Stato dell’Asia centro-meridionale, situato sul versante meridionale del sistema montuoso dell’Himalaya orientale. Confina a N con la Cina e a S con l'India.
Il territorio è costituito da tre sezioni longitudinali: una collinare, al confine con l’India (Assam) a S, e due montuose, corrispondenti al medio versante himalayano e a una fascia sommitale culminante oltre i 7500 m, che lo divide dal Tibet. Il clima risente dell’influenza delle masse d’aria monsoniche che d’estate scaricano fino a 7000 mm di pioggia sui rilievi meridionali, proseguendo poi, meno umide, verso l’altopiano interno, con precipitazioni nettamente inferiori (1000-1500 mm), rendendolo più favorevole all’insediamento umano. La vegetazione è stratificata con formazioni sempreverdi tropicali nelle zone più basse e umide, seguite, intorno ai 1800 m, da foreste di latifoglie, di conifere, e al di sopra dei 4000 m, da praterie. Anche la fauna è varia (elefanti, rinoceronti, leopardi, cervi, orsi), con alcune specie caratteristiche, come il tangan (equino d’alta montagna).
La popolazione del Bhutan è di probabile origine tibetana, ma le immigrazioni hanno portato nel paese consistenti gruppi di Nepalesi, soprattutto nelle regioni meridionali. Un maggiore addensamento si ha nelle medie valli himalayane, mentre si dirada alle quote superiori a 2000 m e nelle basse e malsane zone meridionali. Il villaggio è la forma di insediamento prevalente (abitazioni in legno), con una certa tendenza alla dispersione nella zona centrale, in corrispondenza di intense attività agricole. Centro con caratteri urbani è Punakha.
La religione maggiormente seguita è il buddhismo (74,6%).
Il paese presenta condizioni di grande arretratezza, nonostante nel corso degli ultimi anni del 20° sec. il prodotto interno lordo sia aumentato rispetto al passato, raggiungendo, nel 2005, 840 milioni di dollari. L’agricoltura occupa oltre il 90% della forza lavoro complessiva (riso, arance, mais), pur contribuendo solo con il 33,2% al PIL (2003); l’industria, invece, occupa circa l’1% della popolazione, ma contribuisce con il 39,5% al PIL (2003). Notevole rilievo ha assunto la produzione di energia elettrica, una quota della quale viene esportata in India. Dal 1998 il paese ha aperto le frontiere, sia pure con cautele, anche agli investitori internazionali e alle imprese multinazionali.
Il Bhutan fu esplorato nel 1627 da due gesuiti portoghesi (E. Cacella e J. Cabral) che lo attraversarono lungo la via tra Cooch Behar (confine settentr. del Bengala) e Shigatse nel Tibet. Altre esplorazioni, in gran parte inglesi, furono effettuate nei sec. 18° (nel 1774 G. Bogle e A. Hamilton, nel 1776 e 1777 di nuovo Hamilton; S. Turner nel 1782) e 19° (T. Manning nel 1810; R.B. Pemberton nel 1838; H.H. Godwin-Austen nel 1864). All’inizio del 20° sec. (C. White nel 1905; F.M. Bailey nel 1922) furono eseguite rilevazioni topografiche e osservazioni geologiche.
Fino al 17° sec. il Bhutan non ebbe una precisa configurazione politica. Fu il lama Nagdban-rnamrgyal (1594-1651), dando al paese un’organizzazione a carattere ecclesiastico, ad assicurare l’indipendenza religiosa e la difesa politica dai reiterati interventi militari tibetani. Successivamente venne istituita la figura di un reggente laico cui spettò il governo effettivo. Dopo un lungo periodo di anarchia, la situazione tornò all’ordine con U-rgyan-dbaù-p‛yug che, nel 1907, dopo la rinuncia dell’ultimo lama, si proclamò sovrano ereditario. Con il Trattato di amicizia del 1949 fu riconosciuto all’Unione Indiana un potere di supervisione, non vincolante, sulla politica estera. Successivamente il Bhutan cercò di ampliare la sfera della propria autonomia rispetto all’India, che comunque rimase, anche in termini economici, il principale interlocutore del paese, penalizzato dalla insufficienza di infrastrutture e dalla mancanza di capitali e manodopera.
Sul piano interno, pur in assenza di una Costituzione scritta, il Bhutan vide lentamente consolidarsi il ruolo dell’Assemblea Nazionale, istituita nel 1953. Ma la politica governativa indirizzata alla tutela e al rafforzamento dell’identità nazionale bhutanese, privilegiando le tradizioni culturali legate alla religione buddhista, continuò a pregiudicare i rapporti con la consistente minoranza nepalese e induista residente nelle province meridionali e a influenzare, di conseguenza, le relazioni con il Nepal. Dal 1990 le aree al confine con il Nepal furono interessate da manifestazioni, promosse dal Partito popolare del Bhutan, per l’avvio di riforme che garantissero alla minoranza nepalese una più ampia rappresentanza. Le agitazioni furono represse dal re Jigme Singye Wangchuk, ma continuarono negli anni successivi, insieme con l’esodo di migliaia di abitanti delle regioni meridionali verso il Nepal. Altra causa di tensione interna derivò dalla presenza di gruppi separatisti dello Stato indiano dell’Assam rifugiatisi nelle regioni meridionali; dopo le proteste ufficiali dell’Assam, nel 2003 si ebbero gravi scontri armati fra l’esercito del Bhutan e le forze separatiste.
La difficile marcia verso la democrazia, intrapresa nel 1998 con modifiche costituzionali limitanti i poteri della monarchia, pur mantenendo il veto all’attività dei partiti politici, vide nel 2005 un nuovo progetto di Costituzione che contemplava la nascita di una democrazia parlamentare. Il sovrano annunciò che avrebbe abdicato in favore del principe ereditario nel 2008, in occasione delle prime elezioni democratiche, ma l’avvicendamento avvenne nel 2006, con l’ascesa al trono del principe Jigme Khesar Namgyel Wangchuck.
Le prime elezioni nella storia del Paese, tenutesi nel 2008, hanno registrato il successo del DPT (Druk Phuensum Tshogpa, Buthan Peace and Prosperity Party) che ha conquistato 45 su 47 seggi, mentre alle consultazioni svoltesi nel luglio 2013 si è imposto il partito di opposizione PDP (People’s Democratic Party), che ha ottenuto 32 seggi contro i 15 assegnati allo schieramento avversario. Le elezioni tenutesi nell'ottobre 2018 hanno segnato un ulteriore avvicendamento alla guida del Paese: si è aggiudicato la vittoria il partito di centro-sinistra Druk Nyamrup Tshogpa (DNT), favorevole al rafforzamento delle relazioni economiche con l’India, che ha conquistato 30 dei 47 seggi dell’Assemblea nazionale e il cui leader L. Tshering ha ricevuto la carica di premier, mentre il DTP ha ottenuto i rimanenti 17 seggi; avendo perso alle elezioni preliminari svoltesi nel mese precedente, il PDP del premier uscente T. Tobgay ha perso la rappresentanza parlamentare per il prossimo quinquennio.