Nome di movimenti religiosi, artistici e letterari sviluppatisi tra la fine del 19° e gli inizi del 20° sec. in relazione alla tendenza al rinnovamento e alla riforma di idee, metodi ecc., che si volevano adeguare a esigenze moderne.
Corrente architettonica affermatasi in Catalogna tra Otto e Novecento, episodio determinante della cultura catalana contemporanea, in cui l’eclettismo ottocentesco si fuse alle tradizioni artigianali locali e agli stilemi più aggiornati dell’art nouveau internazionale, con esiti diversificati, prodotto di sintesi e sperimentazioni stilistiche e tipologiche. I due maggiori interpreti della tendenza furono L. Doménech i Montaner e A. Gaudí i Cornet; tra gli altri, J. Puig i Cadafalch, J.M. Jujol i Gibert, F. Berenguer i Mestres.
Nella letteratura critica il termine è usato per sottolineare la dimensione internazionale di un movimento che ha profondamente influenzato architettura e arti decorative in Europa e negli Stati Uniti, dagli anni 1880 alla Prima guerra mondiale, in varianti locali dalla sostanziale omogeneità di concezione e di stile (➔ art nouveau).
Movimento letterario ispano-americano, diffusosi anche in Spagna e Portogallo, le cui prime espressioni si riscontrano nelle rime e nelle prose di Azul del nicaraguense R. Darío (1888), e che, almeno nell’opera di questo innovatore e caposcuola, consiste nel ripudio delle forme letterarie tradizionali e nell’adesione alla tecnica dei parnassiani e decadenti. Preziosità d’immagini ed effetti ritmici, cadenze musicali, esotismi verbali, libertà del linguaggio dalla sintassi comune possono essere ritenuti gli espedienti del m. che immise una forza nuova, ma transitoria, nella letteratura spagnola e diede l’accento alla poesia del messicano M. Gutiérrez Nájera, del cubano J. del Casal, dell’argentino L. Lugones, dell’uruguaiano J. Herrera y Reissig ecc.
Manifestandosi in una profonda incrinatura nei rapporti tradizionali tra autore e opera (F. Pessoa, M. de Sá-Carneiro, J. Sobral de Almada-Negreiros ecc.), il m. ebbe più durevoli influssi sulla letteratura portoghese. Nel m. brasiliano (J.O. de Sousa Andrade, M.R. de Morais Andrade ecc.), la presenza di una peculiare situazione multietnica si tradusse in una rivendicazione di autonomia dalla letteratura portoghese.
Movimento (più precisamente m. cattolico) di rinnovamento del cattolicesimo promosso da alcuni esponenti della cultura cattolica, soprattutto sacerdoti, tra la fine del 19° e gli inizi del 20° secolo. Esponenti rappresentativi ne furono A. Loisy, G. Tyrrell, E. Buonaiuti. L. Laberthonnière, É. Le Roy. Nel Programma dei modernisti (1908) essi proclamarono di voler «adattare» la religione cattolica a «tutte le conquiste dell’epoca moderna nel dominio della cultura e del progresso sociale», ma dichiaravano altresì il loro proposito di voler rimanere nella Chiesa per operare una riforma in essa e non contro di essa. Si affermava che la tendenza ad armonizzare i dati centrali della rivelazione neotestamentaria con le forme mutevoli della cultura e della spiritualità «moderna» circostante costituisce una tendenza immanente del fatto cristiano, che ha permesso un’efficace presenza del cristianesimo nella cultura di ciascuna epoca. Tuttavia, il m., proprio per il fatto di prendere a strumento di ricerca scientifica nel campo del fenomeno religioso il metodo storico nato sotto il segno della critica razionalistica e dell’agnosticismo religioso, poteva portare anche fuori della tradizione cattolica, giungendo a posizioni critiche e speculative che negavano il soprannaturale e la sua presenza nella storia: fu questa la parabola del m. biblico di A. Loisy. Altre esigenze nel m. cattolico indicavano la volontà di superare gli schemi dell’aristotelismo scolastico, soprattutto in polemica contro il neotomismo: vanno in questo senso il richiamo all’esperienza religiosa come testimonianza interiore della verità della fede, la polemica contro l’intellettualismo e l’estrinseco soprannaturalismo, e il corrispondente tentativo di una nuova apologetica che tenesse conto della naturale aspirazione al soprannaturale, come di una storia del dogma che non fosse allineamento di formule, ma ricerca di che cosa il dogma ha significato nell’anima della Chiesa.
Il m. fu condannato dalla Chiesa cattolica con il decreto Lamentabili sane exitu e con l’enciclica Pascendi (1907). Alcune istanze dei modernisti (come una maggiore attenzione alla storia, ai metodi storico-critici, alla tradizione biblica e patristica) sono state però in seguito tenute presenti sia dal magistero sia dalla teologia.