Sostanze la cui tossicità verso gli Insetti è tale da provocarne la morte. Il loro uso rappresenta pertanto il più comune metodo di lotta (lotta chimica) contro gli Insetti nocivi.
Per quanto riguarda la loro modalità di azione, gli i. vengono classificati in insetticidi per contatto, se agiscono per semplice contatto esterno con l’organismo (per es., polveri disidratanti che, mediante abrasione della cuticola, provocano la morte per disidratazione); insetticidi per ingestione, se agiscono in seguito a introduzione per via orale (per es., principi attivi che perturbano profondamente le reazioni metaboliche vitali); insetticidi per inalazione, se agiscono in seguito a introduzione attraverso le vie respiratorie (per es., prodotti che otturano i condotti respiratori provocando asfissia). Comunque, i moderni preparati hanno spesso la proprietà di agire contemporaneamente per vie diverse. Esistono inoltre altri i. (insetticidi sistemici per il bestiame) che agiscono contro parassiti intestinali degli animali.
In base alla loro costituzione chimica gli i. vengono classificati in insetticidi inorganici e in insetticidi organici (naturali o di sintesi).
I. inorganici. - Sono i più antichi e tradizionali e hanno avuto un largo impiego in passato; oggi sono pressoché abbandonati e solo alcuni di essi sono ancora utilizzati, generalmente in combinazione con composti specificamente studiati. Si ricordano i composti dell’arsenico (arseniati e arseniti), del boro (acido borico e borace), del fluo;ro (fluoruri, fluosilicati, fluoroalluminati).
I. organici naturali. - Molto usati prima dell’avvento degli i. di sintesi, trovano attualmente impieghi più limitati, con l’eccezione del piretro (sia come tale, sia come estratto più o meno purificato, sia come derivato parzialmente sintetico) che unisce alla bassa tossicità per l’uomo una notevole efficacia contro gli insetti domestici (mosche, zanzare, tarme). In genere agli i. a base di piretro si aggiunge il piperonilbutossido che agisce da sostanza sinergica impedendo l’ossidazione del principio attivo, sia all’aria per effetto di luce e calore, sia nell’insetto che con l’ossidazione detossificherebbe il principio attivo. I derivati semisintetici del piretro (detti anche insetticidi piretroidi) sono prodotti (bioresmetrina, decametrina ecc.) che, oltre a esplicare la loro azione tossica per contatto e ingestione, esercitano anche azione insettifuga, migliorando così l’effetto del trattamento. Presentano un largo spettro d’azione su diversi insetti, una elevata tossicità per gli animali a sangue freddo (pesci, rettili, anfibi ecc.) e una bassa tossicità per l’uomo. Altri composti naturali, quali la nicotina, il rotenone, l’estratto del legno di quassia, sono d’impiego molto limitato.
In agricoltura sono invece largamente usati, sia come veicolo di altri principi attivi, sia come tali, gli oli minerali, che hanno soprattutto un’azione sulle uova (ovicidi), ostacolando così la riproduzione degli insetti.
I. organici di sintesi. - Data la vastità del settore, è opportuno suddividere gli i. organici di sintesi in grandi classi, in rapporto alla loro costituzione chimica, e precisamente: idrocarburi clorurati, esteri fosforici, carbammati.
I più semplici degli idrocarburi clorurati ad azione i. sono il tetracloruro di carbonio, il tricloroetano, il tetracloroetano, il pentacloroetano e omologhi che, per la loro elevata tensione di vapore, sono adoperati come fumiganti per la disinfestazione di derrate immagazzinate: tuttavia, essendone stata rilevata la tossicità specie a carico del sangue, si manifesta un orientamento verso la loro sostituzione con altri composti meno tossici. Il più noto rappresentante di questa classe di i. è il DDT (diclorodifeniltricloroetano) che ha consentito di debellare la malaria, per la sua efficacia nei confronti dell’anofele; ma è stato pressoché bandito dall’uso in vari paesi, in seguito soprattutto all’accertamento della vastità della contaminazione dell’ambiente, delle acque, della catena alimentare che produce (in Italia il suo impiego è stato definitivamente vietato con d.m. 11 ottobre 1978). Infatti il DDT, come altri idrocarburi clorurati, particolarmente quelli ciclodienici, è dotato di elevatissima persistenza e stabilità chimica e biologica. Questi composti, se applicati al terreno o alle piante, persistono lungamente e, dilavati dalle acque, contaminano i corsi d’acqua, i laghi, il mare, la fauna terrestre e ittica, la selvaggina, gli animali di allevamento; ne sono stati ritrovati residui anche dove non sono mai stati impiegati (come nell’Antartide). Per la loro liposolubilità, una volta ingeriti dall’organismo si accumulano nei tessuti adiposi, esplicando poi un’azione tossica di natura cronica a carico del fegato, dei reni, del sistema nervoso. I composti che più marcatamente si sono dimostrati capaci di produrre questa contaminazione generalizzata sono, oltre al DDT, l’aldrin, il clordano, il dieldrin, l’endrin, l’eptacloro, che appartengono agli idrocarburi ciclodienici clorurati; queste sostanze sono state tutte revocate in attuazione del d.m. 26 ottobre 1973. Gli idrocarburi clorurati più di altri i. determinano fenomeni di selezione degli insetti, che diventano sempre meno vulnerabili all’azione di un dato composto e richiedono quindi sempre nuovi mezzi di lotta. Idrocarburi clorurati ancora autorizzati e di uso abbastanza frequente sono il lindano, il metossicloro, il clorfenvifos, il perthane, l’endosulfan.
