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laterizio

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fig. 1

Denominazione generica di materiali artificiali da costruzione (fig. 1), formati di argilla (contenente quantità variabili di sabbia, ossido di ferro, carbonato di calcio), purgata, macerata, impastata, pressata e ridotta in pezzi di forma e di dimensioni prestabilite, i quali, dopo asciugamento, vengono esposti a giusta cottura in apposite fornaci. L’uso di elementi di argilla cotta come materiali da costruzione fu noto a civiltà antichissime, come quelle mesopotamica ed egizia.

I l. si suddividono in pieni (1-3 in fig. 1), forati (9-12) e per coperture (4-8). Si preparano partendo da argille le quali, all’essiccazione e alla cottura, presentano un ritiro più o meno grande a seconda del maggiore o minor contenuto d’acqua e d’impurezze non argillose. L’argilla subisce, dopo l’estrazione dalle cave, diversi trattamenti, quali, per es., l’ibernazione o l’estivazione. L’eliminazione delle impurità (di solito inclusioni calcaree) viene fatta con una laminazione al di sotto di 1 mm o, in casi particolari, tramite macinazione, dopo preessiccamento dell’argilla, fino a una granulometria al di sotto di 0,3 mm. La foggiatura dei l. è eseguita a mano, usando argilla in pasta costipata entro forme adatte, per lavorazioni speciali e comunque per piccole partite; la modellatura a macchina (con argilla umida spinta da propulsori elicoidali attraverso filiere) costituisce la tecnica universalmente adottata. Il materiale, foggiato nel modo voluto, si pone a essiccare all’aria (protetto però dall’azione del sole, della pioggia, del vento ecc.) o in essiccatoio ad aria calda o d’altro tipo, in modo da eliminare lentamente l’acqua d’impasto presente senza che si producano deformazioni. Dopo l’essiccazione (ovviamente non necessaria per i l. ottenuti per stampaggio di argilla secca) i prodotti vengono inviati alla cottura (a temperature non inferiori a 900 °C), eseguita in forni intermittenti o continui. I forni intermittenti sono adottati per piccole o saltuarie produzioni. I forni continui, molto più razionali e capaci di grandi potenzialità, sono prevalentemente del tipo a tunnel (➔ forno).

I l. impiegati nelle costruzioni devono possedere buone qualità di resistenza, di durezza, scarsa penetrabilità all’acqua e facile aderenza alle malte. Devono presentare, di norma, colore rosso vivo e grana (visibile nelle rotture) compatta, priva di pori e di materiali estranei. Quando occorrano maggiori garanzie per le qualità dei l., si ricorre a prove tecnologiche. Quanto ai tipi di l., essi variano da luogo a luogo di fabbricazione. I mattoni comuni hanno forma parallelepipeda con dimensioni variabili da regione a regione, ma che ora si tende a far corrispondere a quelle unificate di 25×12×5,5 cm; densità assoluta tra 1600 e 1800 kg/m3 e resistenza alla compressione di 1500-1800 N/cm2. Sono impiegati per murature portanti o anche per le pareti d’ambito o divisorie di edifici con struttura portante in cemento armato o metallica. Si hanno inoltre mattoni semipieni delle stesse dimensioni dei precedenti, ma muniti di fori trasversali rispetto alla massima superficie, di densità pari a circa 1550 kg/m3. Per opere in vista si usano mattoni cosiddetti per paramento, formati da mattoni pieni della migliore scelta, dotati di scarsa porosità (assorbono solo l’8-10% di acqua contro il 15-25% degli altri tipi), di elevata resistenza (1800-2000 N/cm2). Per rivestimenti si usano anche listelli o lastre dello spessore di 1,5-2,5 cm, della larghezza di 4, 6, 20, 24 cm e della lunghezza di 12 cm, a superficie liscia o variamente scabra, di colore dal giallo al bruno. Per muri divisori sono più spesso impiegati mattoni forati, di cui esistono tipi diversi per il numero dei fori e le dimensioni. Alla categoria dei l. forati appartengono anche le tavelle, impiegate soprattutto per controsoffitti, e i tavelloni, le volterrane (o pignatte) e i copriferri impiegati come elementi secondari nei solai a travi di ferro profilato (tipo costruttivo ormai poco applicato); le volterrane sono usate, in misura sempre crescente, nei solai misti in cemento armato ordinario o precompresso (➔ solaio).

fig. 2

Bolli laterizi Nel mondo romano si usò durante l’Impero bollare i mattoni e le tegole con marche di fabbrica che costituiscono un prezioso documento cronologico per la datazione degli edifici e hanno anche un interesse storico (fig. 2).

