Cittadina francese nei pressi di Parigi da cui prende nome una celebre famiglia, nota dal 10° sec., con capostipite Burcardo, e salita a grande potenza nei secoli successivi.
Mathieu I (m. 1160), signore di M., conestabile, sposò Alice, figlia di Enrico I d’Inghilterra, poi Adelaide di Savoia, vedova di Luigi VI di Francia (1137). Partito Luigi VII per la seconda crociata (1147), divise il potere sovrano con Suger e con il conte di Vermandois.
Mathieu II (1174-1230), figlio di Burcardo V, si distinse al comando dell’ala destra francese a Bouvines (1214). Conestabile (1218), cacciò gli Inglesi dal Limosino, dal Périgord e dalla Rochelle. Morto Luigi VIII, combatté per la reggente Bianca di Castiglia i grandi feudatari. Con i suoi figli la famiglia si divise nel ramo dei baroni di M. e in quello dei M.-Laval (estinto nel 1412).
Il barone Mathieu IV, detto il Grande (m. 1305 ca.), ammiraglio, soccorse Carlo d’Angiò dopo i Vespri Siciliani (1282), ottenendo il titolo di gran ciambellano e la terra di Damville. Nel 1295 comandò la flotta che saccheggiò le coste inglesi.
Il barone Charles (m. 1387) successe nella carica di ammiraglio al padre Jean I (1325). Creato da re Filippo VI maresciallo di Francia (1343), ciambellano (1346) e capitano generale (1347), sconfisse (1348) i Fiamminghi a Quesnoy e negoziò la Pace di Brétigny (1360).
La signoria di M. fu eretta in ducato da Enrico II nel 1551 in favore del pari di Francia Anne de M. (Chantilly 1493 - Parigi 1567). Figlioccio di Anna di Bretagna, moglie di Carlo VIII (donde il nome), salì a grande autorità sotto Francesco I, che lo nominò (1526) gran maestro della casa reale e governatore della Linguadoca. Spinse il re a partecipare alla Lega di Cognac e fu corresponsabile della defezione di Andrea Doria e quindi del disastro di Napoli; a Cambrai (1529) sacrificò i Veneziani all’imperatore, guadagnandosi la fiducia di Margherita d’Austria e degli ambasciatori imperiali. Fautore della pace e dell’alleanza politico-religiosa con l’imperatore, nel 1535 lasciò la corte che era contraria alla sua politica. Ricominciata la guerra, il re lo nominò luogotenente generale. Vittorioso sugli Spagnoli davanti a Narbona (1536) e distintosi in Piemonte nella campagna del 1537, alla conclusione della pace vide notevolmente accresciuto il suo prestigio. Tuttavia, quando Carlo V cedette il ducato di Milano al figlio Filippo, dovette nuovamente lasciare la corte (1541). Richiamato da Enrico II (1547), riacquistò presto l’antica influenza: nel 1551 fu nominato duca e pari. La sua politica di pace non poté evitare la ripresa delle ostilità: dopo un primo successo nella conquista di Metz (1552), fu sconfitto a San Quintino (1557). Conclusa la Pace di Cateau-Cambrésis (1559), si unì al duca di Guisa, già suo avversario, e al maresciallo J. d’Albon signore di Saint-André contro i calvinisti, cui tolse Rouen, ma ne fu poi battuto nella battaglia di Dreux (1562). Nel 1567, a capo della difesa di Parigi assediata dai protestanti, morì nel tentativo di difendere contro gli ugonotti l’abbazia di Saint-Denis. Fu mecenate e collezionista, edificò magnifiche residenze, ornate di opere d’arte. Il castello di Écouen, progettato da J. Bullant, conservava, tra l’altro, i Prigioni di Michelangelo (Parigi, Louvre), vetrate (poi collez. Condé) e manufatti, oggi divisi tra il museo di Cluny, il Louvre, il museo di Chantilly. Nel castello di Chantilly erano raccolti marmi antichi, ceramiche, armi di provenienza soprattutto italiana.
Suo figlio François (n. 1530 - Castello di Écouen 1579), dopo aver combattuto in Piemonte (1551) e aver subito una breve prigionia da parte degli imperiali (1556), divenne governatore di Parigi e sposò Diana, figlia naturale del re Enrico II. Nel 1559 ebbe il bastone di maresciallo di Francia. Compromesso alla fine del regno di Carlo IX con i politiques, restò un anno alla Bastiglia (1574). Alla sua morte senza figli, il titolo ducale passò al fratello Henri I (Chantilly 1534 - Agde 1614), che prese parte alle guerre esterne e interne della Francia: governatore della Linguadoca (dal 1563), maresciallo (1566), dopo aver aspramente combattuto i protestanti, finì, per avversione alla corte e ai Guisa, per accordarsi con essi; figura eminente fra i politiques (1574), fu riconosciuto capo degli ugonotti del Mezzogiorno dove si arrogò poteri sovrani. Riuscì così a strappare alla corte l’editto di Beaulieu (1576); ma poi, venuto in sospetto agli ugonotti, dovette riavvicinarsi a Caterina de’ Medici. Alla morte di Enrico III, aderì subito alla causa di Enrico IV, che (1593) lo creò conestabile.
Il figlio Henri II (Chantilly 1595 - Tolosa 1632), creato da Luigi XII ammiraglio (1612) e governatore della Linguadoca (1613), combatté gli ugonotti (1625-27), sconfisse il duca di Savoia ad Avigliana (1630) e conquistò Saluzzo, guadagnandosi il bastone di maresciallo. Irritato per non aver ottenuto la carica di conestabile, complottò con Gastone d’Orléans contro Richelieu, chiamando a rivolta la Linguadoca (1632), ma fu sconfitto e giustiziato. Con lui si estinse il ramo dei duchi di Montmorency.
A un altro ramo della famiglia apparteneva François-Henri de M. (Parigi 1628 - Versailles 1695), che mantenne il titolo del padre François de M. conte di Bouteville fino al 1661, allorché divenne per matrimonio duca di Lussemburgo. Al servizio del principe di Condé, fu maresciallo di campo (1648) e affiancò il principe in quasi tutte le campagne fino alla Pace dei Pirenei (1659), in seguito alla quale tornò all’obbedienza della corona francese. Nel 1672 comandò l’esercito del Basso Reno, con cui operò con successo la magistrale ritirata sulla piazza di Maastricht (1676); la campagna di Fiandra suggellò la sua fama di capo militare (1677). Nominato da Luigi XIV (1689) comandante in capo della guerra contro la lega d’Augusta, vinse a Fleurus, Leuze, Steinkerque e a Neerwinden (1690-93).
Mathieu-Jean-Félicité (Parigi 1767 - ivi 1826) dopo la convocazione degli Stati generali rappresentò la nobiltà liberaleggiante; quando il re fu sospeso dai suoi poteri (1792) si recò in Svizzera. Tornato in patria nel 1795, condusse vita privata sotto Napoleone e partecipò alla vita politica solo con la Restaurazione; ministro degli Esteri (1821), preparò l’intervento contro i liberali spagnoli. Nel 1822 ebbe il titolo di duca.