Gli esteri fosforici comprendono una serie vastissima di composti, derivati dall’acido fosforico, tiofosforico e ditiofosforico. Essi rappresentano la gamma di preparati più adeguati per la lotta ai fitofagi e sono caratterizzati dalla comune proprietà biologica di inibire vari enzimi e particolarmente l’acetilcolinesterasi. Molti composti appartenenti a questa classe sono dotati di altissima tossicità acuta, tanto che in alcuni casi pochi milligrammi possono avere effetti letali sull’uomo. Per lo più hanno un largo spettro di azione verso gli insetti e quindi al vantaggio di una loro efficacia generalizzata si contrappone lo svantaggio della distruzione di specie di insetti utili, con conseguente squilibrio biologico. A differenza degli idrocarburi clorurati sono caratterizzati da scarsa stabilità chimica e, per effetto dell’umidità, della luce, dell’aria, si degradano in prodotti non tossici e pertanto non presentano rischi di contaminazione generalizzata e di tossicità cronica. Inoltre sono attivi anche contro gli acari verso cui in genere gli altri i. non mostrano attività. Tra i composti più noti e ancora consentiti appartenenti a questa classe figurano il parathion, il TEPP, il dimethoato, il trithion, l’azinphos, il demeton, il fosfamidone, il fosmet, il diclorvos, il diazinone, il DDVP, il malathion.
I carbammati comprendono un numero ristretto di composti, che agiscono inibendo gli enzimi dell’organismo allo stesso modo degli esteri fosforici, rispetto ai quali però, a parità di efficacia i., risultano meno pericolosi nei confronti degli animali superiori. Questi principi attivi presentano livelli di tossicità molto diversi tra loro (modesta per il carbaryl, elevata per l’aldicarb). Altri prodotti importanti di frequente impiego, tutti autorizzati dal ministero della Sanità, sono il carbofuran, il dioxacarb, il metiocarb ed il promecarb. Alcuni composti di questa classe (insetticidi endoterapici) hanno azione sistemica, come alcuni esteri fosforici, cioè penetrano intimamente nei tessuti vegetali, rendendo tossiche per gli insetti tutte le parti della pianta sulle quali vengono applicati.
La diffusione massiccia degli i. di sintesi, che costituiscono la grande maggioranza dei prodotti attualmente in commercio, è iniziata dopo che, durante la Seconda guerra mondiale, è stata scoperta l’azione insetticida del DDT e di alcuni esteri fosforici. L’uso sistematico degli i. di sintesi, se da un lato ha consentito un eccezionale miglioramento della produzione agricola (sia in termini di quantità che di qualità) e una notevole riduzione dei vettori di malattie contagiose per l’uomo e per gli animali, dall’altro costituisce una sicura fonte di inquinamento e di rischio per la salute dell’uomo.
Accanto agli i. chimici si vanno sempre più affermando i bioinsetticidi, microrganismi e metaboliti microbici (in natura se ne conoscono circa 1500) con riconosciute proprietà insetticide. Molti di questi prodotti, che oggi si possono ottenere su larga scala grazie all’impiego di procedimenti biotecnologici, sono già da tempo disponibili sul mercato. A questi se ne aggiungono continuamente altri, ottenuti anche con le tecniche del DNA ricombinante. Essi presentano alcuni importanti vantaggi rispetto agli i. chimici: elevata specificità, che consente di colpire soltanto le specie di insetti dannosi risparmiando tutti gli altri; assenza del fenomeno di assuefazione da parte di insetti resistenti, trascurabile tossicità per l’uomo, gli animali e le piante. Il più conosciuto tra questi organismi è il Bacillus thurigiensis, da tempo autorizzato anche in Italia per l’uso su piante arboree, erbacee e orticole. La tossina prodotta dal microrganismo (delta-endotossina) risulta particolarmente attiva contro le larve dei Lepidotteri; si è riusciti a selezionare anche alcuni ceppi attivi verso i Coleotteri e altri attivi verso i Ditteri. Inoltre, poiché la tossina prodotta dal batterio è una proteina, è anche possibile trasferire alla pianta, mediante tecniche di ingegneria genetica, il gene che ne codifica struttura e produzione; in questo modo la pianta produce la tossina e diventa così resistente all’insetto.
Gli i. possono essere applicati in vari modi: a) allo stato secco, come polveri generalmente suddivise in modo fine e diluite con altre polveri inerti, come talco, argilla, farina fossile; queste polveri secche sono impiegate soprattutto per cospargere il terreno; b) allo stato liquido, come soluzioni e sospensioni; c) allo stato di aerosol, soprattutto nell’uso domestico, per mezzo di bombole pressurizzate con propellente; d) allo stato gassoso, soprattutto per la disinfestazione di magazzini, stive di navi, di serre, con prodotti che si trovano già allo stato gassoso (idrogeno fosforato, bromuro di metile, acido cianidrico, ossido di etilene) o che sono facilmente gassificabili (solfuro di carbonio, dicloroetano, lindano); nel caso di disinfestazione di notevoli estensioni di terreno si ricorre alla distribuzione di prodotti in forma nebulizzata i quali vengono irrorati per mezzo di aeroplani o anche di elicotteri.