Educatore e pedagogista svizzero (Zurigo 1746 - Brugg 1827), di famiglia oriunda italiana. L'idea centrale della sua didattica era un metodo «basantesi sulla vita integrale dei rapporti familiari: nell'istruzione spontanea e concreta offerta dall'ambiente familiare è il fondamento di qualsiasi didattica dell'apprendere». P. insistette in particolare sull'importanza, nei processi di apprendimento, dell'intuizione e del contatto immediato con l'esperienza. Su questa base P. teorizzò l'importanza del «contare», del «misurare» e del «parlare» nel processo educativo, ponendo quindi l'accento sull'aritmetica, la geometria, il disegno e l'apprendimento delle lingue.
Frequentò nella sua città il Collegium Carolinum, dove ebbe come insegnanti notevoli figure dell'illuminismo e del rousseauianismo svizzero come J. G. Zimmermann, J. J. Breitinger e J. J. Bodmer. Con altri amici si strinse intorno a Bodmer, capo dei patrioti e democratici, ispirandosi alle idee di Rousseau e all'ideale d'un moralismo stoico e ribelle e d'un patriottismo democratico. Tuttavia, sciolto il gruppo, egli si dedicò all'agricoltura e, acquistato un fondo a Neuhof nel Giura, nel 1769 vi si stabilì insieme con la moglie Anna Schulthess, che gli fu fedele compagna e collaboratrice. Fallita l'impresa agricola, P. trasformò (1777) la fattoria in un asilo per i piccoli mendicanti, col proposito di «redimerli ed educarli alla vita operosa e utile»; ma anche la nuova impresa naufragò (1779). Burgdorf dapprima, poi Münchenbuchsee, dove trasportò il suo istituto nel 1804, e finalmente Yverdon, dove la sua scuola, che durò fino al 1824, ebbe un magnifico rigoglio e attirò l'attenzione dell'intera Europa colta, sono stati il campo sperimentale da cui è uscita la moderna scuola elementare.
Nel 1780 pubblicò l'Abendstunde eines Einsiedlers, primo abbozzo del suo sistema pedagogico, e la prima parte di Lienhard und Gertrud, il suo capolavoro (di cui la seconda parte vide la luce nel 1787), nel 1783 Über Gesetzgebung und Kindermord. Nel 1793 commentò gli eventi della Rivoluzione francese con l'equilibrato opuscolo Ja oder Nein?. Del 1797 è l'opera in cui P. tentò di esprimere con la maggior chiarezza e coerenza il suo credo filosofico e l'idea che era venuto intanto conquistando delle intime contraddizioni della civiltà: Meine Nachforschungen über den Gang der Natur in der Entwicklung des Menschengeschlechts. I rivolgimenti provocati dalla Rivoluzione francese anche in Svizzera gli porsero l'occasione di ritornare all'insegnamento. Rifiutata l'offerta di dirigere la scuola magistrale, fondò (1799) a Stans una scuola per orfani di contadini, ma dopo solo sei mesi la guerra lo costrinse a chiudere l'istituto. Fu quindi maestro a Burgdorf, dove continuò ad approfondire il suo metodo didattico, con la collaborazione di H. Krüsi, J.-G. Tobler e J.-Ch. Buss. Da queste esperienze nacquero il breve scritto Die Methode (1800) e le quattordici lettere a Gessner (Wie Gertrud ihre Kinder lehrt, 1801), cui seguirono alcuni libri elementari rivolti a facilitare il primo insegnamento secondo il suo metodo: Buchstabierbuch; A. B. C. der Anschauung; Buch der Mütter; Natürliche Schulmeister. Negli ultimi anni scrisse due opere notevoli: Schwanengesang (1825) e Mutter und Kind (1827), esposizione popolare ma molto penetrante delle proprie idee pedagogiche. Il problema della connessione tra l'ideale della libera natura umana e la concreta realtà storica della cultura, tra la spontaneità soggettiva e l'obiettività spirituale, che travagliò la fine del sec. XVIII e il principio del XIX e che nella filosofia idealistica si risolse con il concetto della libertà dello spirito, sta al fondo anche delle ricerche di P. e della sua idea dell'educazione naturale ed elementare. Certo egli raggiunse tale idea solo attraverso e nei limiti della sua esperienza personale, ma in questa esperienza era così profondamente vissuta la crisi del suo tempo e, in generale, dell'umanità ed era ricercata con tale fede la sua soluzione nell'attività educativa, che l'intuizione a cui riuscì, nonostante i difetti della sua formulazione, si armonizzava con le correnti più vive della cultura e del pensiero contemporanei e riassumendo la riflessione pedagogica anteriore, conciliando e superando insieme l'utilitarismo sociale dell'illuminismo e il naturalismo del Rousseau, coglieva con l'ideale più alto il problema essenziale dell'educazione. Praticamente spetta a P., oltre al merito generale di avere radicalmente approfondito la coscienza pedagogica, quello d'aver posto in rilievo il valore spiritualmente umano e nazionale dell'educazione, specie rispetto ai ceti più poveri, d'aver innovato, contro la tradizione metodica irriflessa, il problema d'una prassi educativa, sia pure attraverso soluzioni parziali, d'avere offerto lo schema per l'organizzazione dell'istruzione popolare elementare e dell'educazione professionale. D'altra parte gli istituti pestalozziani servirono di modello a filantropi e governi di tutta l'Europa e prepararono tutta una generazione di maestri, mentre alle idee di P. s'ispirarono i grandi pedagogisti del secolo: F.W.A. Fröbel e J.F. Herbart.