Naturalista inglese (Shrewsbury, Shropshire, 1809 - Downe, Londra, 1882). Nipote di E. Darwin, filosofo, medico e naturalista. Dopo un viaggio di cinque anni intorno al mondo, formulò una teoria sull'evoluzione di tutti i viventi e dell'uomo. Le sue idee hanno contribuito a formare la cultura del Novecento.
Nato in una famiglia benestante e aperta alle idee moderne, nel 1825 si iscrisse alla facoltà di medicina a Edimburgo, che però abbandonò nel 1827, contrariato dai metodi didattici dell'epoca. Suo padre lo mandò allora all'univ. di Cambridge sperando che abbracciasse la carriera ecclesiastica. Qui D., già amante della natura e interessato alle collezioni entomologiche, fu influenzato da illustri scienziati, tra i quali suo cugino W. Darwin Fox, che indirizzarono le sue scelte verso le scienze naturali. Studiò geologia e partecipò a rilevamenti stratigrafici nel Galles.
La flotta inglese dell'epoca di D. comprendeva anche navi attrezzate con le strumentazioni scientifiche più moderne; fra queste c'era il brigantino Beagle. Il capitano della nave R. Fitzroy, in partenza per una spedizione cartografica di cinque anni intorno alle coste dell'America merid., chiese di avere a bordo un naturalista per descrivere le specie animali e vegetali che sarebbero state trovate. L'univ. di Cambridge propose il giovane e promettente D., che si imbarcò nel 1831. La navigazione toccò le Isole di Capo Verde, le Isole Falkland, le coste del Sud America, le Isole Galápagos e l'Australia. Durante il viaggio D. poté studiare sia le caratteristiche geologiche di continenti e isole, sia un gran numero di organismi viventi e fossili. Tornò in Gran Bretagna nel 1836, con molti taccuini pieni di appunti, casse piene di pietre, piante e scheletri animali. Dopo tre anni sposò la cugina E. Wedgwood, dalla quale ebbe 10 figli. Per problemi di salute causati dal lungo viaggio, si stabilì in campagna, a Downe, nel Kent.
Nei campioni di animali e vegetali da lui riportati osservò somiglianze tra i fossili e le forme viventi di una stessa area, in particolare per ciò che riguardava le tartarughe e gli uccelli delle Isole Galápagos. Inoltre notò che in ogni popolazione ci sono delle differenze tra i vari organismi, e che alcune di esse sono ereditabili e consentono agli individui portatori di generare più discendenti di altri. D. sostenne che variazioni favorevoli ereditarie in una popolazione tendono a diventare sempre più frequenti da una generazione all'altra, secondo un processo da lui denominato selezione naturale. Mettendo assieme le sue rigorose osservazioni, D. arrivò alla conclusione che tutti gli esseri viventi, uomo compreso, sono sottoposti, nel succedersi delle generazioni, a lenti ma continui cambiamenti, chiamati evoluzione. Questa teoria forniva una spiegazione di quella che D. riteneva essere una graduale trasformazione delle specie. La conferma scientifica della validità della teoria evoluzionistica di D. si ebbe agli inizi del 20° sec., con la riscoperta delle leggi di Mendel e la nascita della genetica.
D. pubblicò i suoi appunti di viaggio e le sue osservazioni nei cinque volumi dal titolo Zoologia del viaggio della H.M.S. Beagle (tra il 1839 e il 1843) e nel Viaggio di un naturalista intorno al mondo (1839). In quegli anni fu in corrispondenza con il naturalista A.R. Wallace, anche lui sostenitore di una teoria evolutiva, e divenne membro della Royal Society. Nel 1858 presentò una comunicazione sulla selezione naturale alla Linnean Society di Londra e nel 1859 espose questa sua rivoluzionaria ipotesi scientifica nel libro L'origine delle specie ad opera della selezione naturale, ossia il mantenimento delle razze avvantaggiate nella lotta per la vita. Successivamente pubblicò numerosi studi, tra i quali La variazione degli animali e delle piante allo stato domestico (1868), L'origine dell'uomo e la selezione sessuale (1871) e L'espressione delle emozioni negli animali e nell'uomo (1872).
L'opera di D. venne accolta con grande interesse dalla comunità scientifica, ma la sua teoria suscitò anche scandalo e forti avversioni, perché le idee esposte erano troppo diverse da quelle della cultura prevalente a quel tempo, largamente influenzate dalla religione che, in base al dettato biblico, sosteneva il creazionismo, teoria secondo cui le specie viventi sono state create così come sono e l'uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio. Nonostante le critiche, alla sua morte fu sepolto nell'abbazia di Westminster a Londra, accanto a I. Newton e a molti altri grandi inglesi.
L'ipotesi di D. è stata accolta anche con forti distorsioni interpretative: è il caso del cd. 'darwinismo sociale', una lettura semplificata della teoria di D. che si voleva applicare meccanicamente alle complesse società umane. Il darwinismo sociale fu utilizzato, a fini politici, in chiave razzista da chi, come i nazisti, voleva esaltare il diritto di una specifica 'razza' umana da asservire, e persino a sopprimerne altre, in virtù di una sua non comprovata superiorità. Questo aberrante punto di vista ebbe drammatiche conseguenze in Europa, in particolare per alcune popolazioni come gli ebrei e i rom.