Vedi anche
soffitto La superficie inferiore delle strutture di copertura degli ambienti. Può essere rivestito di materiali che gli conferiscono particolari effetti estetici o acustici e può presentarsi piano o a volta (➔); può essere inoltre costituito da un’apposita struttura leggera, sottostante e indipendente dalla copertura ... mattonella Elemento da costruzione in forma di piastrella quadrata, rettangolare o esagonale, di cemento, graniglia o ceramica usata per rivestimenti e pavimentazioni edilizie. Arte Create nel Vicino Oriente, come rivestimento delle mura esterne e delle pareti interne, m. furono in uso presso gli Egizi dal 4° ... fortificazione Opera o insieme di opere che mirano a diminuire l’efficacia offensiva degli avversari, servendosi delle caratteristiche naturali del terreno e modificandole opportunamente con apprestamenti tecnici. Preistoria ed età antica Con il fissarsi degli abitati sorsero anche le prime cinte murarie di rozze ... Teodorico Figlio (n. 454 circa - m. 526) di Teodemiro re degli Ostrogoti della stirpe degli Amali. Succeduto al padre (474), sconfitto il re degli Eruli Odoacre (493), divenne sovrano del regno ostrogoto in Italia. Il suo governo fu improntato alla pacificazione tra Ostrogoti e Romani e a una serie di interventi ...
Categorie
  • MANUFATTI in Archeologia
  • EDILIZIA in Ingegneria
Tag
  • MATERIALI DA COSTRUZIONE
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Altri risultati per laterizio
  • LATERIZÎ
    Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)
    LATERIZÎ (XX, p. 572; App. I, p. 778; II, 11, p. 161) Domenico GENTILONI SILVERJ Questo classico materiale non è stato trascurato dai recenti progressi dell'arte del costruire, ché anzi vengono valorizzate alcune sue specifiche proprietà: resistenza omogenea e relativamente elevata (si richiede una ...
  • LATERIZÎ
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    LATERIZÎ (XX, p. 572) Domenico GENTILONI SILVERJ Antonio BENINI Laterizî armati. - Sono strutture capaci di resistere a flessione, costituite da elementi di laterizio e da una armatura metallica ad esso resa aderente per mezzo di malta di cemento. I laterizî assumono forme svariate secondo l'impiego: ...
  • LATERIZÎ
    Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)
    LATERIZI Giuseppe Lugli LATERIZÎ: L'opera laterizia (XX, p. 575). Archeologia. - L'architettura egizia, e più ancora quella della Mesopotamia, conobbero e adoperarono mattoni cotti, per quanto assai più raramente dei mattoni asciugati al sole; i Greci usarono spesso mattoni crudi, mai quelli cotti; ...
  • LATERIZÎ
    Enciclopedia Italiana (1933)
    LATERIZÎ (dal lat. later "mattone"; fr. briques; sp. ladrillos; ted. Ziegeln; ingl. bricks) Luigi SANTARELLA Giuseppe LUGLI Gustavo GIOVANNONI Prodotti di varie forme e dimensioni, che si ottengono mediante indurimento per cottura di argilla opportunamente preparata e modellata. Sono materiali da ...
Vocabolario
laterìzio
laterizio laterìzio agg. e s. m. [dal lat. latericius, agg., der. di later -ĕris «mattone»]. – 1. agg. a. Di terracotta, di mattoni: materiale l.; opera l.; strutture l., ecc.; industria l., che riguarda la fabbricazione dei laterizî. Bolli...
mattoname
mattoname s. m. [der. di mattone], ant. – Ammasso di mattoni o di detriti di materiale laterizio.
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