economia V. di bilancio Il limite alle scelte che viene dalla disponibilità di risorse. Per il consumatore il v. sta nel reddito ed è descritto dalle combinazioni di beni (quantità per prezzo) il cui acquisto esaurisce il reddito. Il v. può però dipendere anche da altri fattori come il razionamento di un bene, che limita il numero di combinazioni che soddisfano il vincolo. Ma si può parlare di v. anche per le scelte relative al consumo o al risparmio, o all’utilizzo del proprio tempo – lavoro o riposo – o all’utilizzo del proprio risparmio fra più investimenti alternativi.
Nel linguaggio bancario, deposito vincolato, deposito o conto bancario il cui rimborso è soggetto a v. di tempo (➔ deposito). fisica Ogni dispositivo che limita la variabilità delle posizioni e delle velocità dei punti di un sistema materiale. Sono esempi comuni (v. fig.) di v. il piano su cui è poggiato un corpo (che ne impedisce la caduta verso il basso), un filo non estensibile che impedisce a un corpo di allontanarsi dal suo punto di sospensione, le cerniere cilindriche attorno a cui è costretta a ruotare una porta e che ne fissano quindi l’asse di rotazione, la cerniera sferica che immobilizza un punto di un corpo. Il v. si dice olonomo, se impone limitazioni alle posizioni o alle configurazioni possibili di un sistema e quindi al numero di coordinate indipendenti (gradi di libertà) necessarie per descriverne il moto; anolonomo, se non comporta limitazione alle configurazioni possibili di un sistema, ma solo restrizioni di carattere cinematico al modo in cui il sistema può raggiungere una determinata configurazione; unilaterale o bilaterale, a seconda che la limitazione sia tale da consentire o no il distacco del corpo dal v. stesso; fisso o mobile, a seconda che la limitazione sia o no indipendente dal tempo; v. geometrici sono quelli che impongono limitazioni soltanto alle posizioni dei punti di un sistema e non alle loro velocità; v. ideali, quelli la cui presenza non influisce sulla variazione dell’energia cinetica del sistema in moto (devono essere, per es., privi di attrito ).
Un sistema materiale può essere soggetto, oltre che a v. esterni, anche a v. derivanti dalla struttura intrinseca del sistema in esame, detti perciò v. interni. L’indeformabilità dei corpi rigidi, l’incompressibilità dei liquidi sono, per es., v. interni. Un sistema vincolato va considerato soggetto, oltre che alle eventuali forze attive, anche a forze dovute alla presenza dei v., dette perciò forze (o reazioni) vincolari. All’insufficienza di informazioni a priori sul comportamento delle reazioni vincolari, che nascono nel contatto fra il corpo vincolato e il corpo vincolante, si supplisce con un diretto ricorso all’esperienza allo scopo di ottenere indicazioni, almeno macroscopiche, sulle reazioni stesse. Tali indicazioni si riassumono nelle leggi empiriche dell’attrito radente, in conseguenza delle quali si è portati a una ulteriore classificazione dei v. in v. lisci, o privi d’attrito, atti a dare soltanto reazioni normali alla superficie d’appoggio, e v. scabri, o con attrito, che offrono una più ampia gamma di possibili reazioni (➔ attrito). In assenza di attrito, il comportamento delle reazioni vincolari può essere caratterizzato in tutti i casi mediante una stessa condizione, quella espressa dal principio dei lavori virtuali (➔ lavoro), valida, in quiete come in moto, qualunque sia il v. che si considera.