Gioco, ritenuto di origine olandese, che viene praticato su campi erbosi di vaste dimensioni, appositamente sistemati, composti da una serie di percorsi, ognuno con caratteristiche proprie e particolari difficoltà.
Le sue origini sono piuttosto oscure: sembra accertato però che i Romani praticassero un gioco simile, chiamato paganica. Nel 1754 fu fondato il Royal and ancient golf club di St. Andrews, in Scozia, ma la vera diffusione di questo sport partì dalla seconda metà del 19° secolo. Nel 1951 fu approvata una codificazione delle regole, tendente a uniformare il gioco in tutto il mondo.
Il gioco consiste nel colpire una palla, di gomma dura, con bastoni di vario tipo da una piazzola di partenza e lungo un certo percorso, per indirizzarla in una buca situata in una piattaforma d’arrivo; minore è il numero dei colpi impiegati a questo scopo, migliore è il risultato. I bastoni usati nel gioco possono essere al massimo 14. Essi sono costituiti da un’impugnatura, da un’asta di diversa lunghezza e da una testa terminale in legno (i legni) o in ferro (i ferri), con una superficie d’impatto variamente inclinata in funzione della distanza teorica da raggiungere colpendo correttamente la palla; sono indicati con un nome o un numero. Il gioco ha inizio sulla piazzola di partenza numero 1 di un certo percorso che può essere di 18 o di 9 buche (con eventuale ripetizione). Una gara si gioca su 18 o su 36 buche, mentre i campionati si disputano su quattro giri di un percorso di 18 buche, cioè su 72 buche. La pallina è poggiata su un supporto di legno o di plastica (tee) e il colpo effettuato in direzione della buca (hole) è detto tee-shot. Il giocatore sceglierà il bastone più adatto tenendo conto soprattutto della lunghezza che intercorre tra il tee e la buca; essa varia da un minimo di 80-0 m a un massimo di oltre 500 m. La strada giusta fra il tee e la piattaforma d’arrivo (green) è il fairway, un prato ben rasato ai cui lati viene lasciata crescere un’erba ruvida chiamata rough. Se la palla finisce in rough il giocatore incontrerà maggiori difficoltà a effettuare un colpo di lunga distanza. I percorsi sono inoltre disseminati di ostacoli artificiali (detti bunkers o sand traps, larghe fosse di terreno riempite di sabbia fina e poste quasi sempre in prossimità dei greens). Raggiunto il green, il gioco entra nella sua fase più delicata: qui si usa il bastone chiamato putter (dalla testa perpendicolare al terreno), con cui la palla viene colpita di piatto e fatta strisciare verso la buca, che misura 4,25 pollici (10,8 cm) di diametro, è circolare, e profonda almeno 10 cm. Al centro della buca si trova un’asta, con una bandierina numerata che serve, da lontano, da riferimento per il giocatore. Asta e bandiera vengono generalmente tolte quando ci si appresta al colpo finale per andare in buca.
Ogni campo da g. ha il suo par (termine angloamericano), ossia il numero ideale di colpi, per un abile giocatore, per effettuare la buca. Il par del campo è rappresentato dalla somma dei par di ogni singola buca: vi sono infatti buche a corta distanza (par 3, sino a 229 m), buche a media distanza (par 4, da 201 a 457 m), buche a lunga distanza (par 5, oltre i 402 m). Per un campo di 18 buche la misurazione corrisponde generalmente a un par 72, comprendente di solito quattro par 3, dieci par 4 e quattro par 5. Il giocatore rientrato in più di un’occasione nel par del campo (avendo effettuato il percorso con il numero di colpi stabilito dalla misurazione teorica), acquista la qualifica scratch, ossia ‘zero’. Esiste infatti per i giocatori un sistema di handicap, che va da zero a 28 per gli uomini e da zero a 34 per le donne, grazie al quale è possibile equilibrare il confronto fra due o più giocatori di diversa abilità.
Ogni paese organizza, nell’ambito nazionale, campionati per dilettanti o professionisti. I più importanti sono i vari open o omnium (noti quelli inglese e americano). Le principali manifestazioni maschili a squadre sono la World Cup, la Dunhill Cup e la Ryder Cup per i giocatori professionisti, e l’Eisenhower Trophy per quelli dilettanti. L’attività professionistica individuale in campo femminile è strutturata nella stessa maniera e, dal 1990, si svolge regolarmente la Solheim Cup, gara a squadre riservata alle giocatrici professioniste. Intensissima è poi l’attività professionistica individuale, con numerosi tornei articolati geograficamente in ‘circuiti’ (tra i più importanti l’USPGA Tour negli Stati Uniti, il PGA European Tour in Europa e il Japan PGA Tour in Giappone).
In Italia l’attività è curata dalla Federazione italiana golf, sorta nel 1927 ed entrata a far parte del CONI nel 1959. Essa indice ogni anno campionati nazionali (omnium, assistenti, professionisti, dilettanti, a squadre di I e II categoria), e internazionali.