Comune dell’Umbria (449,5 km2 con 164.880 ab. nel 2020), capoluogo provinciale e regionale. È posta su un colle a 493 m s.l.m. nella Valle Tiberina, presso l’incrocio di importanti vie di comunicazione, che la collegano con il Lazio e l’Emilia attraverso la valle del Tevere, con la Toscana (Val di Chiana) e con le città dell’Umbria orientale e delle Marche (Ancona).
In origine centro abitato degli Umbri, poi possesso degli Etruschi e dei Romani, P. era cinta di mura, di cui si conservano notevoli resti. Nel Medioevo la città si estese e furono così costruite altre cinte murarie; l’area urbana si è poi notevolmente sviluppata sugli sproni nei quali si fraziona il colle, fino ad assumere una forma tentacolare. P., che nel nucleo originario conserva un tipico impianto topografico medievale, si è progressivamente ampliata, in età moderna, nella fascia meridionale, alle pendici del colle originario, soprattutto in corrispondenza della stazione ferroviaria.
Antico centro commerciale, P. attraversò una lunga fase di decadenza economica tra il 15° sec. e la fine del 19°. Dalla seconda metà del 20° sec., invece, la città ha preso a esercitare una notevole capacità attrattiva verso gli altri comuni umbri, cui hanno fatto riscontro un consistente incremento demografico e un’articolata espansione urbana. Per far fronte al fenomeno si è fatto ricorso a singolari soluzioni nell’ambito della programmazione urbanistica relativa al riassetto del centro storico, che ha assunto una decisa specializzazione terziaria, ed è stata favorita la nascita di ‘centri satelliti’ con funzioni industriali e residenziali, forniti di autonome attrezzature commerciali. Importante centro commerciale e finanziario, P. ha anche una forte vocazione culturale, testimoniata dalla presenza, oltre che di un’università di Stato, di un’università per stranieri, sorta nel 1926. La città costituisce inoltre un polo industriale di notevole rilievo, le cui attività si svolgono nei settori alimentare, tessile, dell’abbigliamento, poligrafico, dei materiali da costruzione, delle calzature. Molto sviluppato il turismo, che dà impulso ad attività artigianali.
Fondata dagli Umbri o da Auleste, fu tra le principali città etrusche (5°-4° sec. a.C.). Fedele a Roma nella guerra annibalica, fu municipio dopo la guerra sociale. Nel 41-40 a.C. Ottaviano vi assediò Lucio Antonio; divenuto imperatore, la ricostruì. Probabilmente Treboniano Gallo (251-253) la eresse a colonia.
Nell’Alto Medioevo P. fu a lungo sotto il dominio dei Bizantini, interrotto (547-48) dall’occupazione dei Goti di Totila e da quella longobarda, sotto la quale fu centro di un ducato fino al 6° secolo. Nell’8° sec. P. rimase sotto l’influenza bizantina, passando poi nell’orbita papale. Nella lotta delle investiture, fu equidistante tra papa e imperatore. Ottenne (1186) da Enrico VI imperatore la conferma del comune e del possesso del territorio circostante; poi, l’acquisto di Assisi (1194) e di altre terre trovò sanzione anche nel riconoscimento papale (1198). Da Innocenzo III in poi, i rapporti tra P. e Roma si fecero più saldi. Le lotte interne tra guelfi (Raspanti) e ghibellini (Beccherini) durarono fino al 1393, quando si passò, con Biordo Michelotti, al regime signorile.
P. fu poi di Gian Galeazzo Visconti (1400), signoria di Ladislao di Durazzo (1408-14), dominio di Braccio Fortebracci (1416-24). Appartenne quindi ai Baglioni, che furono in aspra lotta con gli Oddi (1488; 1491; 1495) e ripresero il potere, dopo l’avventura del duca Valentino (1503), con Gian Paolo. La signoria dei Baglioni terminò nel 1540, quando Paolo III iniziò la costruzione della rocca Paolina, a salvaguardia dei diritti della Chiesa. La città, che nel 1859 si ribellò al dominio pontificio, accolse nel 1860 le truppe piemontesi.
