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liofilizzazione

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Particolare metodo di essiccazione (detto anche crioessiccazione) in cui prima il materiale da essiccare viene congelato e poi per effetto dell’applicazione di un vuoto molto spinto il solvente passa direttamente dalla fase solida a quella vapore (sublimazione). La l., pur consentendo di ridurre l’umidità residua dei materiali (frazione di acqua legata ai solidi che compongono il prodotto e che resta in esso dispersa e incongelabile) a valori molto bassi (in taluni casi anche inferiori all’1%), non provoca modificazioni irreversibili della struttura del materiale. Infatti l’essiccazione ordinaria, che comincia come fenomeno superficiale, prosegue attraverso il ritiro del menisco del liquido nei capillari della sostanza: la tensione superficiale esercitata sul materiale da questo menisco determina generalmente delle distorsioni e rotture. Nella l., invece, non si verificano apprezzabili forze capillari in corrispondenza dell’interfaccia fra il materiale da essiccare e i cristalli di solvente, per cui non hanno luogo i citati inconvenienti.

La l. è particolarmente indicata per l’essiccazione di sostanze che si decompongono al riscaldamento o risultano instabili in soluzione concentrata: nei due casi l’essiccazione operata con i metodi usuali non è ovviamente possibile. Inoltre, riesce di grande utilità ove sia indispensabile lavorare sotto rigorose condizioni di sterilità, in quanto, nei materiali congelati, non hanno luogo né la crescita dei batteri né le trasformazioni enzimatiche; poiché l’essiccazione avviene sotto vuoto, altri tipi di deterioramento, quali l’ossidazione dei grassi presenti nel sangue o nella carne o dell’acido ascorbico del succo d’arancia, risultano notevolmente ritardati. Infine è possibile il rapido ripristino del materiale nella forma originaria per semplice aggiunta del solvente rimosso (ciò giustifica il termine l. adottato per caratterizzare il processo in quanto il prodotto essiccato è liofilo, cioè mantiene per il solvente la stessa affinità posseduta prima del trattamento).

La l., applicata in origine ai soli prodotti farmaceutici (antibiotici, sieri, plasma, vitamine, globuline, enzimi, vaccini ecc.), è stata poi estesa al trattamento degli alimenti; trova inoltre impiego anche in chimica (purificazione di prodotti, preparazione di catalizzatori), in medicina (trattamento di tessuti per innesto chirurgico) e in microbiologia (conservazione di ceppi batterici).

La l. degli alimenti risulta particolarmente vantaggiosa in quanto, contrariamente a quanto avviene nella disidratazione convenzionale, il prodotto liofilizzato non si coarta e non presenta indurimento superficiale. Esso mantiene infatti la struttura e il volume originari, a meno che non si tratti ovviamente di un prodotto liquido; il mantenimento della struttura dipende anche dalla mancata migrazione di sali e altri soluti, contrariamente a quanto avviene nei procedimenti tradizionali di disidratazione. La l. può essere applicata ai più diversi alimenti; alcuni vengono trattati direttamente, come succhi di frutta, latte, ortaggi; altri, invece, vengono opportunamente preparati, tagliati a pezzi e privati della parte esterna, come pesce, carne e frutta.

liofilizzatori

La l. avviene in speciali apparecchiature (liofilizzatori) e lo schema di lavorazione prevede diverse tappe: la prima è rappresentata dal surgelamento del prodotto tra −30 e −40 °C; la seconda tappa consiste nella sublimazione dei prodotti surgelati in camere stagne dove si fa il vuoto spinto. La ricostruzione, o reidratazione, dei liofilizzati è molto rapida. Essa è facilitata dalla struttura superficiale aperta del prodotto e può essere fatta per aspersione o per immersione in acqua fredda. Una volta confezionati in un imballaggio impermeabile all’aria e all’umidità, i liofilizzati si conservano praticamente per periodi indefiniti anche in condizioni ambientali difficili. Valore nutritivo e caratteristiche organolettiche sono assai vicini a quelli dei prodotti freschi e decisamente superiori a quelli di prodotti conservati con altre tecnologie. Un altro vantaggio è rappresentato dalla diminuzione di massa (1/4-1/10 della massa iniziale) e del volume (limitatamente ai prodotti liquidi in origine), con evidenti economie nel trasporto e nell’immagazzinamento.

Per realizzare sensibili riduzioni di volume anche in quei prodotti alimentari che non possono essere ridotti in polvere è stata recentemente messa a punto una tecnica che ha portato alla formulazione di una nuova classe di conservati: i compressed foods, ovvero alimenti liofilizzati e in seguito convenientemente compressi.

Vedi anche
conservazióne degli aliménti Insieme di trattamenti che tendono ad arrestare o rallentare i processi trasformativi a opera di microrganismi che si svolgono negli alimenti non trattati, consentendone pertanto una più lunga durata. Per la c. degli a. vengono usati metodi basati soprattutto su mezzi fisici e chimici. Trattamenti fisici I ... collòide In chimica, sistema costituito dalla dispersione di una sostanza colloidale solida (S), liquida (L) o gassosa (G) (fase dispersa) in un'altra (fase disperdente), anch'essa allo stato solido, liquido o gassoso (➔ colloidale, stato). microbiologia Ramo delle scienze biologiche che ha per oggetto lo studio dei microrganismi, esseri viventi con dimensioni inferiori al millimetro, la cui osservazione richiede l’uso del microscopio ottico. I microrganismi possono essere eucarioti (protozoi, funghi microscopici e la maggior parte delle alghe), procarioti ... xenotrapianto In biologia e chirurgia, il trapianto eseguito con l’utilizzo di organi prelevati a esseri viventi di una specie diversa da quella del ricevente. Gli studi degli anni 1990 hanno portato a considerarlo uno degli approcci più promettenti per il trattamento di gravi patologie nell’uomo. I trapianti di organi ...
Categorie
  • INDUSTRIA ALIMENTARE in Industria
  • INDUSTRIA ALIMENTARE E PER LA RISTORAZIONE in Industria
  • INDUSTRIA COSMETICA E FARMACEUTICA in Industria
Tag
  • ACIDO ASCORBICO
  • MICROBIOLOGIA
  • OSSIDAZIONE
  • SOLVENTE
  • BATTERI
Altri risultati per liofilizzazione
  • liofilizzazione
    Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
    liofilizzazióne [Der. di liofilo] [CHF] Particolare metodo di essiccamento in cui dapprima il materiale da essiccare viene congelato e poi, per effetto dell'applicazione di un vuoto molto spinto, il solvente passa direttamente dalla fase solida a quella di vapore (sublimazione). L'aspetto essenziale ...
  • LIOFILIZZAZIONE
    Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)
    Alessandro R. GIONA . Processo di deumidificazione in cui un diluente, nel caso più comune l'acqua, viene rimosso dal prodotto desiderato mediante evaporazione diretta dallo stato solido (essiccamento per sublimazione). L'essiccamento per sublimazione, usato da molto tempo come tecnica di laboratorio, ...
Vocabolario
liofiliżżazióne
liofilizzazione liofiliżżazióne s. f. [der. di liofilizzare]. – Metodo di essiccamento di un materiale che consiste nel congelarlo e poi, mediante l’applicazione di un vuoto molto spinto, nel far passare per sublimazione l’acqua in esso...
liofiliżżare
liofilizzare liofiliżżare v. tr. [der. di liofilo]. – Essiccare una sostanza mediante liofilizzazione. ◆ Part. pass. liofiliżżato, anche come agg.: latte, succo di frutta liofilizzato; prodotti (alimentari e farmaceutici) liofilizzati;...
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