Disciplina scientifica che, utilizzando le conoscenze e i dati forniti da vari campi del sapere, studia il sistema uomo-macchina-ambiente con l’obiettivo di trovare soluzioni ottimali, adatte alle capacità e ai limiti psicofisiologici dell’uomo.
Il campo d’indagine dell’e. è diventato oggetto d’attenzione in area anglosassone intorno al 1920, a seguito di studi fisiologici e psicotecnici riguardanti gli effetti delle condizioni del lavoro sulla salute e sul rendimento dei lavoratori. Alle sue origini era orientata solo allo studio dei rapporti dell’uomo con l’ambiente di lavoro e ai problemi della sicurezza, con specifiche ricerche su postura e geometria del corpo umano, disegno e progettazione dei posti di lavoro, movimenti dell’operaio in produzione, microclima, relazioni interpersonali nell’attività lavorativa. In questa prima fase storica, le principali discipline coinvolte furono la medicina del lavoro e la psicologia. Le inchieste e le ricerche sperimentali sulla prestazione umana non approdarono tuttavia a risultati pratici di rilievo. Successivamente, il rapido sviluppo tecnologico nel settore militare durante la Seconda guerra mondiale, l’approntamento di macchine belliche di potenza, complessità e velocità di funzionamento tali da sottoporre gli addetti al loro impiego a stress notevoli – con la conseguenza di un rendimento non ottimale dei meccanismi o di un crollo operativo – imposero l’ideazione di equipaggiamenti più adatti alle capacità e ai limiti fisiologici e psicologici dell’operatore umano, e soprattutto lo studio stesso di tali limiti. Il problema dell’integrazione dell’uomo con la macchina in un unico sistema comportava una conoscenza approfondita delle funzioni e dei legami di tutti i suoi elementi, compreso l’operatore umano, e implicava, da una parte, l’utilizzazione costante e unitaria dei saperi applicabili al sistema, dall’altra, la ricerca sperimentale di dati attinenti alla tecnologia e all’adattamento del sistema alle capacità e possibilità dell’uomo. Questa impostazione, elaborata per lo studio dei sistemi di carattere militare, dimostrò la sua validità e applicabilità a tutti i diversi sistemi uomo-macchina.
Ciò indusse, nel 1949, K.F.H. Murrel (1908-1984) a costituire a Oxford un gruppo di studiosi che in seguito diede vita alla Ergonomics research society (cui è legata la nascita dell’e.), con una notevole apertura dei primi studi angloamericani verso l’interdisciplinarità e l’uso del nuovo termine ergonomics. Nella teoria di Murrel, che rappresenta il fondamento della nuova scienza, la macchina intesa come strumento di lavoro e l’uomo che vi è addetto costituiscono il sistema uomo-macchina; questo è inserito in un determinato ambiente e pertanto diventa il sistema uomo-macchina-ambiente. Ogni sistema è quindi costituito da un operatore umano, dai mezzi materiali di cui dispone, dai metodi che applica e dall’ambiente in cui opera. Gli studi in questo nuovo ramo della scienza ebbero ulteriore sviluppo con la costituzione, nel 1959, a Stoccolma dell’ International ergonomics association, e a Roma, nel 1961, della Società Italiana di E. (SIE).
Nata da esigenze connesse ai settori industriale e militare, l’e. non è rimasta limitata e circoscritta a questi ambiti, ma ha esteso il suo campo d’indagine ai rapporti che intercorrono fra l’uomo e l’ambiente in genere, occupandosi di tutte le possibili relazioni tra l’uomo, le macchine, le tecnologie, l’ambiente fisico-sociale, il contesto di vita, e utilizzando conoscenze multidisciplinari allo scopo di analizzare, progettare e valutare i sistemi che si sviluppano intorno all’uomo. Le caratteristiche psicofisiologiche dell’uomo costituiscono infatti i parametri fondamentali cui devono essere adattati non solo i mezzi, le macchine, l’ambiente, i metodi e l’organizzazione del lavoro, ma anche le abitazioni, gli agglomerati urbani in cui egli vive e opera, gli svariati oggetti di uso umano. Obiettivi fondamentali sono la ricerca di quell’equilibrio psicofisico e sociale che porta alla perfetta compatibilità tra la vita dell’uomo e tutto ciò che lo circonda, nonché il miglioramento dell’efficienza e affidabilità dei sistemi: scopo dell’e. è, in sostanza, conseguire al tempo stesso la massima sicurezza, il massimo benessere e, infine, la massima efficienza.
Alla fine del 20° sec. l’enorme diffusione di tecnologie informatiche e della comunicazione che ha interessato tutte le attività ha posto in luce con maggiore evidenza le problematiche dell’interazione uomo-macchina. Ne sono scaturite nuove branche dell’e., come l’ e. cognitiva, il cui scopo è quello di rendere sempre più facile e ‘amichevole’, o intuitivo, il dialogo uomo-macchina. Tali aspetti, non più ristretti alle attività lavorative, trovano applicazioni importanti nell’uso di attrezzature in ambiente domestico e nel settore informatico: e. del software e dell’hardware (tastiere, monitor, comandi ecc.) fino all’e. del design degli oggetti.