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Federico II il Grande re di Prussia

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Figlio (Berlino 1712 - Castello di Sans-Souci 1786) di Federico Guglielmo I e di Sofia Dorotea di Hannover, fu educato, secondo precise disposizioni del padre, con la massima severità: accanto allo studio accurato della più recente storia europea e dell'economia politica, i più duri esercizî militari. Ma F., che manifestava in contrasto con le preferenze paterne un vivo interesse per le lettere e per la filosofia, seppe formarsi una cultura letteraria, grazie anche alla complicità del precettore, il calvinista francese Duhan de Jandun. L'insofferenza per la rozzezza e il formalismo militaresco dell'ambiente prussiano maturò, nel 1730, la decisione di F. di fuggire dal regno. Ma il tentativo fallì e fu occasione di ogni sorta di efferatezza da parte del padre che aveva temuto un complotto contro la sua persona: F. fu sottoposto a un processo davanti a un consiglio di guerra e rinchiuso nella fortezza di Küstrin. Quivi, uscito di prigione piegato alla volontà paterna, funse da uditore della Camera dei demanî, acquistando una diretta esperienza dei problemi amministrativi del regno, che finirono per interessarlo profondamente. Sposatosi nel 1733 con la principessa Elisabetta Cristina di Brunswick-Lüneburg-Bevern, da cui non ebbe eredi, e ritiratosi nel castello di Rheinsberg, ebbe nuovamente l'occasione di dedicarsi allo studio delle lettere, circondandosi di letterati e di pensatori, fautori delle nuove idee illuministiche. Ivi redasse anche le Considérations sur l'état présent du corps politique de l'Europe e L'Antimachiavel, dimostrando la sua spregiudicata conoscenza di problemi di cultura e di politica. Succeduto al padre il 31 maggio 1740, alla morte dell'imperatore Carlo VI seppe trar profitto dalla difficile posizione in cui era ridotta l'Austria in seguito alla contrastata successione di Maria Teresa per muoverle guerra con l'intento di entrare in possesso della Slesia. Dimostrandosi geniale condottiero, occupò Bre slavia il 3 genn. 1741 e conseguita la vittoria di Mollwitz (10 apr.), ottenne da Maria Teresa, stretta dai nemici da ogni parte, con la convenzione di Klein-Schnellendorf (9 ott.) la Bassa Slesia. Ripresa quindi la guerra, con il trattato di Breslavia (11 giugno 1742) ottenne anche l'Alta Slesia e la contea di Glatz. La morte di Carlo VII di Baviera e le mai sopite speranze di Maria Teresa di ricuperare la provincia perduta, spinsero F. nel 1745 a una nuova guerra contro l'Austria. Le vittorie prussiane di Hohenfriedberg, di Soor e di Hesselsdorf furono il preludio alla pace di Dresda del 25 dicembre: Maria Teresa confermò a F. il possesso della Slesia, mentre il re di Prussia riconobbe come imperatore il di lei marito, Francesco I. Intanto dava mano alla riorganizzazione dello stato secondo i criterî di un intelligente, positivo illuminismo e nello spirito del più rigido accentramento: costituì una forte e onesta magistratura per l'applicazione di un nuovo codice di procedura (1747) e di un codice civile (Corpus iuris fredericianum, 1745-51). Si interessò anche all'economia nazionale incoraggiando il commercio e l'industria (tessile principalmente), favorendo l'agricoltura con lavori di bonifica (la regione dell'Oder tra Swinemünde e Küstrin) e di colonizzazione. Ma l'alleanza fra Austria e Francia (trattato di Versailles, 1756), fino ad allora nemiche, convinse F., già alleato dal 16 genn. dello stesso anno all'Inghilterra, a prevenire il concentrico attacco asburgico-borbonico, sostenuto anche dalla Russia. Ebbe così inizio la guerra dei Sette anni. Costretta nel 1756 alla capitolazione la Sassonia che aveva rifiutato di allearsi con la Prussia, F. penetrò nella tarda primavera del 1757 in Boemia, giunse fino ad assediare Praga, ma la sconfitta, inflittagli dal Daun a Kolín il 18 giugno, lo obbligò a ritirarsi in Sassonia. Da lì, per impedire il congiungimento con gli Austriaci, si rivolse contro i Francesi battendoli il 5 nov. a Rossbach, quindi a marce forzate ritornò in Slesia, affrontò l'esercito austriaco due volte superiore e lo sconfisse a Leuthen (5 dic.). Ma la guerra non era ancora al suo termine. Nel 1758 i Russi, dopo aver occupato Königsberg e la Prussia Orientale, stavano per unirsi agli Austriaci: con la vittoria di Zondorf (25 ag.), F. impedì tale evento. Non così l'anno seguente. Battuto a Kunersdorf (12 ag. 1759), F. ebbe l'esercito disfatto, disperò definitivamente della sua sorte, e solo l'indecisione e il di saccordo degli avversarî lo salvarono dalla rovina. L'anno successivo Austriaci e Russi occuparono rispettivamente la Sassonia e il Brandeburgo, e per tre giorni la stessa Berlino. Malgrado la vittoria di F. a Torgau (3 nov. 1760), la situazione restava quasi insostenibile, quando sopravvenne la morte della zarina Elisabetta e l'ascesa al trono di Pietro III, grande ammiratore di F., che abbandonò l'Austria stringendo poco dopo un patto di alleanza con la Prussia, con la quale firmò