liquidità Nel linguaggio giuridico, economico, aziendale e bancario, la rapida trasformabilità in forma monetaria del risparmio investito e la situazione caratterizzata da abbondanza di denaro liquido, o per lo meno di capitali facilmente disinvestibili.
La rapidità di trasformazione in forma monetaria (grado di l.) varia a seconda dei tipi di impiego del risparmio investito e della durata del prestito attraverso il quale è avvenuta la cessione dell’uso dello stesso. La l., come situazione caratterizzata da abbondanza di denaro liquido, indica inoltre la capacità di un’azienda di conseguire economicamente e in ogni momento un equilibrio tra entrate e uscite numerarie. Tale capacità viene valutata sulla base di alcuni quozienti ricavabili dalle voci del bilancio tra cui si ricordano l’indice di l., dato dal rapporto tra le attività e le passività finanziarie a breve termine, e il coefficiente di l. del capitale circolante, dato dal rapporto tra il capitale circolante e i debiti a breve termine. Per le banche assume specifica rilevanza la capacità di fronteggiare gli impegni assunti sulla base della situazione di l., quale è data dal prospetto comprendente il complesso delle disponibilità della banca, confrontato con il complesso degli obblighi di pagamento alle rispettive scadenze. La situazione di l. dipende, a sua volta, dalla politica della l. adottata dalla banca, cioè dal processo attraverso cui si perviene alla formazione di un bilancio in cui si prevedono i flussi di l. che si registrano in un determinato arco di tempo e le possibili connesse forme di investimento.
Tali politiche si attuano attraverso operazioni di mercato aperto o pronti contro termine, attraverso le quali viene iniettata o drenata liquidità nel sistema scambiando moneta con titoli con le aziende di credito. Un’operazione di acquisto pronti contro termine ha come oggetto l’acquisto di titoli che la banca centrale effettua con il sistema delle aziende di credito che ricevono in contropartita liquidità. La peculiarità di tali operazioni è quella di essere temporanea; a fronte di un acquisto di titoli oggi (a pronti) si avrà un’operazione di vendita in futuro (a termine).
Il grado di l. di un’attività finanziaria, inteso come rapida trasformabilità in forma monetaria del risparmio investito (e in generale delle varie forme di ricchezza) risulta tanto maggiore quanto più rapidamente tale attività può essere convertita in mezzi di pagamento al suo valore pieno (ossia a quel valore di mercato che sarebbe possibile realizzare qualora non fosse necessario vendere l’attività in tempi brevi) e quanto minore è il costo di negoziazione che tale conversione comporta.
Sulla base del diverso grado di l. attribuibile ai diversi modi d’impiego del risparmio, sono stati definiti differenti aggregati monetari corrispondenti a diverse definizioni di moneta: un primo aggregato (chiamato M1) comprende soltanto i mezzi di pagamento (circolante e depositi in conto corrente utilizzabili mediante assegno); un secondo aggregato (chiamato M2) comprende, oltre ai mezzi di pagamento, i depositi bancari a risparmio; un terzo aggregato (M3) arriva a includere, oltre alle attività comprese in M2, anche attività meno liquide, quali i depositi e i buoni fruttiferi postali (alcuni, per l’Italia, includono in M3 anche i BOT detenuti dagli operatori non bancari).
Per quanto riguarda il grado di l. dell’economia, esso è dato dalla capacità di spesa del sistema economico, autonoma rispetto al costo e alla disponibilità di credito bancario. Collegati al concetto di l. sono i concetti di base monetaria (➔ base) e di quasi moneta (➔), quest’ultima costituita dal complesso di titoli a breve scadenza. Con l’introduzione della moneta unica l’aggregato di riferimento per la moneta è la M3 che comprende oltre al circolante e ai depositi bancari, anche le operazioni pronti contro termine e i titoli con scadenza inferiore ai due anni.
La preferenza (o propensione) per la l. consiste nella percentuale del reddito o del patrimonio che un individuo desidera detenere sotto forma di moneta (contante o depositi bancari in conto corrente). J.M. Keynes la fa dipendere (quando è determinata dal movente speculativo) essenzialmente dal tasso di interesse inteso come saggio di rendimento delle obbligazioni.
La trappola della l. è il valore minimo del saggio di interesse inteso come saggio di rendimento delle obbligazioni, in corrispondenza del quale gli individui non ritengono più conveniente comprare obbligazioni e pertanto detengono i loro risparmi sotto forma di moneta, nell’attesa che il saggio di interesse sulle obbligazioni aumenti di nuovo e quindi l’acquisto delle obbligazioni torni a essere conveniente.
Della l. si parla anche nei rapporti internazionali per indicare l’insieme dei mezzi di pagamento negli scambi e nelle operazioni finanziarie che si svolgono tra un paese e altri paesi.
La l. internazionale è composta dalle riserve auree e in valuta pregiata detenute dalle banche centrali e da altre attività particolari come i diritti speciali di prelievo del Fondo monetario internazionale. Nel sistema dei regolamenti internazionali inoltre, specialmente dopo la prima crisi petrolifera, si è andato diffondendo l’uso di mezzi di pagamento acquisiti tramite l’indebitamento estero, in particolare nei confronti del mercato dell’eurodollaro. Vi è l’esigenza che la l. internazionale cresca allo stesso ritmo con cui si espande il commercio internazionale. Alla disponibilità di l. internazionale è legata inoltre la possibilità, per le autorità monetarie di un paese, di finanziare il deficit della bilancia dei pagamenti e quindi di rimandare a un periodo successivo l’aggiustamento della bilancia stessa. A proposito della l. internazionale si parla anche di l. incondizionata per le risorse prontamente realizzabili e di l. condizionata per quelle soggette a procedure di preventivo accordo.