Parte inferiore del pistillo (nelle piante Angiosperme), contenente gli ovuli; dopo la fecondazione, questi si evolvono in semi, mentre l’o. diventa frutto. L’o. risulta formato dalla parte inferiore delle foglie carpellari che formano il pistillo; se la foglia carpellare è unica, la cavità dell’o. risulta unica (o. uniloculare) e ha origine per la concrescenza dei margini del carpello; quando due o più carpelli costituiscono un pistillo, l’o. si origina o dalla concrescenza dei margini carpellari, e allora è uniloculare, o dal ripiegarsi dei margini verso il centro con più estesa concrescenza dei carpelli; in tal caso di solito la cavità risulta divisa in tante logge quanti sono i carpelli (o. pluriloculare, v. fig.). L’o. è supero, se aderisce solo alla parte apicale del ricettacolo fiorale; infero o aderente, se il ricettacolo lo avvolge e vi aderisce; un aspetto intermedio è dato dall’o. semiinfero.
Si dice ovarica la cavità, parete ecc. che si riferisce all’o. del fiore, oppure che riguarda l’uovo (oosfera); per es., l’apparato ovarico nel sacco embrionale delle Angiosperme è il complesso delle tre cellule superiori, di cui le due laterali sono le sinergidi, mentre la centrale è l’oosfera.
La gonade femminile in tutti gli organismi pluricellulari. Gli o. dei Mammiferi sono più spesso chiamati ovaie (per la donna ➔ ovaio). Nell’o. sono situati i gameti femminili (uova o cellule-uovo o ovocellule) prima della fecondazione. Oltre a questi, vi possono essere altre cellule o gruppi di cellule, che hanno funzioni diverse, sempre in rapporto con quella delle uova. Per essere fecondate le uova devono, nella maggior parte dei casi, uscire dall’ovario.
Nei Vertebrati gli o. sono generalmente pari e si abbozzano, come i testicoli, da un paio di creste genitali, rilievi di origine mesodermica della parete celomatica, poste ai due lati del mesentere dorsale all’intestino, fra questo e il mesonefro. Negli stadi precoci del loro sviluppo, o. e testicoli non presentano differenze; successivamente negli o. la porzione midollare regredisce e quella corticale, con gli elementi germinali in essa inclusi, si sviluppa, mentre nei testicoli accade il contrario, gli elementi germinali migrano all’interno e la parte corticale si riduce. A completo sviluppo, gli o. fanno ernia nella cavità celomatica, rivestiti da una piega della parete peritoneale (somatopleura) che costituisce i mesoovari che fungono da mesenteri.
Tipicamente l’o. consta di una parte interna midollare (medulla) di tessuto connettivo, di vasi sanguigni e linfatici, di fibre muscolari lisce e fibre nervose, e di una porzione esterna di rivestimento, il cortex, nel cui epitelio germinativo sono situate le cellule che daranno origine alle uova (oogoni). Queste si moltiplicano, e i prodotti che ne derivano (ovociti), accompagnati da cellule epiteliali, si approfondano nella parte midollare o stroma ovarico. Intorno a ciascun ovocito si vengono a disporre, circondandolo, le cellule epiteliali, somatiche, dette follicolari, e si costituiscono così i follicoli ovarici che forniscono alle uova il nutrimento necessario al loro accrescimento. Nei Vertebrati Amnioti le cellule follicolari sono assai numerose e disposte, a differenza di Agnati, pesci e Anfibi, in più strati. Nei Mammiferi, all’interno del follicolo (follicolo di Graaf), si scava una cavità ripiena di liquido (liquor folliculi) e l’uovo, circondato da vari strati di cellule, resta aderente a un breve tratto della parete interna del follicolo, il disco proligero. Concluso l’accrescimento, i follicoli migrano verso la superficie dell’o.: ivi, per la pressione del liquido follicolare che li rende turgidi, scoppiano liberando le uova che cadono nel celoma (ovulazione), e attraverso le vie di emissione o dotti genitali (ovidutti) o i pori addominali, pervengono all’esterno.