la pace nel maggio 1762. Il 21 luglio 1762 F. batté ancora una volta gli Austriaci a Burkers dorf e meno di un anno dopo, il 15 genn. 1763, anche Maria Teresa si rassegnò a porre termine al conflitto con la pace di Hubertsburg. F. era salvo, la Slesia era rimasta alla Prussia. In questo lungo periodo di guerra, F. rivelò in pieno le sue qualità di organizzatore e di condottiero, per le quali occupa un posto preminente nella storia dell'arte militare. A capo di uno stato di soli due milioni e mezzo di abitanti e senza unità territoriale, F. seppe creare un esercito ben addestrato, fatto di milizie di leva obbligate al servizio, ma rafforzate col mercenariato. Alleggerì le ordinanze della cavalleria, aumentò la proporzione dei cannoni leggeri dell'artiglieria, curò la manovrabilità della fanteria, sì da poter formare la linea di battaglia in qualunque direzione. F. riprese dal magistero del Montecuccoli il principio della "battaglia di ala", cioè dell'azione frontale, ma pronta a farsi avvolgente, contro un'ala avversaria, derivandone la tattica dell'ordine obliquo. Praticò in strategia l'offensiva anche quando la guerra ebbe scopi politici difensivi, paralizzando così le mosse del nemico; e per aumentare il raggio d'azione della sua manovra strategica nel campo dei servizî logistici, ridusse i magazzini fissi a soli depositi di farina, incaricati di rifornire i forni di campagna mobili. Nella seconda campagna della guerra dei Sette anni (dal 1757 in poi) si delineò perfetta l'attuazione della manovra per linee interne, che doveva costituire il suo capolavoro, frutto dei numerosi accorgimenti logistici, organici e tattici. Dalla guerra dei Sette anni F. era uscito con il paese prostrato. Con nuova genialità seppe promuovere l'opera di ricostruzione; favorì l'agricoltura e l'industria, riprese la colonizzazione e la bonifica delle regioni depresse. Non trascurò tuttavia di salvaguardare il prestigio e la posizione di rilievo che aveva procurato in Germania e in Europa al suo regno a prezzo dei sacrifici sopportati durante la guerra dei Sette anni. Estese ancora il suo dominio alla Prussia occidentale in virtù della prima spartizione della Polonia (1772), e sui principati di Ansbach e di Bayreuth in seguito alla guerra di successione di Baviera (pace di Teschen, 1779). Sospettoso dell'Austria, promosse nel 1785 una lega dei principi tedeschi (Fürstenbund) per costituire un contrappeso alla politica di Giuseppe II nell'Impero. Né fu solo uomo politico e grande condottiero di eserciti, ma anche generoso sebbene incostante protettore di artisti, filosofi, letterati. Ammiratore di Voltaire, intrecciò con lui una fitta corrispondenza, e lo volle con sé a Berlino nel triennio 1750-53: dopo questo soggiorno, tuttavia, i loro rapporti si guastarono. Cultore della musica, fu valente flautista e anche compositore. Abbellì Berlino e Potsdam di chiese, palazzi, castelli e altri edifici. Fu raccoglitore assiduo di opere d'arte prevalentemente francesi e rispondenti al gusto del lieto e del piacevole, che poi confluirono nel Kaiser-Friedrich-Museum di Berlino.

Vedi anche
Guerra dei sette anni Conflitto di vaste dimensioni che fra il 1756 e il 1763 oppose Gran Bretagna e Prussia a Francia e Austria e loro alleati (Russia, Svezia, Polonia, Sassonia e più tardi la Spagna). Combattuta in quattro continenti, affermò la supremazia militare della Prussia in Europa, la preponderanza dell’Inghilterra ... Prussia (ted. Preussen) Regione storica della Germania, la cui denominazione deriva dai Borussi, o Prussi, popolazioni baltiche che abitavano la zona costiera detta più tardi P. orientale. Fino al 1945 la P. costituì la più vasta circoscrizione amministrativa interna del Reich, ossia un Land suddiviso in 13 ... Marìa Terèsa d'Asburgo imperatrice Figlia (Vienna 1717 - ivi 1780) dell'imperatore Carlo VI e della principessa Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel, secondogenita e prima delle figlie femmine, divenne erede al trono in virtù della Prammatica Sanzione del 1713. Il 12 febbr. 1736 sposò (dando inizio alla dinastia degli Asburgo-Lorena) ... Giusèppe II imperatore Figlio (Vienna 1741 - ivi 1790) dell'imperatore Francesco I di Lorena-Toscana e dell'imperatrice Maria Teresa. Re dei Romani nel 1764, poi, alla morte di Francesco I (1765), imperatore e coreggente insieme alla madre, rimase unico sovrano nel 1780. Fu animato fin dagli anni giovanili da una forte coscienza ...
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Vocabolario
federico
federico s. m. [dal nome di Federico II di Prussia] (pl. -ci). – Moneta d’oro del regno di Prussia (ted. Friedrichsdor), coniata dal 1750 al 1857 e in circolazione fino al 1874, del valore di 5 talleri e 2/3, con il busto del sovrano al...
re²
re2 re2 〈ré〉 (ant. rège) s. m. [lat. rex, dal tema di regĕre «governare»]. – 1. a. Il capo riconosciuto e legittimo di uno stato monarchico (v. monarchia): re assoluto, costituzionale, ereditario, elettivo; ant. re di corona, re di grande...
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