Processo (detto anche riciclo) attraverso il quale si mira al recupero di materiali, con il duplice obiettivo di limitare la quantità di rifiuti e di ottenere un risparmio di materia o di energia reinserendo nei cicli produttivi i materiali recuperati. I prodotti da riciclare provengono da materiali di preconsumo (scarti di lavorazione ecc.) e da materiali di postconsumo (rifiuti solidi urbani, automobili in demolizione ecc.).
R. della carta. Il processo di r. della carta da macero inizia con un processo di spappolamento, nel quale la carta viene tritata e mescolata con acqua fino a diventare una poltiglia. L’impasto viene poi filtrato per eliminare le impurità più grossolane e posto in un depuratore che separa la cellulosa dagli altri elementi. Alla pasta ottenuta viene aggiunta cellulosa vergine in proporzioni differenti a seconda dell’uso finale. La carta riciclata può coprire infatti tutta la gamma delle prestazioni: carta per usi grafici, carta kraft, carta da giornali (100% carta riciclata), scatoloni di cartone, cartoncino per scatole, carta da pacchi, vassoi per alimenti. Quando la carta di fibra riciclata non ha più la consistenza indispensabile per produrre altra carta, può essere utilizzata come combustibile per produrre energia, presentando un buon potere calorifico. La carta contenuta nei rifiuti indifferenziati (carta sporca e bagnata che non deve essere conferita nei contenitori della raccolta differenziata poiché contaminerebbe la carta riciclabile) può essere utilizzata nello stesso modo.
R. della plastica. I processi di r. degli imballaggi di uso comune costituiti da plastica sono essenzialmente di tipo meccanico: si producono granuli o scaglie utilizzabili nella produzione di nuovi oggetti. Esistono anche processi di r. di tipo chimico che consentono di rompere i polimeri e di ottenere i monomeri di partenza, da cui avviare nuovi processi di polimerizzazione. Riciclando la plastica si ottiene un’ampia gamma di prodotti: dal PET si producono nuovi contenitori, capi d’abbigliamento in pile, imbottiture varie, moquette per interni auto; il PVC viene utilizzato nel settore edile per la produzione di tubazioni, passacavi, scarichi; il PS viene riciclato per ottenere contenitori, sacchetti per la spazzatura, film per imballaggio; se lavorati insieme, i vari tipi di plastica producono una plastica eterogenea impiegata per produrre elementi di arredo urbano, giochi per bambini, recinzioni, cartellonistica stradale. Gli scarti della plastica raccolta possono anche essere impiegati per recuperare energia.
R. del vetro. Il vetro è il materiale d’imballaggio riciclabile per eccellenza; esso infatti mantiene intatte tutte le sue qualità per un numero infinito di ricicli. Per ottenere una bottiglia di vetro occorrono 400 g di sabbia, 100 g di soda, 90 g di gasolio e 100 g di calcare. Per averne una in vetro riciclato non servono né sabbia, né soda, né calcare, ma solo 10 g di gasolio: è evidente come l’uso di vetro riciclato riduca in modo determinante il fabbisogno di materie prime estratte da cave e miniere. Va considerato inoltre che il vetro di recupero necessita di temperature più basse per fondere, con ovvio risparmio di combustibili ed energia. La raccolta differenziata del vetro in appositi contenitori aiuta il r. poiché semplifica le operazioni di pulizia e consente il riutilizzo del 100% del vetro raccolto. In Italia il 60% delle bottiglie sono prodotte a partire da vetro riciclato.
R. dell’acciaio e dell’alluminio. Gli imballaggi in acciaio che provengono dalla raccolta differenziata vengono avviati a operatori specializzati per la loro valorizzazione, attraverso processi di pulitura, frantumazione ed eventuale separazione dello stagno. Il rottame ferroso prosegue poi il suo percorso di r. in acciaieria e/o fonderia per essere rifuso e trasformato in prodotto siderurgico pronto per dar vita a nuovi oggetti, mantenendo inalterate tutte le proprietà di robustezza e protezione.
Il r. dell’alluminio è molto importante in quanto non comporta lo sfruttamento della bauxite, minerale da cui viene estratto e di cui tra l’altro l’Italia è carente; il procedimento inoltre consente di risparmiare il 95% dell’energia necessaria per produrre alluminio dalla materia prima. L’alluminio raccolto è avviato in appositi centri dove viene separato da eventuali parti ferrose o altri materiali diversi (vetro, rame ecc.). Viene poi pressato in balle e portato alle fonderie, dove viene trattato a circa 500 °C per liberarlo da vernici o da altre sostanze adesive e quindi fuso in forno alla temperatura di 800 °C fino a ottenere alluminio liquido che viene trasformato in lingotti pronti per essere utilizzati per lavorazioni successive.
R. del legno. Tutto il legno può essere riciclato e il materiale ottenuto è di ottima qualità. Ogni anno in Italia si recuperano circa 1.345.000 t di legno. Il primo passo nel processo di r. è la triturazione, seguita dal lavaggio e successivamente dalla riduzione in scaglie, dette chips, dalle quali si ottengono i pannelli di truciolare. Un altro utilizzo è relativo alle cartiere per la produzione di pasta cellulosica o agli impianti di compostaggio quale materiale strutturante per la produzione di compost.
Operazione con la quale, terminato un ciclo di lavorazione, una parte della materia prima di partenza (o di stadi intermedi) non ancora, o solo parzialmente, trasformata viene riportata in lavorazione immettendola in ciclo nello stadio iniziale (o in uno intermedio). Così, per es., nella sintesi dell’ammoniaca si parte da una miscela di idrogeno e di azoto che si fa passare in reattori nei quali solo una frazione della miscela di partenza si trasforma in ammoniaca; all’uscita dei reattori si separano dall’ammoniaca formatasi i gas che non hanno reagito, e che, dopo depurazione, ricompressione ecc., vengono rinviati nei reattori di sintesi.