Processo mediante il quale si crea una forma (tema o parola) da una radice o da una parola preesistente. Si distinguono comunemente una d. primaria, quando da una radice o base si formano temi primari, nominali o verbali (per es., lat. dixi, dictus, dalla radice deik), e una d. secondaria, quando ha luogo da una forma che sia già derivata (per es., lat. dictare, da dictus). Mentre la d. primaria avviene in genere per mezzo di suffissi, la d. secondaria può avvenire mediante suffisso (per es., lat. virtus da vir), mediante prefisso (per es., lat. exigĕre da agĕre), con prefisso e suffisso insieme (per es., incolonnare da colonna); esiste poi anche una forma di d. immediata, cioè senza suffisso, specialmente per la creazione di sostantivi deverbali per lo più astratti (congiura da congiurare, svago da svagare ecc.). Anche nelle lingue moderne, la d. è una delle maggiori risorse per l’arricchimento continuo del lessico, ed è operante per la formazione di sostantivi da verbi (spargimento da spargere), di verbi da sostantivi o aggettivi (annodare, facilitare, da nodo, facile), di sostantivi da aggettivi o da altri sostantivi (sicurezza, drogheria, da sicuro, droga), di aggettivi da sostantivi o da verbi (padronale, notevole, da padrone, notare), di avverbi da aggettivi (abilmente da abile), di verbi, aggettivi, sostantivi da altri di senso contrario (svestire, illogico, disonore, da vestire, logico, onore) ecc.
La d. va distinta dall’ alterazione, la quale, pur attuandosi per mezzo di suffissi (per es. cartaccia da carta), non muta sostanzialmente il significato fondamentale del vocabolo originario.
In algebra, particolare operazione astratta: ha il nome di d. in un campo K una qualunque applicazione D: K → K di K in sé stesso soddisfacente alle due condizioni seguenti (formalmente identiche a quelle cui soddisfa l’ordinaria d. delle funzioni): D (x+y) = D (x)+D (y), D (x∙y) = x∙Dy + y∙Dx per ogni coppia di elementi x, y in K. Le d. in K formano uno spazio vettoriale sopra K.
In logica, con la locuzione d. di una espressione H da un insieme di espressioni M s’indica una successione finita di espressioni l’ultima delle quali è H, e ognuna delle quali è una delle espressioni di M o un assioma, o è ottenuta da espressioni precedenti della successione mediante una delle regole d’inferenza. Una d. nel senso ora definito è dunque una successione linearmente ordinata di espressioni.
In topologia, si denomina d. l’operazione astratta che, in un insieme A, permette di associare a ogni suo sottoinsieme I un nuovo sottoinsieme I′, detto derivato di I; l’insieme A diviene allora uno spazio topologico astratto. A seconda delle proprietà di cui gode l’operazione di d., si ottengono i vari tipi di spazi topologici: per es., nello spazio euclideo l’operazione di d. è quella che associa a ogni insieme I l’insieme I′ dei suoi punti di accumulazione.
Per le regole di d. in analisi ➔ derivata.
In elettrotecnica ed elettronica, connessione di un circuito con un altro, fatta con opportuni dispositivi, in modo che parte della corrente inizialmente fluente in quest’ultimo scorra nel primo; il circuito derivato si chiama esso stesso derivazione. Nella tecnica telefonica è detta d. una linea (o altra apparecchiatura) non direttamente collegata a una centrale ma che, mediante opportuno dispositivo, può essere commutata su una linea cosiddetta principale, cioè in collegamento diretto con la centrale.
In idraulica, d. d’acqua: sottrazione di una certa portata a uno specchio o corso di acqua, naturale o artificiale, fatta a scopo industriale o irriguo. Si dà per lo più il nome di d. alle prese d’acqua fatte per gravità; esse richiedono in genere la costruzione di opere idrauliche apposite, la cui entità può variare da caso a caso. Le d. dai laghi, le cui acque sono limpide e tranquille, sono più semplici e si possono limitare a bocche provviste di paratoie e di grate. Se il livello del lago è fortemente variabile, come avviene per i bacini artificiali, la presa è fatta con parecchie luci situate a diverse quote e disposte o su una torre che si eleva nel lago e dalla cui base ha origine una galleria di d., o su una costruzione simile posta sulla riva. Per il prelevamento di acque pure e fresche si affonda una tubazione che, seguendo il pendio subacqueo della sponda, va ad aprirsi a grande profondità.