un rotore. Se dal posto di comando si dispone di un qualunque mezzo d’osservazione del sistema comandato, la regolazione può essere effettuata con un t. mediante il quale il sistema comandato viene asservito al sistema di comando (principio di posizione); a seconda dei casi ci si può servire di servosistemi aperti o chiusi.
I moderni sistemi di t. di impianti industriali sono basati sull’interconnessione di numerosi dispositivi (sensori di grandezze e attuatori di comandi) e impiegano generalmente controllori a logica programmabile, chiamati PLC (programmable logic controller), spesso associati a normali elaboratori. In linea di principio si utilizzano PLC quando c’è la necessità di collegarsi direttamente ai sensori e agli attuatori, mentre l’uso dell’elaboratore tradizionale si impone quando il controllo deve essere interconnesso con altri sistemi di elaborazione di dati attraverso particolari reti di comunicazioni. Un PLC è un’apparecchiatura elettronica digitale per impiego industriale con una memoria programmabile e un modulo processore con istruzioni per implementare semplici funzioni, quali operazioni logiche di ricezione e di comando in sequenza, di temporizzazione e di conteggio, nonché per effettuare semplici calcoli aritmetici. Nell’automazione dei grandi impianti industriali un PLC è spesso collegato a una rete informatica per il monitoraggio e il controllo, alla quale sono collegati altri PLC ed elaboratori secondo livelli gerarchici.
Fondamentale importanza hanno i sensori e i trasduttori con segnali di uscita di tipo digitale (per es., negli impianti elettrici i tradizionali relè elettromeccanici sono stati sostituiti da quelli digitali), nonché gli attuatori con ingressi digitali. Il personale di controllo e di gestione agisce attraverso i monitor e le tastiere degli elaboratori, generalmente provvisti di programmi dedicati per la supervisione, la diagnostica e l’elaborazione dei parametri più significativi.