Complesso di operazioni effettuate dalla banca centrale allo scopo di contrastare gli effetti sulla circolazione monetaria interna provocati da un’espansione o una contrazione non desiderata della base monetaria (per es., in conseguenza di variazioni nelle riserve in valuta estera dovute a surplus o deficit della bilancia dei pagamenti). A tal fine la banca centrale può ricorrere a diversi strumenti, quali le operazioni di mercato aperto, la variazione dei coefficienti di riserva obbligatoria, la manovra del tasso ufficiale di sconto ecc.
Soppressione della capacità procreativa del maschio o della femmina. Realizzata con metodiche chirurgiche può rappresentare un mezzo di controllo definitivo della fertilità. Le indicazioni alla s. sono di carattere medico (controindicazioni alla gravidanza per malattie della donna o per predisposizione a patologie neonatali di tipo genetico), psicologico, sociale ed economico. Per l’uomo si pratica principalmente la vasectomia chirurgica (interruzione dei deferenti). Per la donna viene attuata l’occlusione tubarica, sia per coagulazione sia per applicazione di dispositivi occludenti (clip, anelli al silicone ecc.). La reversibilità della s. richiede raffinate tecniche di microchirurgia.
Eliminazione di tutti i microrganismi viventi, patogeni e no, e delle loro spore, attuata con mezzi diversi a seconda dei casi.
La s. si opera su oggetti (strumenti chirurgici, vetreria, tessuti ecc.), o sostanze varie (medicamenti, alimenti da conservare, terreni di coltura per batteriologia, brodi nell’industria di fermentazione ecc.); differisce dalla pastorizzazione, in quanto quest’ultima permette di distruggere la maggior parte ma non la totalità dei microrganismi, e dalla disinfezione, che tende alla distruzione delle sole specie microbiche patogene. L’impossibilità della generazione spontanea fa sì che un oggetto, una volta sterilizzato, rimane indefinitamente sterile se non vi è contaminazione dall’esterno. La s. può essere ottenuta con mezzi chimici e fisici.
I principali mezzi fisici utilizzano l’azione del calore o delle radiazioni, ma è stata proposta anche l’applicazione di pressioni elevate. Nel caso della s. eseguita per azione del calore, la temperatura da raggiungere e la durata del riscaldamento per ottenere una completa s. variano in funzione di numerosi fattori (tipo di microrganismo da distruggere, sostanza da sterilizzare ecc.). Il processo è realizzato tramite la successione delle seguenti operazioni: preparazione della materia prima da sterilizzare (lavaggio, cernita, concentrazione ecc.), riempimento dei contenitori ed eliminazione dell’aria, chiusura ermetica dei contenitori e trattamento termico dei contenitori così sigillati, raffreddamento rapido dei contenitori. Nel caso del latte e di altri fluidi (succhi di frutta, passato e concentrato di pomodoro, minestre e salse pronte ecc.) ha trovato larga diffusione la tecnica del confezionamento asettico, basata sul principio della s. in continuo del prodotto allo stato sfuso seguita dal confezionamento a freddo, in ambiente asettico, in contenitori sterilizzati a parte; questo metodo consente di impiegare, oltre ai tradizionali contenitori metallici e di vetro, anche quelli plastici rigidi e flessibili e quelli multistrato (cartone-alluminio-polietilene). Nella s. con energia raggiante si possono usare radiazioni ionizzanti (raggi x, raggi γ ecc.) oppure non ionizzanti (infrarosse, radioonde ecc.). La s. con radiazioni è usata per prodotti alimentari o farmaceutici che subirebbero alterazioni se sterilizzati con calore, nonché per materiali di impiego sanitario e chirurgico. Anche l’applicazione di elevate pressioni tramite presse isostatiche consente di ridurre drasticamente la carica batterica; l’effetto sterilizzante delle alte pressioni sembra dovuto alla deformazione del nucleo e del citoplasma e alla fuoriuscita totale o parziale del liquido intracellulare; gli alti costi e le difficoltà di realizzazione hanno però limitato l’applicazione industriale di questo procedimento.
Fra i mezzi chimici, che hanno il vantaggio di agire a temperatura ambiente, i più usati sono l’ossido di etilene, la formaldeide, l’ozono, l’ossido di propilene, il bromuro di metile, l’acido perossiacetico; gli sterilizzanti chimici gassosi possono sterilizzare prodotti già racchiusi nei propri contenitori, se questi risultano abbastanza permeabili ai gas. L’aggiunta di sostanze chimiche come agenti sterilizzanti non è però un mezzo molto diffuso perché in genere queste sostanze hanno più un’azione inibitrice sulla crescita dei microrganismi che sterilizzante vera e propria; inoltre, una volta aggiunte, sono difficili da eliminare, possono conferire al prodotto trattato caratteristiche sgradevoli (sapore, odore ecc.) e possono anche agire sfavorevolmente su composti a carattere nutritivo (proteine ecc.).
Tra i sistemi per sterilizzare va poi ricordata anche la filtrazione, metodo di natura chimico-fisica che consiste nel far passare il mezzo da sterilizzare, ovviamente liquido o aeriforme, attraverso filtri (di porcellana, di vetro sinterizzato, di sostanze plastiche ecc.) con meati sufficientemente piccoli da non far passare i microrganismi.