Oltre al tempio paleocristiano di S. Angelo (fine 5° sec.), i principali edifici medievali sorgono nel centro della città, la piazza IV Novembre: Palazzo dei Priori (Giacomo di Servadio e Giovannello di Benvenuto, 1293; ampliato nel 1443), con grandiose bifore esterne (all’interno, sala del Collegio della Mercanzia, con rivestimento ligneo del 15° sec. e sala dei Notari con decorazione pittorica del 1297), sede della Galleria nazionale dell’Umbria, e la cattedrale (14°-15° sec.); nel centro è la Fontana di Piazza (1278 ca.), di Nicola e Giovanni Pisano, termine dell’acquedotto medievale. Nel vicino Collegio del Cambio (1452-57), il salone è affrescato dal Perugino e allievi (1500). Al 10° sec. risale S. Pietro, con campanile del 1468, rimaneggiato all’interno (dipinti dei sec. 15°-18°). Dei sec. 12°-14° sono S. Ercolano, S. Giuliana, S. Maria di Monteluce; dell’inizio del 14° è S. Domenico, rimaneggiato nel 17° sec. da C. Maderno (altare con rilievi di A. di Duccio). L’oratorio di S. Bernardino (1451-61) è capolavoro della scultura di A. di Duccio, autore anche della Porta S. Pietro (1475). Della Rocca Paolina, eretta per Paolo III da A. da Sangallo il Giovane (1540, demolita nel 1860), restano alcuni contrafforti. Tra le scarse opere del 16° sec. sono edifici di G. Alessi (S. Angelo della Pace; villa di Colle del Cardinale) e un affresco di Raffaello in S. Severo (1505). Notevole edificio del 18° sec. è Palazzo Gallenga (F. Bianchi), sede dell’università per stranieri. Tra gli interventi di rilievo del 20° sec.: Centro Direzionale di Fontivegge a Piazza del Bacio (A. Rossi, 1982-88).
Principali musei sono: Galleria nazionale dell’Umbria (arte medievale e rinascimentale); Museo archeologico nazionale (sezione preistorica e sezione etrusco-romana che raccoglie i corredi delle necropoli suburbane); Museo dell’accademia di belle arti; Museo Capitolare e Biblioteca Capitolare.
La Biblioteca comunale Augusta, aperta al pubblico sin dal 1623, è la principale biblioteca umbra; conserva manoscritti, incunaboli e carteggi dei sec. 18° e 19°. L’Archivio di Stato raccoglie documenti dal 991, fra i quali gli annali decemvirali (sec. 13°-19°) e tutti gli atti del governo pontificio.
Nel 2014 la città è stata designata Capitale italiana della cultura per il 2015, insieme a Cagliari, Lecce, Ravenna e Siena.
Provincia di P. (6337,1 km2 con 646.710 ab. nel 2020), suddivisa in 59 comuni. Il suo territorio, che comprende la parte settentrionale e centrale dell’Umbria, è prevalentemente collinoso e montuoso.
La provincia ha registrato tra la fine del 20° e l’inizio del 21° sec. un’espansione demografica che ha interessato in maggiore misura i centri dotati di funzioni urbane fortemente specializzate, in particolare in campo culturale (oltre a P., Spoleto e Todi). Dinamiche demografiche negative, di carattere eccezionale, hanno invece riguardato i centri colpiti dal terremoto del 1997.
La struttura economica della provincia si fonda su una diversificata gamma di funzioni industriali e di attività di servizio connesse all’elevata domanda turistica. L’agricoltura (cereali, tabacco, barbabietola da zucchero, vite, olivo), che appare fortemente ridimensionata nelle strutture organizzative rispetto al passato, si presenta in espansione nelle tradizionali aree produttive della Val Tiberina, nella Valle Umbra e nelle colline del Perugino. Le industrie si addensano nei maggiori centri (Foligno, Spoleto, Umbertide, Città di Castello), oltre che nel capoluogo, con una notevole presenza dei settori chimico e meccanico, oltre alle tradizionali industrie alimentari, tessili, tipografiche e della ceramica. Tra le risorse del sottosuolo è considerevole la lignite (Pietrafitta, Gubbio ecc.). Intenso il movimento turistico, in particolare verso le cittadine di Assisi, Gubbio, Todi e Norcia.