In Elasmobranchi, Anfibi e Amnioti, la zona di lacerazione follicolare lascia alla superficie dell’o. un tratto cicatriziale, il corpo luteo, caratterizzato dalla presenza di particolari cellule a funzione endocrina, che permane se le uova vengono fecondate, altrimenti regredisce. Nei diversi Vertebrati la grandezza dei follicoli ovarici varia in rapporto alle dimensioni che le uova mature raggiungono secondo la quantità di vitello in esse contenuto; nella maggioranza degli animali che si riproducono annualmente la dimensione degli o. raggiunge il massimo durante la stagione riproduttiva; si rimpiccioliscono invece dopo l’ovulazione, passando a una condizione di riposo. In molti Mammiferi, i cicli di ovulazione possono ripetersi più volte nell’anno e corrispondono ai cosiddetti periodi di estro o di calore.
Nei Missiniformi e Petromizontiformi adulti l’o. è impari e mediano. Nei Condroitti e Osteitti la presenza di un solo o. è rara e spesso determinata dalla fusione dei due ovari. Questi possono essere asimmetrici, talora il sinistro più sviluppato del destro. Nei Teleostei, così come negli Anfibi, nei Serpenti e nei Sauri, gli o. sono sacciformi. Negli Anfibi hanno una struttura irregolare e occupano, durante la stagione riproduttiva, gran parte della cavità del corpo: negli Urodeli sono allungati e nastriformi; negli Anuri sono associati ai cosiddetti corpora adiposa che sembra funzionino come riserve di grasso. Nei Cheloni e nei Coccodrilli sono compatti e simmetrici, mentre nei Serpenti il destro spesso è più lungo del sinistro. Negli Uccelli, mentre nell’embrione sono presenti ambedue gli o., nell’adulto è funzionante soltanto il sinistro.
Nei Mammiferi gli o. sono situati nella regione lombare o pelvica dell’addome. La separazione fra cortex e parte midollare è qui più marcata che nelle altre classi di Vertebrati; il cortex è per lo più occupato dai follicoli di Graaf, costituitisi entro masse cellulari dette tubi di Pflüger. I più giovani, o follicoli oofori primari, sono situati nella zona superficiale del cortex; quelli in accrescimento spostati verso la parte midollare; i follicoli maturi, molto ingranditi, occupano tutto lo spessore del cortex e sporgono perfino dalla superficie esterna dell’ovario. Nei Mammiferi, la maggior parte dei follicoli ovarici degenera durante l’accrescimento; i follicoli degenerati si dicono atresici. A intervalli periodici, tipici in ciascuna specie, sempre nei Mammiferi, uno o più follicoli giungono a maturazione e scoppiano con la lacerazione del disco proligero che si separa dallo strato, o membrana granulosa, del follicolo, cioè dal limite esterno della cavità follicolare. L’uovo passa così attraverso l’ostium tubae abdominale, che circonda quasi completamente l’o., nella tuba uterina (tuba di Falloppio).
L’o. oltre alla funzione citogenetica, come produttore di gameti femminili ha, come il testicolo, un’importante funzione di ghiandola endocrina responsabile della produzione degli ormoni sessuali femminili. Nei Mammiferi oltre all’estradiolo (o diidrofollicolina), prodotto dalle cellule follicolari, che determina lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari, delle trasformazioni estrali del tratto genitale e degli organi sessuali accessori, e che è il solo ormone ovarico sicuramente accertato anche negli altri Vertebrati, l’o. produce un altro ormone di tipo progestazionale, e cioè progesterone, specifico del corpo luteo, responsabile delle trasformazioni pregravidiche e gravidiche, come per es. quelle dell’utero o del rilassamento dei legamenti delle ossa pubiche.