Suidi Famiglia di Mammiferi Artiodattili Suiformi, a diffusione paleoartica, che comprende, oltre al cinghiale e alla sua forma domestica (maiale), babirussa, facocero, potamocero e ilocero. Di dimensioni medie, in genere hanno forma tozza, testa conica allungata in un grifo o grugno, tronco a forma di disco, nel quale si aprono le narici; occhi piccoli, orecchie di grandezza media, a punta, erette; arti corti e robusti, che poggiano sugli zoccoli del terzo e quarto dito. Rivestiti di setole, con pelame fitto, talora hanno una criniera lungo il dorso. La dentatura completa (44 denti) è di tipo onnivoro, con molari polibunodonti, canini sempre presenti a crescita continua e particolarmente sviluppati nei maschi, più o meno sporgenti e rivolti in alto (zanne) anche i superiori, da 3 a 1 paio di incisivi inferiori e superiori nell’adulto, secondo i generi. Sono onnivori; partoriscono da 2 a 14 cuccioli precoci; alcune specie raggiungono la maturità sessuale anche entro il primo anno di vita. La gestazione dura da 112 a 120 giorni. I S., comparvero in Europa nell’Oligocene, ma si svilupparono soprattutto in Asia, diffondendosi successivamente in Africa e in America.
La sottofamiglia Suini comprende i generi: Sus, Babyrousa, Potamochoerus, Hylochoerus, Phacochoerus.
Le numerose razze di Suini domestici conosciute e allevate nei vari Paesi sono classificate in base a caratteri somatici, quali la mole corporea, la forma e la direzione delle orecchie, il profilo della testa, le proporzioni del muso. Nel gruppo di razze del maiale europeo si distinguono le razze maggiori, a grandi orecchie, e quelle minori, a piccole orecchie; in quelle del maiale indocinese e mascherato giapponese le razze indiane, grandi e piccole, rispettivamente a lunghe e a piccole orecchie. Le razze intermedie fra il maiale europeo e l’indocinese comprendono il maiale ricciuto, il maiale romanico e le razze inglesi moderne.
La classificazione abituale dei Suini segue un criterio geografico, descrivendo le razze proprie dei vari paesi. Fra le razze italiane, in parte scomparse per la diffusione di razze d’importazione, le più importanti sono: la razza casertana o napoletana, della Campania, a pelle nera o ardesia, prolifica, precoce e con spiccate attitudini all’ingrassamento; la razza cinta o cinta senese, così detta per il mantello nero con una fascia o cintura che cinge il torace scendendo dal garrese alle spalle, razza rustica; la razza cappuccia, o chianina o casentinese, allevata in Toscana, dalla pelle scura, con setole grosse e folte di color grigio ardesia, rustica, pascolatrice, con arti alti; la razza romagnola o mora di Romagna o castagnina, allevata in Romagna, dalla pelle giallo scura con setole ispide di colore nero o fulvo, non precoce, abbastanza prolifica; la razza maremmana o macchiaiola, allevata allo stato brado in Toscana e nel Lazio, di piccola taglia, setole nere, grosse e folte, razza rustica che ricorda nella forma il cinghiale, abituata a vivere brada nei boschi di lecci o in altri querceti; la razza calabrese, pascolatrice e sobria, allevata in Calabria, con pelle e setole nere, tronco stretto e arti lunghi, di media prolificità. Tra le razze straniere, particolarmente importanti per la diffusione in altri paesi, Italia compresa, vi sono le razze di Suini della Gran Bretagna, e in particolare d’Inghilterra. Celebre in tutto il mondo la razza Yorkshire, il maiale bianco inglese, caratterizzata dalla grande statura (fino a 80 cm di altezza al garrese), che può raggiungere e sorpassare nel verro i 500 kg e nella scrofa i 400 kg, dalla pelle rosea con setole bianche, testa piccola e muso corto, altamente prolifica e precoce. Fu introdotta in Italia nel 1872 sia per l’allevamento in purezza, sia come razza incrociante. Fra le razze inglesi perfezionate, alcune di fama mondiale, sono ancora la Berkshire, di media statura, la large black, la Tamworth. Tra le razze della Germania il maiale pezzato nero del Hannover e il maiale pezzato rosso bavarese, razze indigene non migliorate. In Ungheria e nei Paesi baltici è diffusa la razza mongolica, pregevole, di media prolificità, con spiccate attitudini all’ingrassamento.
