legaturaL. del libro Operazione finale della lavorazione editoriale, mediante la quale i fogli stampati sono pareggiati, piegati in pagine, cuciti, rifilati, e protetti da un rivestimento (coperta o copertina).
Nell’ambito della tecnica della l., dall’allestimento del volume all’applicazione della coperta, soprattutto quest’ultima assunse nei secoli interesse e valore artistico. Le prime l. apparvero tra 4° e 5° sec., quando il libro abbandonò gradualmente la forma di rotolo per assumere quella attuale di codice. La più antica fra quelle conservate è la coperta aurea dell’evangeliario donato da Teodolinda al duomo di Monza, adorna di cammei e gemme (7° sec.). L. ricchissime, vere opere di oreficeria, spesso per codici liturgici, sono diffuse in tutto il Medioevo: si ebbero l. con piatti lignei ricoperti di placche d’avorio scolpite, di rilievi d’oro e d’argento sbalzato con smalti, cammei, pietre preziose, nielli, di produzione iberno-sassone, carolingia, bizantina, romanica. Nel 12°-13° sec. le officine renane, mosane e limosine produssero l. con smalti. Dal 14° sec. l’uso del metallo divenne più limitato; si fecero preziose l. in stoffa, velluto, cuoio, spesso con guarnizioni metalliche. Le decorazioni delle l. in cuoio furono realizzate a intaglio (14°-15° sec., specie in Germania) e con impressione a freddo, tipo corrente nella l. europea del 15° secolo. Dopo il 1453 si diffondono anche in Italia le l. dette alla greca, semplici nell’ornato, con il dorso incollato e privo di nervature. Delle l. orientali, con ornati prevalentemente ‘rabeschi’, centri di produzione furono Herat e Samarcanda. Notevolissime le legature persiane del 16° sec., con dorature. In Occidente, la tecnica delle impressioni in oro, derivata dall’Oriente, penetrata in Italia (Napoli) alla metà del 15° sec., raggiunse mirabile sviluppo, specie a Venezia. Un tipo più sobrio di l. veneziana è quello aldino, con piatti in cartone e semplici ornati. Appare nella decorazione delle l. l’uso del cammeo, ricavato da forme di intagli antichi, che si diffonderà ampiamente (l. con inserite riproduzioni di medaglie, targhette ecc.). Nel 16° sec. in Italia l’arte della l. fiorisce soprattutto a Venezia e a Roma. Il tipo italiano del Rinascimento, introdotto in Francia da J. Grolier, vi ebbe sviluppo originale, specie con Enrico II. Intorno al 1550 si affermarono le officine lionesi. La Spagna seguì modelli italiani e francesi, introdotti in Germania solo verso il 1550. A Norimberga si fecero ancora notevoli l. in oreficeria. Tipicamente tedesche sono le l. in pelle bianca di scrofa, con fitte ornamentazioni figurate e leggende. In Inghilterra l. di tipo rinascimentale compaiono sotto Enrico VIII; si usarono anche l. in stoffa, ricamate. Nel 17° e 18° sec. la Francia tenne il primato nell’arte della l., caratterizzata dall’uso del marocchino rosso. Forme originali ebbero le l. britanniche (l. scozzesi con motivi floreali stilizzati, inizio del 18° sec.) e irlandesi. Nel 17° e 18° sec. furono usate anche l. metalliche a traforo su fondo di stoffa o velluto e l. a intarsi di cuoio di vario colore, o con smalti. Dopo le l. neoclassiche con motivi decorativi tratti dal repertorio classico, e le l. romantiche con ornati architettonici (l. a cattedrale), dalla seconda metà del 19° sec. l. di pregio si eseguirono in genere solo per amatori.
Metodo di emostasi chirurgica, detto anche allacciatura, che si attua stringendo nel nodo di un filo (di seta, lino, nailon, catgut) un vaso sanguifero (arteria o vena). Si pratica nelle ferite che interessano i vasi per frenare l’emorragia, oppure per ottenere preventivamente un arresto della circolazione sanguigna in un territorio nel quale si debba praticare una
Segno arcuato che prescrive l’esecuzione di un passo in legato, cioè senza sensibile interruzione dell’emissione del suono nel passaggio da una nota alla successiva; questa l. si dice di portamento.
Lo stesso segno, quando unisce due note della stessa altezza, indica che la seconda non deve essere ripetuta ma si prolunga il suono della prima; questa l. si dice di valore.
Unione di due cavi o anche di due parti di uno stesso cavo, realizzata avvolgendo attorno a essi, in modo vario ma regolare e uniforme, una cimetta sottile. Si ha l. piana quando le due parti che si legano sono affiancate, l. in croce quando invece esse s’incrociano (v. fig.). Tali l. si usano, in particolare, in marina, per es. per ottenere vari tipi di gasse.