Gülen, Muhammad Fethullah. – Predicatore e politologo turco (n. Korucuk, distretto di Pasinler, 1941). Nato in una famiglia religiosa, fu avvicinato alla conoscenza della lingua araba da suo padre Ramiz, imam, mentre sua madre Rafia – sua prima maestra – lo avviò alla lettura e allo studio del Corano. Ottenuta nel 1959 la licenza di predicatore dal Direttorato di Stato per gli Affari religiosi, G. iniziò a insegnare e predicare nella città di Edirne, nella Turchia occidentale, dove ricevette l’incarico di assistente imam presso la moschea di Üçşerefeli. Durante la sua formazione, fu influenzato dal pensiero di figure quali Abu Hanifa – fondatore della scuola hanafita –, Ahmad Sirhindi, l’imam al-Ghazali e Said Nursi, quest’ultimo assertore della compatibilità tra scienza e religione, libertà e fede, tradizione e modernità; una dottrina che sarebbe poi stata alla base dello stesso islamismo gülenista. Dopo aver svolto il servizio militare tra il 1961 e il 1963, riprese la sua attività a Edirne, ma i suoi sermoni iniziarono ad avere maggiore seguito con il trasferimento nel 1966 a Smirne, dove accanto alla predicazione si dedicò al sostegno degli allievi della scuola coranica presso la moschea di Kestanepazarı. La sua maggiore visibilità lo portò inoltre a predicare in città e villaggi limitrofi, a tenere incontri in caffè e circoli, a organizzare campi estivi per gli studenti. Dopo un breve periodo di detenzione successivo al golpe militare del 1971, lasciò Kestanepazarı, ma continuò a dedicarsi ai giovani e agli studenti predisponendo nuovi luoghi di studio e dormitori nella regione dell’Egeo, grazie al contributo di donatori locali. Venne così a formarsi quella prima rete di persone legate al concetto di servizio per la comunità, una rete che poi si sarebbe ramificata raccogliendo sempre più risorse e finanziamenti, strutturandosi come Movimento gülenista, in turco Hizmet ("servizio"). Tale modello, incentrato sull’importanza dell’educazione, prese a istituzionalizzarsi nel corso degli anni Settanta, dopo i trasferimenti del predicatore a Manisa (1974) e Bornova (1976). L’espansione del Movimento proseguì e si consolidò nel decennio successivo, ai tempi di T. Özal, primo ministro tra il 1983 e il 1989 e poi presidente della Repubblica fino al 1993. All’inizio degli anni Novanta erano oltre cento le scuole fondate in Turchia dai membri di Hizmet, accanto a numerosi centri studi e corsi per la preparazione all’esame di accesso alle università; inoltre il network prese a radicarsi anche al di fuori dei confini anatolici, in particolare nelle repubbliche ex-sovietiche dell’Asia centrale che con la Turchia condividono affinità linguistiche e culturali. Attraverso il Movimento, G. – definito dai suoi seguaci Hocaefendi ("rispettabile maestro") – coltiva interessi in diversi settori, dal campo dei mass media a quello della finanza; le sue strutture scolastiche, e le sue università poi, hanno formato nel tempo figure apicali delle società in cui Hizmet opera, creando classe dirigente. L’organizzazione, tacciata dai suoi detrattori di scarsa trasparenza, è riuscita a espandere in modo tanto capillare la sua attività da essere presente in oltre 100 Paesi in tutto il mondo, contando milioni di sostenitori – si stima fra i 3 e i 6 – e gestendo asset del valore di diversi miliardi di dollari.
Nel 1999 G. si trasferì negli Stati Uniti per motivi di salute, ma anche probabilmente per sfuggire a un processo per eversione da cui sarebbe stato assolto nel 2008. Con l’ascesa di R.T. Erdoğan, divenuto primo ministro della Turchia nel marzo 2003 grazie alla vittoria alle elezioni politiche del novembre 2002, il Movimento gülenista e il Partito della giustizia e dello sviluppo (AKP) legato al premier coltivarono ulteriormente le relazioni positive che già in precedenza avevano iniziato a tessere. Tale rapporto si rivelò utile al consolidamento del potere dell’AKP, anche per la presenza di personalità collegate a Hizmet in alcune strutture vitali del Paese quali la polizia, la magistratura, la pubblica amministrazione. Il sodalizio tra G. ed Erdoğan è entrato tuttavia successivamente in crisi fino a deflagrare nel dicembre del 2013, quando il primo ministro – implicato in uno scandalo di corruzione che aveva travolto il suo esecutivo – ha accusato il predicatore di essere al vertice di uno ‘Stato parallelo’ operante all’interno delle istituzioni turche con l’obiettivo di destituirlo. Erdoğan, eletto nel frattempo presidente della Repubblica nell’agosto 2014, ritiene inoltre che G. – ancora residente negli USA a Saylorsburg, in Pennsylvania – sia dietro al tentato golpe del luglio 2016. Il presidente turco, che già nel 2014 aveva annunciato di voler chiedere agli USA l’estradizione del predicatore, ha rinnovato all’indomani del colpo di Stato sventato i suoi propositi, ma il segretario di Stato statunitense J. Kerry – pur esprimendo la disponibilità di Washington a collaborare con Ankara nelle indagini – ha invitato la Turchia a presentare prove che dimostrino il coinvolgimento di G. nell’organizzazione del golpe. Nelle settimane successive al fallito colpo di Stato, migliaia di magistrati, docenti e dipendenti pubblici ritenuti affiliati o comunque vicini al movimento di G. – designato dal governo turco come organizzazione terroristica – sono stati rimossi dal loro incarico. Nel mese di agosto, i procuratori della provincia occidentale di Uşak hanno predisposto nei confronti del predicatore un atto d’accusa di 2527 pagine, chiedendo la sua condanna a due ergastoli e ulteriori 1900 anni di reclusione per aver ‘cercato di distruggere l’ordine costituzionale con la forza, costituito e armato un’organizzazione terroristica e finanziato il terrorismo’.