La quarta delle cinque grandi suddivisioni della storia geologica della Terra, la cui durata va da 65 milioni di anni fa a circa 2 milioni (➔ era). Viene suddivisa in 5 periodi: il Paleocene, l’Eocene, l’Oligocene, il Miocene e il Pliocene. Durante tale era lo sviluppo della fauna e della flora, la distribuzione dei mari e dei continenti e infine la differenziazione dei climi hanno assunto i lineamenti e le caratteristiche attuali. Nel contempo sono scomparsi o si sono fortemente ridotti i gruppi importanti di animali che avevano predominato nel Mesozoico, come la maggior parte degli ordini dei Rettili, quali i Dinosauri e gli Pterodattili, e, tra gli Invertebrati, le Ammoniti, Belemniti, Rudiste ecc. Le piante si sono evolute notevolmente attraverso una progressiva riduzione delle Crittogame vascolari e delle Gimnosperme, tra le quali si sono però diffuse le Conifere di tipo più recente. Le Angiosperme, con il predominio di Dicotiledoni gamopetale, manifestano nell’era c. quella varietà e complessità di tipi che si conserva tuttora.
I Mammiferi timidamente apparsi nell’era precedente, fin dal Trias, con forme che si sono mantenute a un livello primitivo per tutto il Mesozoico, non andato oltre gli Aplacentati, presentano fin dall’inizio dell’era c. uno straordinario impulso evolutivo che si è attuato in due tempi. Nel primo con l’improvvisa apparizione di forme arcaiche placentate che si sono evolute ed estinte rapidamente (Creodonti, Condilartri, Pantodonti e Dinocerati) e nel secondo con forme che si possono considerare precorritrici delle faune attuali e che interessano tutti gli ordini dai Marsupiali fino ai Primati. Il grande sviluppo dei Mammiferi, congiunto alla loro vasta diffusione e grande variabilità nel tempo, ha fornito elementi preziosi per la cronologia, per cui l’era c. è stata definita ‘l’era dei Mammiferi’. Anche gli Uccelli perdono i caratteri di transizione delle faune mesozoiche e si evolvono sviluppandosi copiosamente verso tipi identici, come organizzazione, a quelli attuali mentre i Pesci non si differenziano essenzialmente dalle forme dell’era precedente. Per quanto riguarda gli Invertebrati, sono da notare la totale scomparsa di Ammoniti e Belemniti, il carattere moderno degli altri Molluschi, degli Echinodermi e dei Celenterati, e soprattutto la generale diffusione di Protozoi e particolarmente la fioritura di numerose famiglie di grandi Foraminiferi a struttura complessa (tra cui, Alveoline, Nummuliti, Orbitoididi), i quali assumono anche importanza litogenetica in quanto l’accumulo dei loro gusci ha determinato depositi di grande potenza ed estensione (calcari a nummuliti, ad alveoline ecc.). Il loro maggiore interesse però risiede nell’importanza stratigrafica rivestita da numerose specie e associazioni di specie. A questo riguardo molto importanti sono anche le microfaune pelagiche. Fauna e flora indicano un più deciso affermarsi della periodicità stagionale e una progressiva restrizione delle zone a clima tropicale, che però regna ancora in Europa.
Alterne fasi di emersione e sommersione marina caratterizzano le aree continentali durante l’era cenozoica. I mari dell’emisfero settentrionale, attraverso alterne vicende, si riducono nei limiti attuali, mentre altre zone, come il bacino anglo-parigino, sono soggette ancora a ripetute fluttuazioni del livello del mare. Nel resto dell’Europa, vaste zone sono invase solo tardivamente nell’Eocene superiore o anche nell’Oligocene. Nell’emisfero meridionale, invece, continua la frammentazione del continente di Gondvana iniziatasi nel Mesozoico, con la delimitazione dei continenti africano, indo-malese, australiano e sudamericano, i cui contorni alla fine dell’era, risultano poco diversi da quelli di oggi. L’emersione di vastissime regioni dell’emisfero boreale è direttamente collegata al grande ciclo orogenetico ‘alpino’. I primi annunci di questo ripiegamento si trovano già nell’era precedente in due regioni (Ande, Pirenei), ma è nell’era c. che i fenomeni di questo ciclo orogenetico si svolgono in tutta la loro grandiosa imponenza, portando alla formazione delle maggiori catene montuose dalle Alpi all’Himalaya, dall’Atlante alle Cordigliere americane. A tale risveglio dell’attività endogena si accompagnano le molteplici manifestazioni eruttive dell’era, fra le quali sono da segnalare quelle del Vicentino-Veronese, dei colli Euganei, della Sardegna nord-occidentale, della Germania centrale, della Provenza, dei Carpazi, dell’Africa orientale.