Undicesima lettera dell’alfabeto latino.
linguistica Il nome italiano elle e quello latino el sono costituiti dal suono stesso della lettera con una vocale d’appoggio; il nome greco λάμβδα deriva invece dall’originario nome fenicio, di incerto significato etimologico. La forma che la lettera aveva nell’alfabeto fenicio
si è conservata nella sua sostanza fino a noi; il greco però ha capovolto i due tratti costitutivi e li ha fatti di lunghezza uguale, finendo con l’ottenere un segno simile a un V rovesciato (Λ) e il latino, rispettando la disposizione originaria dei due tratti, ha finito per mutare in retto l’angolo acuto. Le minuscole sono derivate dalle maiuscole in seguito a un allungamento del tratto verticale e a successive modificazioni.
Il suono che la lettera L generalmente rappresenta è quello della consonante laterale sonora ‹l›, quasi sempre alveolare o dentale quanto al luogo di articolazione. Ma accanto a questo suono alcune lingue possiedono in date posizioni l’una o l’altra delle varietà seguenti: una l sonante, cioè costituente sillaba per conto proprio (per es. la l̥ dell’indoeuropeo); una l sorda, cioè senza vibrazione delle corde vocali (per es. la l francese di oncle ‹õkl›); una l velare, di timbro oscuro, tendente verso u semiconsonante (per es. la l ingl. di well ‹u̯èl›). Diverso è il caso della laterale palatale ‹l’›: nelle varie lingue di cultura che la possiedono non è varietà di posizione della l dentale o alveolare, ma costituisce o una pronuncia assimilata del gruppo li davanti a vocale o, più spesso, un fonema a sé, distinto sia da l sia da li̯̯ e rappresentato nella scrittura per mezzo di speciali combinazioni come l’italiano gl(i), lo spagnolo ll, il portoghese e provenzale lh, il croato lj, l’ungherese ly.
In fonetica, la lettera l, se si prescinde per il momento dal duplice valore che può avere nel nesso gli, rappresenta costantemente in italiano una laterale alveolare ‹l›, cioè una consonante nella cui pronuncia la corrente d’aria espirata dai polmoni passa ai lati della lingua, e questa è appoggiata con la punta all’arcata degli alveoli degli incisivi superiori. La sonorità non costituisce carattere distintivo. La l italiana è in generale la continuazione della l latina, in qualsiasi posizione. Nel nostro sistema fonologico la l tra vocali può essere di grado tenue (per es. pala) o di grado rafforzato (per es. palla); in ogni altra posizione (per es. parla) è sempre di grado medio, e quindi l’opposizione tra scempia e doppia è neutralizzata.
Il digramma gl davanti alla vocale i e il trigramma gli davanti alle vocali a, e, o, u rappresentano in italiano, di regola, il fonema l’, cioè la consonante laterale palatale, che si distingue dalla l alveolare per il punto di articolazione, essendo pronunciata con il dorso della lingua aderente al palato: la stessa differenza che corre tra gn e n. Anche la l palatale è sonora, ma priva di una correlativa sorda, e quindi questo carattere non è distintivo. Storicamente l’italiano l’ è la continuazione regolare del latino volgare li̯: per es. foglio, lat. folium; la distinzione di quantità tra l e ll è andata perduta a vantaggio di una pronuncia (tra vocali) uniformemente doppia. Davanti ad a, e, o, u, il nesso grafico gl rappresenta costantemente g duro + l: per es. gleba ‹ġlèba›; grafie come figlo per figlio sono scomparse ai primordi della stampa, grafie come gl’altri per gli altri tra il 18° sec. e il 19°. Ma anche davanti a i il nesso gl può avere pronuncia divisa, e l’ha di fatto nelle parole dotte, siano esse latinismi (per es. negligenza dal lat. negligentia), siano grecismi (per es. ganglio, dal gr. γάγγλιον), siano d’altra origine (per es. Viglio, dall’oland. Wigle). La distinzione tra i suoni l’ e ġl è nettissima, non esistendo parole che ammettano doppia pronuncia; ma l’ortografia italiana non dà modo di riconoscere quale suono sia rappresentato nelle singole parole dal nesso gli. In generale, si può dire che in italiano il nesso grafico gli suona ġli: in principio di parola (per es. glicine) o di un elemento di parola composta (per es. triglifo); non però in gli, gliela, gliele, glielo, gliene, gliommero; quando è preceduto da n (per es. Anglia); in negligere e derivati.
La lettera L è simbolo del lavoro e dell’induttanza. In fisica atomica, L indica uno dei livelli elettronici di un atomo; l indica abitualmente il numero quantico orbitale di una particella; L il momento orbitale risultante di un sistema di particelle.