Città dell’Inghilterra sud-orientale (134.100 ab. nel 2005), situata nella contea omonima (Cambridgeshire; 3046 km2 con 597.400 ab. nel 2007), 90 km a NE di Londra. Sorge in pianura sulla destra del fiume Cam. Sede di una famosa università, fondata nel 13° sec., ospita molte altre ragguardevoli istituzioni culturali, connesse con l’università (biblioteca universitaria, la cui formazione si fa risalire al 1424, che gode dal 1661 del diritto di stampa; biblioteca del Trinity College, fondata nel 1350, che conserva importanti cimeli, manoscritti e preziosi autografi; Philosophical Society; Philological Society, Pathological Society ecc.). Attività industriali nei settori meccanico (costruzioni aeronautiche), elettromeccanico, cementiero, alimentare e tipografico-editoriale.
Fondata dai Romani col nome di Camboricum, C. crebbe intorno al castello ricostruitovi dai Normanni nel 1068. Nel 1224 vi si stabilirono i francescani, qualche decennio più tardi domenicani, carmelitani e agostiniani; questi vi organizzarono l’insegnamento universitario sulla base di statuti che, a differenza di quelli vigenti nell’università di Oxford, non riconobbero l’autorità vescovile; nel 1284 vi sorse il primo college. Per influsso di Margaret, contessa di Richmond, di Erasmo che vi insegnò nel 1511, e del vescovo Fisher che dal 1512 ne fu il cancelliere, l’università di C. divenne il centro della cultura umanistica in Inghilterra: e fu poi la più sollecita ad accogliere la «protesta» luterana (H. Latimer, M. Parker ecc.); durante la guerra civile la città universitaria fu occupata dalle truppe di O. Cromwell, che ne cacciarono i dissidenti; più tardi, nel 17° sec., subentrò uno spirito di tolleranza religiosa a opera del movimento cosiddetto platonico. Dopo l’istituzione (1663) della prima cattedra di matematica, tenuta da I. Newton tra il 1669 e il 1702, l’università acquistò un prevalente indirizzo scientifico; nel 1882 venne riorganizzata in base a un nuovo ordinamento, lo University of Oxford and Cambridge Act.
Oltre che da alcuni edifici antichi (S. Benedetto, 950-1050 circa; S. Sepolcro, circa 1130, a pianta circolare; S. Maria la Grande, inizio 13° sec., ricostruzioni 1478-1595, in stile gotico perpendicolare), l’aspetto della città è determinato dalla presenza dell’università; la prima istituzione, sorta sul colle poi detto del Senato, fu Divinity School (circa 1350) che con le scuole di Legge e di Arti forma il quadrilatero delle Old Schools (il palazzo del Senato è capolavoro di J. Gibbs, 1722). Dalla fine del 13° sec. iniziò lo sviluppo dei colleges. Il primo fu Peterhouse (13°-15° sec.), con biblioteca, cappella e chiostri del 16° e 17° sec. e una parte del 1732 in stile classico. Seguono il Pembroke College (14° sec., cappella di C. Wren, 1664); il Gonville and Caius College (14° sec., con aggiunte del 16° sec.); il complesso di Trinity College (modificato sotto Enrico VIII; la biblioteca è di C. Wren, 1676-95); il King’s College (notevole la cappella, 1446-1515, con magnifiche vetrate e tramezzo scolpito, opera italiana del Rinascimento 1532-36); il Christ’s College (parti del 16° e 17° sec.); il St. John’s College (16° sec., con biblioteca gotica). La biblioteca dell’Università ha una parte neoclassica di C.R. Cockerell (1837-40).
Tra gli edifici del 20° sec.: l’Impington Village College (W. Gropius e E.M. Fry, 1936), la facoltà di storia (J. Stirling, 1964-68), il Cripps Building, St. John’s College (Powell & Moya, 1967), la New Court, Christ’s College (D. Lasdun, 1970), l’edificio dei dipartimenti di zoologia e metallurgia (Arup Ass., 1971), la Music School (L. Martin, 1978).
Nel Fitzwilliam Museum importantissime raccolte di manoscritti, pitture e antichità (il nucleo originario fu donato all’università, nel 1816, dal visconte R. Fitzwilliam).
Scuola di C. Eterogeneo gruppo di autorevoli economisti inglesi, che lavorarono all’università di C. tra la fine del 19° sec. e la metà del 20°; include A. Marshall, al cui insegnamento la scuola di C. è debitrice e si ispira, il suo allievo diretto A.C. Pigou, eminente professore a C. e successore del maestro, D.H. Robertson, G.F. Shove e J.M. Keynes, che assunse invece posizioni di rottura con l’eredità marshalliana. Due allievi e collaboratori di Keynes, J.V. Robinson e R.F. Kahn, nel dibattito degli anni 1960 si rifanno al pensiero di Keynes e all’opera dell’italiano P. Sraffa, in rottura con la teoria neoclassica. Oggi gli economisti che si richiamano, in senso teorico, alla scuola di C. difendono un approccio all’analisi economica basato sul concetto di sovrappiù, di derivazione marxiana, in continuità con l’opera di Sraffa piuttosto che con l’originaria impostazione marshalliana.
C. University Press Casa tipografica editrice dell’Università di C., fondata nel 1521 dal tedesco John Siberch. Ricevuto il diritto di stampare e vendere da Enrico VIII nel 1534, pubblicò ininterrottamente dal 1584. Divenuta partecipe dell’intensa vita culturale e politica di C., visse direttamente i conflitti politico-religiosi della storia inglese nel 16° e 17° secolo. Ristrutturata da R. Bentley alla fine del 17° sec., divenne ancora più importante sotto la direzione di J. Baskerville (1758) e ottenne il privilegio, condiviso con la Oxford University Press, di stampare la Bibbia. Dal 1873 ha il suo ufficio a Londra e ha succursali a New York e a Melbourne.
Platonici di C. Denominazione sotto cui si comprende un gruppo di filosofi, teologi e moralisti inglesi del 17° secolo. Ispirandosi in parte al De veritate di Herbert di Cherbury e in parte alle dottrine dell’Accademia platonica di Firenze (soprattutto a M. Ficino e G. Pico della Mirandola), in polemica con il calvinismo oltre che con il materialismo (particolarmente di Hobbes), i platonici di C. riaffermavano l’innatismo in campo gnoseologico e sostenevano un orientamento razionalista in campo religioso-teologico sulla base di un atteggiamento informato a idee e principi di tolleranza. Sul piano strettamente filosofico, più che a specifiche dottrine platoniche, aderivano a un ideale di amore per la verità e per la giustizia che associavano al nome di Platone. Tra le figure più rappresentative, i filosofi R. Cudworth e H. More e i teologi-predicatori B. Whichcote, J. Smith, N. Culverwell.
Scuola di C. Denominazione riferita ai filosofi influenzati dalle dottrine di G.E. Moore e L.J. Wittgenstein, che tra gli anni 1920 e il secondo dopoguerra insegnarono all’università di Cambridge. Il loro orientamento di pensiero rientra nella più comprensiva filosofia analitica e tende a privilegiare l’analisi del linguaggio comune; sue caratteristiche sono la ridefinizione di problemi teoretici tradizionali in termini linguistici e l’interpretazione della filosofia come attività ‘terapeutica’. Esponenti più rappresentativi della scuola sono C.D. Broad, J.O. Wisdom, N. Malcolm. A partire dai primi anni 1950 questo indirizzo di pensiero si è sempre più affermato a Oxford, tanto che, retrospettivamente, si parla, più che di scuola, di Cambridge-Oxford philosophy.