Aumento delle dimensioni di un corpo per effetto di una sollecitazione meccanica (d. meccanica) o di una variazione di temperatura (d. termica). Le d. si misurano abitualmente attraverso coefficienti di d. lineare, superficiale o cubica a seconda che riguardi una, due o tutte e tre le dimensioni del corpo. Le d. lineari hanno anche il nome di allungamenti. Nella d. di un corpo si alterano le mutue distanze fra gli elementi del corpo: nella d. meccanica per l’azione delle forze in gioco, nella d. termica per effetto di una somministrazione o sottrazione di calore che, facendo variare l’energia delle particelle, ne modifica i moti da cui esse sono animate e quindi le distanze medie che le separano. In particolare, d. lineari e cubiche possono aversi in un fluido in moto in conseguenza dell’attrito interno.
Nella d. meccanica, il coefficiente di d. lineare è definito come il rapporto tra la variazione di lunghezza che subisce un elemento lineare e la lunghezza iniziale dell’elemento medesimo; si calcola in maniera analoga per le superfici e i volumi. I coefficienti di d. meccanica sono grandezze adimensionate, che differiscono in genere da punto a punto.
Nella d. termica è necessario considerare per i solidi le d. lineari, superficiali e cubiche, per i liquidi e gli aeriformi soltanto le d. cubiche. Per una sbarra omogenea isotropa la lunghezza l alla temperatura t °C, a partire dalla lunghezza l0 che essa ha alla temperatura 0 °C è data da l=l0 (1+λt), dove λ è il coefficiente di d. lineare; questo è caratteristico del materiale in esame, ha le dimensioni dell’inverso di una temperatura, e in generale crescente lentamente col crescere di questa. I valori medi di λ, fra 0 °C e 100 °C per diverse sostanze, espressi in unità 10–6 °C–1, sono: acciaio, 12; alluminio, 24; argento, 20; platino, 9; rame, 17. La d. cubica ubbidisce alla legge v=v0 (1+αt), dove v0 e v sono i volumi del corpo rispettivamente a temperatura 0 e t °C, α è il coefficiente di d. cubica, al pari di λ variabile da sostanza a sostanza e avente le dimensioni dell’inverso di una temperatura. Per i solidi è α≅3 λ; per i gas perfetti è, a pressione costante, α≅1/273 (➔ gas).
Per la misurazione delle dilatazioni termiche di solidi, liquidi o aeriformi si utilizzano i dilatometri (v. fig.). I dilatometri per liquidi misurano la dilatazione cubica e sono simili ai termometri a bulbo: sono in vetro, costituiti da un recipiente munito di un capillare graduato; introdotto il liquido nel recipiente fino a un certo livello del capillare, se ne varia la temperatura fino a raggiungere un nuovo livello. Una volta nota la dilatazione apparente del liquido, se ne sottrae quella intrinseca dello strumento e si ottiene quella vera.
In cartografia, d. delle aree: ingrandimento notevole che in una carta geografica alcune terre e mari presentano rispetto ai contermini e rispetto al vero. Il fatto si riscontra in quelle carte prospettiche piane o di sviluppo nelle quali il centro ideale di proiezione è molto vicino alla zona raffigurata: la proiezione dei singoli punti, a causa di tale vicinanza, avviene con forte divergenza che determina appunto la d. delle aree rappresentate. La d. si nota nelle proiezioni centrografiche e, un po’ meno, nelle stereografiche; nelle prospettiche piane essa si verifica lungo tutti i margini della carta; in quelle di sviluppo solo lungo due lati opposti.