Sono così chiamati tutti quegli apparecchi, strumenti, attrezzi e macchinari, fissi o mobili, adoperati in agricoltura sia per lavori sul terreno sia per operazioni sui prodotti agricoli. La penetrazione delle macchine nell’agricoltura è stata meno intensa e molto meno rapida che nell’industria. Infatti, a differenza delle macchine industriali, che lavorano con continuità e consentono di ammortizzare le spese in un tempo relativamente breve, quelle a. vengono impiegate saltuariamente (in genere per alcune settimane e, talvolta, per alcuni giorni all’anno). In paesi come l’Italia, dove si è avuta una relativa abbondanza di manodopera agricola, dove la proprietà è piuttosto frazionata e i terreni spesso poco adatti all’impiego di macchine, esse hanno stentato per lungo tempo a diffondersi. Con il passare del tempo, tuttavia, il loro impiego si è vieppiù intensificato, per far fronte alla necessità di abbassare i costi di produzione e alla riduzione della manodopera impiegata in agricoltura. Per comodità di studio si è soliti distinguere le macchine motrici dalle macchine operatrici, benché la distinzione non sempre risulti netta sotto l’aspetto funzionale.
Principale macchina motrice è la trattrice, che da macchina destinata prevalentemente a fornire forza di trazione si è via via evoluta, fino ad assumere le caratteristiche di vera e propria centrale mobile di energia. La trattrice a ruote gommate con pneumatici a bassa pressione, che è attualmente il tipo più impiegato in tutto il mondo, risolve bene anche il problema dei trasporti agricoli, potendo passare agevolmente dai campi alla strada. Molte trattrici sono però munite di cingoli che meglio si adattano all’impiego nei terreni declivi e al traino di aratri pesanti in terreni tenaci. Mediante l’applicazione di servomeccanismi idraulici è possibile il comando dei vari attrezzi e strumenti operativi che ad esse si applicano (aratri portati, caricatori frontali ecc.).
In base alla finalità da raggiungere, si possono distinguere diverse macchine operatrici, a partire da quelle che servono per la messa a coltura dei terreni: macchine decespugliatrici, macchine spietratrici, macchine scavafossi, ripuntatori; trainate da trattrici cingolate di grande potenza servono a liberare preventivamente i terreni dagli ostacoli che si oppongono alle vere e proprie operazioni di aratura. Tra le macchine per la lavorazione del terreno, fondamentale è l’ aratro (➔ aratura). Esistono molti tipi di aratri: trainati, semiportati o portati direttamente dalla trattrice, muniti di uno o più corpi lavoranti (monovomeri o polivomeri), semplici, doppi o reversibili consentendo, nell’uno o nell’altro caso, di rovesciare la zolla sempre dallo stesso lato rispetto al senso di marcia o da tutti e due i lati. Agli aratri si sono aggiunti strumenti atti a lavorare il terreno mediante utensili rotanti (coltivatori rotativi); ciò è reso possibile dalla presenza di un albero di presa di potenza applicato nella parte posteriore della trattrice da cui viene prelevato il moto mediante albero con giunto cardanico. Per completare e perfezionare il lavoro di aratura s’impiegano erpici di vario tipo, coltivatori, estirpatori. Molto diffusi sono i piccoli coltivatori rotativi semoventi chiamati motocoltivatori.
Vi sono poi macchine per la semina, il trapianto e la concimazione. La distribuzione di concimi organici (solidi o liquidi) o minerali si effettua per mezzo di macchine spandiconcime. La distribuzione di semi viene effettuata mediante seminatrici, generalmente trainate da trattrici, che consentono rapidità di esecuzione, uniformità di distribuzione del seme, deposizione del seme secondo schemi prestabiliti. La messa a dimora delle piantine provenienti dal semenzaio (tabacco, pomodori ecc.) è effettuata mediante trapiantatrici, automatiche o semiautomatiche, che tracciano i solchetti, vi depongono le piantine, vi accostano il terreno e, in alcuni casi, vi lasciano anche cadere acqua contenuta in apposito serbatoio. Per rispondere alle esigenze di riduzione dei costi si tende inoltre a impiegare le seminatrici in combinazione con altri mezzi, come le irroratrici, per abbinare più operazioni, o ad accoppiare alla semina le nuove tecniche di distribuzione dei concimi o di inoculazione dei semi.
Le macchine a. di maggior interesse, per le quali si registra una continua evoluzione, sono quelle per la raccolta dei prodotti. Esse consentono di comprimere fortemente il costo di operazioni che altrimenti sarebbe elevatissimo. Esistono macchine per la fienagione (falciatrici, motofalciatrici, ranghinatori, carri autocaricanti, imballatrici), che riducono moltissimo i tempi del ciclo di raccolta garantendo un fieno meno privo di foglioline e più ricco di valore nutritivo. Per la raccolta dei cereali vengono utilizzate mietitrebbiatrici semoventi, che provvedono contemporaneamente al taglio del cereale, alla trebbiatura, alla pulizia e crivellazione, all’insacco della granella o al suo accumulo in apposito serbatoio. Anche per la raccolta di tuberi (patate) e radici (barbabietole) e di taluni ortaggi (come fagiolini, pomodori) esistono macchine specifiche, il cui impiego, per essere economico, richiede però lo sfruttamento di grandi superfici (non meno di 50-80 ha). Tra le macchine per la prima lavorazione del prodotto vanno ricordate le macchine raccogli-imballatrici per il fieno e la paglia, che operano trainate direttamente sui campi; le macchine per la pulizia e la cernita delle sementi (svecciatori, vagli cernitori, decuscutatori); le macchine per la preparazione degli alimenti per il bestiame (tritapannelli, schiacciabiada ecc.).
Per la difesa delle colture da parassiti vegetali si fa uso di irroratrici azionate da motori di varia potenza; talvolta per spargere i fitofarmaci si ricorre anche a mezzi aerei (elicottero, aeroplano). Le innovazioni nell’impiego delle irroratrici sono volte a un uso più efficiente dei fitofarmaci per minimizzarne l’impatto sulla qualità delle acque, del suolo, dell’aria e sulla salute dell’operatore, oltre ad assicurare minori costi di esercizio.
Per le macchine operatrici, le innovazioni di maggiore portata riguardano i processi di ottimizzazione e combinazione, nonché di controllo e gestione delle operazioni meccaniche (➔ agronica). Uno dei comparti produttivi in cui si tende a meccanizzare integralmente le diverse operazioni colturali, successive alla semina, è quello orticolo, dove l’impiego di macchine invasatrici viene affiancato da macchine trapiantatrici e raccoglitrici.