I Suini possono essere colpiti da malattie di varia natura: infettiva, parassitaria, carenziale (per es., rachitismo, avitaminosi). Le malattie infettive che arrecano i maggiori danni all’allevamento sono: la peste suina, malattia da virus; il mal rossino, malattia setticemica determinata da Erysipelotrix rhusiopathiae; l’influenza suina, causata dall’azione combinata di un virus e del batterio Haemophilus suis; la setticemia emorragica dei suini, determinata da Bacillus suisepticus; il paratifo dei suini, determinato da Salmonella cholerae; la leptospirosi, causata da Leptospira pomona. I maiali possono anche essere colpiti da malattie infettive comuni ad altre specie, come la tubercolosi, il carbonchio, l’afta epizootica, l’actinomicosi. Fra le malattie parassitarie: la cisticercosi; la trichinosi, determinata da Trichinella spiralis, le cui larve si localizzano in apposite cisti dei muscoli dei Suini; l’echinococcosi; l’elmintiasi da ascaridi.
A parte l’allevamento familiare di uno o pochi capi, la suinicoltura è praticata su larga scala ed è orientata verso la produzione di due distinte categorie di maiali da macello: il suino magro-leggero, che fornisce carni di pronto consumo, e il suino pesante, destinato all’industria di trasformazione. L’allevamento avviene nella porcilaia, insieme di edifici e attrezzature adibiti a tale attività, e può avere 2 indirizzi diversi che possono coesistere nella stessa azienda ma che richiedono impianti differenziati: a) riproduzione, con ambienti separati per i verri, per le scrofe asciutte e poi gravide, per il parto, per l’allattamento e lo svezzamento; b) ingrasso, fino al raggiungimento dei pesi di macellazione, che variano secondo le richieste del mercato e la razza di suini. Le scrofette raggiungono la maturità sessuale (pubertà) all’età di circa 6 mesi; i verretti anche a 4 mesi, ma sono adibiti alla riproduzione solo a 7-8 mesi di età e al raggiungimento di circa 100 kg. Il periodo del calore, coincidente con l’ovulazione, dura nelle scrofette 2-3 giorni e compare ogni 20 giorni circa (22 giorni nelle scrofe adulte). I giovani verri montano una volta la settimana, i verri adulti ogni 2 giorni. Può essere effettuata la fecondazione artificiale, con la quale si possono ottenere in un anno da un solo verro fino a 15-20.000 discendenti aventi caratteristiche di notevole affinità. La gestazione dura 114 giorni; i suinetti (circa 10 per ogni parto) pesano alla nascita 1,1-1,4 kg e sono lunghi 30-35 cm. La scrofa partorisce in decubito laterale e impiega 2-5 ore per espellere tutti i suinetti, alla distanza di 5-35 minuti l’uno dall’altro. L’allattamento dura 3-4 settimane ed è seguito dall’anaestro (il periodo che va dalla fine della lattazione all’inizio eventuale di una nuova gestazione), che dura 5-8 giorni.
Le scrofette si allevano in box collettivi, attrezzati per la distribuzione dell’acqua e degli alimenti. I verri giovani riproduttori possono vivere in box collettivi, mentre agli adulti si deve riservare uno stabbiolo individuale ampio, ben illuminato e tale da proteggere l’animale da stress termici, che possono provocare disturbi (necrospermia, spermi immaturi o alterati ecc.) nocivi per l’efficienza riproduttiva dell’allevamento. I suini all’ingrasso si allevano in box di dimensioni, forme e tipi di pavimentazione diversi, secondo il numero degli animali e la loro mole. La disponibilità di spazio influisce sullo stato di benessere e sull’accrescimento dei suini, il cui numero ottimale è di 12-13 per box, numero che facilita la definizione della gerarchia sociale tra gli animali che convivono. Per la buona efficienza dell’allevamento sono da evitare le condizioni ambientali sfavorevoli, quali la sporcizia, il cattivo ricambio dell’aria, l’umidità eccessiva, il sovraffollamento, gli squilibri alimentari, che possono generare nervosismo negli animali e vizi gravi come il cannibalismo. Si devono anche abituare i suini all’uso corretto delle zone di defecazione, illuminandole bene e sistemandovi in vicinanza gli abbeveratoi. L’allevamento suino ha in Italia notevole dimensione; sono prevalenti le razze large white e landrace, che hanno preso il sopravvento su razze locali.
L’allevamento di suini nel mondo (941 milioni di capi nel 2008) presenta un andamento positivo, con un incremento del 12% nell’ultimo ventennio. La Cina è il maggiore allevatore mondiale (446 milioni di capi), seguita a grande distanza da Stati Uniti (65 milioni), Brasile (40 milioni), Vietnam, Germania e Spagna (intorno ai 26 milioni). L’Italia (9 milioni di capi) occupa il 17° posto nella classifica mondiale.