B. timpanica Rigonfiamento dell’osso timpanico, che concorre a formare il temporale, nei Roditori, Carnivori e Perissodattili.
Aspetto delle lamine fogliari che in seguito a ipertrofia dei loro parenchimi, prodotta da varie cause, si accartocciano o formano estroflessioni, concave da un lato e convesse dal lato opposto. Le b. sono normali sulle foglie, dette bollose, di alcune specie (primola, parecchie Labiate ecc.); in altre sono anomalie, talora ereditarie (varietà di basilico ecc.) o sintomo di malattia. Mal della b. (o lebbra) Malattia comune nel pesco e nel mandorlo, dovuta al fungo ascomicete Taphrina deformans, che attacca in particolare le foglie, rendendole bollose, deformate e decolorate.
B. speculativa ( bubble) Rialzo continuo del prezzo di un’attività (azioni, titoli, immobili o altri beni), che si alimenta dall’attesa di ulteriori aumenti del prezzo ed è sostenuto da domanda a fini speculativi, in una spirale che fa salire il valore di mercato dell’attività al di sopra di ogni ragionevole valutazione. La b. speculativa si chiude spesso con il brusco crollo dei prezzi e perdite gravi per gli investitori che non hanno previsto in tempo il suo ‘scoppio’ (come è definito, in gergo, il collasso dei prezzi che segue l’esagerata espansione).
B. magnetica Dominio magnetico di forma cilindrica del diametro dell’ordine del micron, che può presentarsi in campioni sottili di granati magnetici di terre rare tagliati ortogonalmente alla direzione di facile magnetizzazione; in tale dominio il vettore intensità di magnetizzazione è antiparallelo rispetto allo stesso vettore nella parte restante del campione; le b. magnetiche risultano stabili in presenza di campi magnetici statici, mentre possono essere poste in movimento da gradienti di campo: poiché la presenza o l’assenza di una b. può corrispondere a un bit d’informazione, è possibile costruire in tal modo una memoria a b. di tipo sequenziale.
Lesione elementare cutanea, rappresentata da un rilievo di varia grandezza a contenuto sieroso o sieroematico, dovuta a scollamento (acantolisi) degli strati epidermici per cause fisiche o tossinfettive. Notissime sono le b. provocate dal calore (ustioni di 2° grado). B. gassosa gastrica Raccolta aerea esistente nella parte superiore della cavità gastrica, così detta per il suo aspetto radiologico. Può abnormemente aumentare in alcune circostanze, per es. nell’aerofagia.
Sigillo metallico circolare di autenticazione delle scritture ufficiali. Nel Medioevo le b., in oro o in piombo o anche (seppure eccezionalmente) in argento e sospese al documento mediante fili di seta o di canapa, furono adoperate largamente dalle cancellerie bizantina, imperiale d’Occidente e pontificia.
Nella diplomatica pontificia si dà il generico nome di b. a tutti i documenti emanati dalla cancelleria papale, muniti di sigillo metallico pendente (dalla fine del 19° sec. il bollo di piombo, recante l’effige di Pietro e Paolo da un lato, e il nome del pontefice dall’altro, è stato sostituito da un’impronta rossa con la testa degli Apostoli, restando il piombo pendente solo per b. particolari o solenni). Le b. si distinguono in due fondamentali categorie: i privilegi (in uso sino al 14° sec.), che rappresentano i documenti più solenni, caratterizzati da formule particolari e dalla partecipazione autografa del pontefice; le lettere, di cui si hanno esempi non anteriori all’11° secolo. Le b. si sogliono indicare con le prime parole del testo, per es. Unam sanctam, Auctorem fidei; sono anche contraddistinte dall’intestazione e dalla data, fatte secondo lo stile epistolare romano.
Il bollario è una raccolta in ordine cronologico delle b. pontificie. Può essere particolare, cioè di atti di un solo papa o relativi a una regione o a un determinato ente ecclesiastico (specie un ordine religioso), o generale, rispondente cioè a un tentativo di raccogliere atti pontifici dai tempi più antichi. Tra i secondi, dopo i primi saggi del sec. 15° e 16°, va ricordato il Magnum bullarium romanum (documenti da Leone I [590-604] al 1585), continuato poi fino al 1670, e altre raccolte fatte a imitazione e integrazione di esso (Bullarium romanum, il cosiddetto Bullarium taurinense, il Bullarium Benedicti XIV, la Bullarii romani continuatio ecc.), con le quali si hanno documenti fino all’anno 1831. Gli atti più importanti dal 1909 sono pubblicati negli Acta Apostolicae Sedis. Tra i bollari di ordini religiosi si ricorda il Bullarium franciscanum (1759-1904).
L’incarico di apporre il sigillo di piombo alle b. e ad altri documenti era affidato ai bollatori, che erano per consuetudine illetterati, affinché fosse mantenuto il segreto. Impiegati di più alto rango erano i magistri plumbi, incaricati della tassazione relativa alla bollatura.