Telaio metallico montato su ruote o su rulli, di forme e dimensioni molto variabili.
C. di dilatazione. - Dispositivo d’appoggio scorrevole che, messo sotto le imposte di strutture di gran luce (ponti, incavallature ecc.) ne permette le piccole variazioni di lunghezza conseguenti alle variazioni di temperatura. Per lo più è composto di rulli d’acciaio compresi tra due piastre piane, di cui quella superiore fissata alla struttura e quella inferiore all’appoggio. Forme più complesse sono usate nei grandi ponti metallici. Nelle travate di cemento armato il c. è di solito sostituito da apparecchi d’appoggio a piastre metalliche con interposta lastra di piombo, o da appoggi pendolari.
C. ferroviario. -Telaio montato mediante sospensioni (molle, boccole e piastre di guardia) su due o più assi. Le vetture lunghe e pesanti, fornite di due c. alle estremità, possono iscriversi facilmente nelle curve, dato che il passo rigido è ridotto alla distanza tra gli assi estremi di ciascun c. e i c. possono rotare rispetto al telaio principale del veicolo. Il c. è provvisto di ralla. Nel tipo europeo la ralla è al centro di una traversa che poggia, per il tramite di molle speciali, su un’altra traversa (oscillante, danzante o ballerina) collegata al telaio del c. mediante sospensione pendolare. Questa, oscillando attorno al punto di convergenza delle quattro biellette di sospensione, consente alla cassa del veicolo – entro certi limiti – di girare, di spostarsi trasversalmente ecc. La cassa poggia, oltre che sulla ralla, anche su due slitte all’estremità della traversa superiore. Tra il telaio del c. e gli assi è interposta una doppia sospensione costituita da molle elicoidali che si scaricano su pendini a loro volta scaricantisi all’estremità delle molle a balestra. L’impiego del c. sulle carrozze viaggiatori ha consentito un notevole aumento del comfort di marcia, per il migliore isolamento conseguibile dalle vibrazioni e un notevole allungamento dei vagoni stessi. Sulle locomotive ha permesso invece di utilizzare tutta la aderenza disponibile, diminuendo notevolmente, inoltre, le sollecitazioni trasversali sul binario.
C. per gru. - È impiegato nelle gru a ponte e in quelle a braccio. Nelle prime (➔ gru) costituisce l’elemento che, scorrendo sulla trave principale e portando l’argano di sollevamento, consente il movimento del carico in senso trasversale alla direzione di marcia della gru a ponte. Nella gru a braccio il c. che trasla lungo il braccio, può portare sia l’argano di sollevamento sia un semplice rinvio della fune o della catena di sostegno del gancio.
C. stradale. - Robusto telaio in profilati di acciaio, montato su ruote gommate, trainato da motrice o costituente l’elemento posteriore di un autosnodato, sul quale sono disposte le rotaie destinate a ricevere un carro merci ferroviario che debba effettuare la consegna a domicilio di merci, spedite per ferrovia, senza operazioni intermedie di carico e scarico.
C. della teleferica. - Dispositivo, costituito da coppie di ruote scorrenti sulla fune portante, al quale è unito, per mezzo d’apposita sospensione, il cassone o vagonetto; sul c. è generalmente montato l’apparecchio automatico per l’attacco e il distacco del vagonetto dalla fune traente, nelle stazioni, senza arrestare la corsa. Un dispositivo, analogo ma più complesso, formato da un sistema di bilancieri e dotato di 8-16 ruote per rendere uniforme la distribuzione del carico sulla fune, è quello adottato nelle funivie.
C. trasbordatore. - Veicolo in forma di piattaforma munita di rotini e scorrevole in senso trasversale a un fascio di binari; porta due ruote sulle quali si spinge il veicolo da trasbordare che, muovendo il c., può essere portato in un altro binario parallelo a quello su cui il veicolo si trovava. Può essere del tipo a raso o a fossa, a seconda che il binario di cui è dotato sia sopraelevato rispetto ai binari di stazione (sicché il carro vi accede superando una rampa di raccordo) oppure a livello di essi; in questo caso però il c. scorre in una fossa perpendicolare ai binari di stazione.
È il complesso degli organi che consentono a un aeroplano le operazioni di decollo e di atterraggio e le varie manovre di rullaggio a terra. Si distinguono: c. normale, c. triciclo, c. biciclo, c. monoruota. Il c. normale, ormai utilizzato solo in piccoli aerei da turismo, è costituito da due ruote principali avanti al baricentro dell’aeroplano e da un pattino, o ruotino orientabile, in coda che rappresenta il terzo punto di appoggio, con il 90% del peso del velivolo gravante sulle ruote principali. Il c. triciclo ha due punti principali d’appoggio, costituiti da due ruote o da due gruppi di ruote, posizionati dietro al baricentro e un terzo punto d’appoggio sterzante a prua. Questo tipo di c. ha un comportamento assai stabilizzante sia nel rullaggio sia nelle manovre di frenata. Il c. biciclo e quello monoruota sono invece poco diffusi e adottati solo per casi particolari (quello monoruota solo negli alianti).
I c. impiegati di norma sugli aerei più grandi e più veloci sono retrattili per migliorare le caratteristiche aerodinamiche del velivolo. Il meccanismo idraulico di ritrazione varia a seconda del tipo degli aerei e dello spazio di alloggiamento del c. stesso. Le ruote sono in lega leggera, mentre gli pneumatici possono essere senza o con camera d’aria. L’energia cinetica relativa alla componente verticale è assorbita in parte dagli pneumatici, in parte dagli ammortizzatori interposti tra ruota e velivolo. Il molleggio sulle gambe di collegamento all’aereo può essere ottenuto con un sistema telescopico o con un più complesso sistema articolato. Particolari dispositivi (ruota doppia, smorzatori idraulici ecc.) permettono poi di eliminare o ridurre gli effetti di oscillazione attorno all’asse di sterzo (shimmy). I dispositivi di frenatura sono comandati idraulicamente e sono provvisti di meccanismi antislittamento automatici; il materiale d’attrito agisce su più dischi che sono spesso suddivisi in settori per meglio resistere agli innalzamenti di temperatura dovuti all’alta velocità.