Nome assunto da Joseph Ratzinger (Marktl am Inn, Baviera, 1927 - Città del Vaticano 2022) dopo la sua elezione papale. Entrato in seminario nel 1939, dal 1946 al 1951 ha studiato filosofia e teologia a Frisinga e a Monaco di Baviera, e il 29 giugno 1951 è stato ordinato sacerdote. Addottoratosi in teologia nel 1953, ha insegnato dogmatica e storia del dogma presso le univ. di Bonn (1959-63), Münster (1963-66), Tubinga (1966-69) e Ratisbona (1969-77), ricoprendo importanti incarichi per la Conferenza episcopale tedesca e nella Commissione teologica internazionale; è stato inoltre consultore teologico del card. Joseph Frings, arcivescovo di Colonia, durante il Concilio Vaticano II (1962-65). La sua vasta produzione teologica è caratterizzata in partic. dalla ricerca di una nuova unione tra fede e ragione, con riferimento soprattutto all’incontro, considerato non casuale ma intrinsecamente necessario, tra il messaggio biblico e il pensiero greco. Nel 1977 è stato nominato arcivescovo di Monaco e Frisinga e creato cardinale da Paolo VI; il motto episcopale da lui scelto, «collaboratore della verità», intendeva segnare la continuità con l’attività di ricerca e di insegnamento, e richiamare programmaticamente l’attenzione sul tema della verità, che era e sarebbe rimasto centrale nel suo magistero. Nel 1981 è stato nominato da Giovanni Paolo II prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e presidente della Pontificia commissione biblica e della Commissione teologica internazionale; in questo ruolo ha contribuito a ispirare i documenti dottrinali del suo predecessore, impegnandosi in partic. nell’attuazione e nella difesa del Concilio Vaticano II di fronte a interpretazioni ritenute forzate e contrastanti con gli stessi principi conciliari, e a tendenze quali l’appiattimento dell’esperienza religiosa su una dimensione prevalentemente politica, l’atteggiamento critico nei confronti delle istituzioni ecclesiastiche, l’oblio del patrimonio liturgico, la rinuncia alla missione pedagogica e la concezione relativistica della salvezza, e di conseguenza della stessa fede cristiana. Più in generale, negli oltre ventitré anni trascorsi alla guida della Congregazione per la dottrina della fede (presiedendo anche la Commissione per la preparazione del catechismo della Chiesa cattolica, 1986-92) il card. Ratzinger ha difeso in modo rigoroso l’ortodossia cattolica, esprimendo una valutazione sostanzialmente negativa sulla teologia latinoamericana della liberazione, ritenuta per alcuni aspetti incompatibile con la dottrina sociale della Chiesa, e sostenendo la necessità di porre dei limiti all’ecumenismo e al dialogo interreligioso, alla luce dell’unicità e dell’universalità salvifica di Cristo e della Chiesa. Dal 2002 decano del collegio cardinalizio, il 19 aprile 2005 è stato eletto papa al quarto scrutinio da 115 elettori (il numero più alto nella storia delle elezioni papali), in un conclave durato meno di ventiquattro ore. Con il nome assunto da pontefice intende richiamarsi sia a Benedetto XV, profeta di pace durante il primo conflitto mondiale, sia a s. Benedetto, patriarca del monachesimo occidentale e compatrono d’Europa, scelto come fondamentale punto di riferimento per le radici cristiane della cultura e della civiltà europea. Le priorità del pontificato sono state esposte da B. XVI in alcuni messaggi, omelie e discorsi programmatici pronunciati nel corso dei primi mesi successivi all’elezione: l’attuazione del Concilio Vaticano II in piena continuità con la tradizione della Chiesa, la valorizzazione della centralità dell’Eucaristia, la necessità di ravvivare nella comunità ecclesiastica la consapevolezza della propria vocazione apostolica, l’impegno per la ricostituzione dell’unità dei cristiani e il dialogo con i credenti delle altre religioni, in partic. con il mondo ebraico e con quello islamico, e con i non credenti. Anche in vista del dialogo interreligioso B. XVI ha richiamato l’attenzione sulla necessità e l’urgenza di una nuova unione tra fede e ragione, in partic. in una lectio magistralis tenuta all’univ. di Ratisbona il 12 settembre 2006, che è stata oggetto di aspre critiche da parte di numerosi esponenti del mondo islamico per la citazione di una frase con la quale l’imperatore bizantino Manuele II Paleologo condannava la diffusione della fede mediante la violenza. Tra i testi del pontificato particolare importanza rivestono le tre encicliche: nella Deus caritas est (25 dicembre 2005) B. XVI distingue due diverse forme di amore, quella «ascendente» (eros), che cerca Dio, e quella «discendente» (agape), che trasmette il dono ricevuto, inscindibilmente legate l’una all’altra nella creazione e nella storia della salvezza, per poi soffermarsi sull’azione caritativa della Chiesa come «comunità d’amore». La Spe salvi (30 novembre 2007) è dedicata al tema della speranza cristiana, considerata di nuovo prima dal punto di vista della riflessione teorica (dai fondamenti neotestamentari e patristici alle trasformazioni proprie dell’epoca moderna), poi da quello del suo concreto apprendimento ed esercizio. Nella Caritas in veritate (29 giugno 2009), la prima enciclica «sociale» di B. XVI, sono affrontati i grandi problemi legati alla globalizzazione, alla crisi economica e alle loro ricadute sulla vita dei popoli e degli individui, con particolare riferimento al tema dello sviluppo della persona e dell’umanità intera (che deve avvenire alla luce della «carità nella verità»). Di rilievo, tra gli interventi pastorali, anche la lettera ai fedeli irlandesi (19 marzo 2010), contenente una condanna esplicita non soltanto degli abusi sessuali commessi da esponenti della Chiesa locale, ma anche del modo in cui il problema era stato gestito dai loro superiori, preoccupati di «evitare gli scandali». Tra i numerosi libri pubblicati sia prima sia dopo l’elevazione al soglio pontificio si ricorda la trilogia dedicata alla figura di Gesù di Nazareth: Gesù di Nazareth (2007), Gesù di Nazareth. Dall'ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione (2011), L’infanzia di Gesù (2012), trilogia in cui il Gesù dei Vangeli viene presentato come una figura storicamente sensata e convincente, da non contrapporre quindi a quella di un presunto «Gesù storico». Il 15 settembre 2006 B. XVI ha nominato segretario di Stato il card. Tarcisio Bertone (n. 1934), arcivescovo di Genova e già segretario (1995-2002) della Congregazione per la dottrina della fede. L'11 febbraio 2013 B. XVI ha annunciato, ai cardinali riuniti in Concistoro, di rinunciare al ministero petrino. Dalle ore 20 del 28 febbraio successivo B. XVI ha assunto la carica di papa emerito o Romano pontefice emerito ed è iniziato il periodo di sede vacante per consentire la convocazione del conclave, che il 13 marzo ha eletto nuovo pontefice papa Francesco. Pontefice il più longevo della storia, B.XVI è deceduto il 31 dicembre 2022 alle ore 09.34, nel monastero Mater Ecclesiae in Vaticano, dove risiedeva dopo la rinuncia al pontificato; il suo testamento spirituale è stato pubblicato postumo, sotto il titolo Che cos'è il cristianesimo (2023).